Capitolo 10

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Pov's Ciro

Perdere un figlio è la cosa peggiore che ti possa capitare, soprattutto quando non hai avuto l'opportunità di vederlo nascere, dire le prime parole, non hai potuto insegnargli ad andare in bicicletta, non eri presente quando cadeva e si sbucciava le ginocchia, non eri là quando faceva esasperare la mamma.
Non ho avuto modo di conoscere a fondo mio figlio e non ce l'avrò mai, ma quel poco tempo che ci ho passato insieme mi ha fatto innamorare di lui, era mio figlio e l'avrei amato in ogni caso ma il fatto che lui si sia affezionato così a me non sapendo la verità mi fa capire che avrei potuto essere un buon padre. Non sarei mai stato come mio padre, non l'avrei costretto a fare niente, non l'avrei obbligato ad amare o meno qualcuno, non l'avrei obbligato a lasciare la persona che amava ma anzi, avrei accettato ogni sua decisione, ogni suo modo di fare, ogni modo di parlare, giocare, ridere e soprattutto ogni modo di amare.
Saremmo stati una famiglia bellissima, ma purtroppo non tutto va come deve andare.

M.S:"Mi dispiace per Simone." Sono giorni che continua a ripetermelo, ma non deve nemmeno pensare che sia colpa sua, semplicemente a volte accadono cose che non siamo pronti ad affrontare.
Io:"Non è colpa tua amore mio. Io sono tornato anche per lui, è vero, ma sono qua. Non è che senza di lui io e te non siamo niente." Le prendo il viso tra le mani e cerco di farle capire che io e lei saremo sempre noi, nonostante tutto, non ci lasceremo più.


Dopo aver accompagnato Margherita a casa, con la promessa che sarei tornato dopo un paio d'ore, sfreccio per le strade di Napoli in direzione di casa di mio padre.

Io:"Papà sono a casa." Entro sbattendo la porta e lui esce dal suo studio.
S.R:"Dove sei stato?" Alza un sopracciglio in segno di disapprovazione.
Io:"Cazzi miei, sono abbastanza grande per non doverti più dire dove vado." Affermo stringendo i pugni lungo i fianchi.
S.R:"Finché vivi qua sotto stai alle mie regole! O vuoi fare come tua sorella che se n'è andata con un Di Salvo?"
Io:"Ed infatti sono venuto a prendere le mie cose, non abiterò più qua."
S.R:"Stai andando da Margherita? Sai, mi è dispiaciuto veramente per il bambino, infondo era mio nipote." Lui cosa cazzo ne sa? Mi giro di scatto avvicinandomi a lui.
Io:"Che cazzo ne sai? Chi te l'ha detto?" Gli stringo le mani intorno al collo, non me ne frega un cazzo che è mio padre, tanto non c'è nessuno che possa vederci.
S.R:"Dieci anni fa Margherita è venuta alla nostra porta. Aveva una pancia ben visibile, ti cercava, voleva dirti di vostro figlio ma io gliel'ho impedito." Mio padre mi ha impedito l'ultima occasione che avevo per essere felice ed io questa non gliela perdono.
Io:"Ora si che mi hai perso per davvero, mi fai schifo, tu non sei più mio padre. Complimenti, sei riuscito a perdere due figli ed a mandarne in galera un altro, sei un fallito come padre ma ancora prima sei un fallito come uomo!" Ignoro le sue urla, le sue minacce ed esco di casa con tutta la mia roba dietro, carico la macchina e vado a casa di Margherita mentre chiamo Edoardo.

E.C: Pronto?
Io: Edoardo dove sei?
E.C: A casa, perché?
Io: Dieci minuti e sono là.

Il mio migliore amico mi dà l'okay ed io cambio direzione andando da lui, fortunatamente è da solo almeno non devo dare spiegazioni a Carmela. Le voglio bene perché è amica di mia sorella da sempre, siamo cresciuti insieme e l'ho salvata da quel mostro del padre, ma non è una a cui racconterei le mie cose private.

E.C:"Cos'è successo?"
Io:"Mio padre sapeva del bambino, l'ha sempre saputo Edoardo! Hai capito? Sono sempre stato ingannato da quello che credevo essere una delle persone più importanti della mia vita! Come ha potuto nascondermi una cosa simile?" Sono sull'orlo di una crisi di pianto ma non voglio piangere, io piango solo davanti a Margherita.
Edoardo non dice niente, mi guarda come se avesse visto un fantasma ed io non so cosa interpretare questa cosa.
E.C:"Io lo sapevo Ciro. Volevo dirtelo, ma tuo padre ha  minacciato di uccidere mio figlio se te ne avessi parlato." D'istinto abbraccio Edoardo, forse oggi per la prima volta mi rendo conto di quanto faccia schifo il mondo a cui appartengo.
Io:"Edoardo io non ce la faccio più, non voglio più fare questa vita. Io voglio girare libero per Napoli con Margherita senza la paura di trovarmi in una sparatoria, non voglio metterla in pericolo. Mia sorella ha fatto la scelta migliore, si è fidanzata con l'uomo giusto, quello che darebbe la vita per lei." Vedo che anche lui ha le lacrime agli occhi e capisco perfettamente il suo stato d'animo, anche lui si è stancato di tutto questo.
E.C:"Anche io mi sono stancato Ciro, non sono nato in questa situazione familiare e l'ho voluto fortemente per mia madre, ma ad oggi mi rendo conto per la prima volta che ho fatto solo cazzate. Avrei potuto dare a mia madre un futuro in un altro modo, potevo mettermi a studiare e invece no, ho scelto la via più facile come un coglione."
Io:"Ne usciamo insieme Edoardo, te lo prometto." Abbraccio mio fratello più forte che posso per poi andare dalla donna della mia vita.

Io:"Amore sono a casa!" Dico aprendo la porta con le chiavi che mi ha lasciato oggi.
La trovo addormentata sul divano con la TV accesa, è bellissima ed io sono così fortunato ad avere almeno lei nella mia vita, non voglio perderla di nuovo.
La prendo in braccio e la metto a letto, mentre sto per andarmene però con un riflesso credo involontario mi tira per un braccio e mi fa sdraiare accanto a lei. Io non mi muovo, se lei dorme bene solo con me io resto qua.

Te lo prometto amore mio, cambierò vita per te e costruiremo la nostra nuova vita insieme.

Le forme dell'amore 2/Ciro RicciWhere stories live. Discover now