La vita di Grace è diventata un incubo; nessuno è piu al sicuro ed è solo l inizio di un effetto domino che sconvolgerà le coscienze di tutti.
Un mistero da risolvere, sangue da ripulire, un'indagine insidiosa......tutto tra le mura cupe e tetre di...
Si possono incontrare persone interessanti anche in un posto come quello sa sceriffo?
Appena arrivata notai subito lui : un bell’uomo dai modi molto educati e gentili; era lo psicologo dell’istituto ed ogni settimana veniva a farci visita e ci “analizzava” ma non come fanno tutti i dottori attraverso delle sedute di psico-analisi sterili e senza alcun impatto emotivo, totalmente prive di empatia.
Aveva l’aria sveglia il dottorino e col suo sorriso riusciva sempre a mettermi a mio agio;
non mi sentivo una cavia da laboratorio, un ingranaggio rotto che andava aggiustato, eravamo semplicemente due esseri umani che ogni settimana si raccontavano reciprocamente.
Indossava sempre un anello alla mano destra, non lo toglieva mai; a volte restava lì a fissarlo come se gli portasse alla mente innumerevoli ricordi e per un attimo mi sembrò tutto così inquietante ma poi vedevo sul suo volto una estrema dolcezza ed una sera mi raccontò che era un gioiello di famiglia che si tramandava di padre in figlio e lui era molto fiero di indossarlo perché era come portare con sé ogni volta un po’ del suo papà;
ed in effetti quelli che osservavano quell’anello ogni singolo giorno non erano occhi tristi e pensierosi ma gli occhi di chi vuole ricordare tutto perché non ha nulla da dimenticare.
Fu proprio questo che mi colpì subito permettendomi di fidarmi di lui, la sua espressività : mi bastava guardare i suoi occhi per capire all’istante cosa stesse pensando, non servivano parole per intendersi.
A volte basta uno sguardo sincero per arrivare lì dove non riescono ad arrivare neanche le parole più ricercate e raffinate e poi il suo atteggiamento sempre solare ed accondiscendente mi ricordava tanto Tony, una delle poche persone che è riuscita a dare un po’ di calore e di colore ai miei giorni in questo schifo di città”
“Qual è il suo nome Grace? Come posso rintracciarlo?”
“Alto, moro, con una folta barba che gli conferisce un’aria intellettuale ma senza troppe pretese da finto snob … è sicuro di non sapere di chi sto parlando?”
“Richard!!! E’ lì che lo hai conosciuto” – disse lui con un tono di voce che avrebbe voluto essere stupito anche se ormai con tutto quello che aveva ascoltato fino ad ora, lo stupore aveva ceduto il posto alla rassegnazione e ad una consapevolezza ai limiti del prevedibile.
“Bingo sceriffo! Il dottor Richard God anche se a me, solo a me, ha sempre consentito di chiamarlo semplicemente Rik”
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“Ti eri innamorata di lui?”
“No sceriffo ma avevo intuito che lui avesse un debole per me e questo mi faceva sentire bene però quando provò a baciarmi ho capito che dovevo allontanarlo non solo perché non riuscivo ad immaginare di farmi sfiorare da qualcuno, chiunque esso sia, ma perché il mio cuore non era disponibile, apparteneva ancora a Diaz e lui non meritava di avere al suo fianco una persona sbagliata come me.
Però grazie a lui e a Cloe le mie giornate in quel manicomio sono state anche piacevoli”
“Cloe? Di chi stai parlando ora Grace?” – chiese Connor sempre più incuriosito da questa storia che ormai era diventata un romanzo avvincente dove ogni volta che ti sembra di essere giunto al finale viene introdotto un elemento nuovo a rimescolare le carte in gioco.
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