Capitolo XVII: pinguini in Arizona

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È colpa mia

È solo colpa mia

Non appena mi sveglio, e durante tutta la notte a dir la verità, queste parole mi ronzano in testa e sembra non vogliano andarsene. Stanno qui, come un promemoria di tutto ciò che ho fatto di sbagliato nella vita, di tutto ciò che avrei potuto fare meglio e di come avrei potuto essere se solo non fossi...così.

È colpa mia se Leo è arrabbiato con me, se lavoreremo separati e non ci rivolgeremo più la parola. Ed è sempre colpa mia se mi ritrovo in questa situazione, senza prospettive per il futuro, senza nessuno accanto e un posto da chiamare casa. È colpa mia se lei non c'è più.

Sono in bagno davanti allo specchio, ci sono arrivata automaticamente, come un robot, e solo adesso guardandomi allo specchio mi accorgo che un fiume di lacrime sta sgorgando dai mei occhi.

E io le lascio cadere.

Crollo seduta sul bordo della vasca da bagno e mi lascio andare a un pianto sommesso, ma intenso. Mi aggrappo con le dita ai bordi di ceramica, così forte che potrei spaccarli. Mi bruciano gli occhi e le lacrime mi gocciolano fin sulle cosce, perché non mi impegno neanche a fermarle.

Non piango solo per Leo, per le sue accuse che so essere infondate, ma, nonostante ciò, fanno male lo stesso. Piango un po' per tutto, perché sono stanca. La lite con Leo è stata solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso delle mie emozioni. Di solito mi tengo tutto dentro, cerco di non far uscire quello che mi tormenta nel profondo, perché poi finisce così: piango senza più fermarmi.

Sono brava a non esprimere ciò che provo davvero, a non mostrare a nessuno il mio mondo di casini interiori, perché se mi lasciassi andare, se solo mi concedessi di esporre quello che sento, allora crollerei. E lo schianto al suolo produrrebbe un rumore sordo, tanto che nessuno se ne accorgerebbe.

Alle volte sono talmente brava a nascondere i miei sentimenti, che li nascondo pure a me stessa. Fingo di stare bene e non mi rendo conto in realtà di stare così male, ma poi arrivano momenti come questi e me ne accorgo.

Va tutto bene mi ripeto.

Ma non va bene per niente in realtà.

Tutto il peso di una vita sembra travolgermi all'improvviso, qui, seduta sul brodo della vasca, aggrappata con le unghie per non andare a fondo. E ripenso a tutti gli attimi in cui la vita mi ha buttata giù, ma io sono ancora qui, in qualche fottuto e contorto modo.

Ma io sono ancora qui

Alzo la testa lentamente, ho smesso di piangere, con il dorso della mano mi asciugo le lacrime.

Ma io sono ancora qui

Mi faccio forza sulle braccia e mi do lo slancio per alzarmi in piedi, apro l'acqua fredda del rubinetto e mi sciacquo la faccia.

Sono ancora qui.

La vita ha cercato di buttarmi giù molte volte, ma io mi sono sempre rialzata. Anche questa volta sarà così, perché nonostante tutto, io resto in piedi. Piena di tagli, cicatrici e lividi, ma resisto. Non va tutto rose e fiori nella mia vita, ma piano piano risolverò ogni cosa. Spero.

*

Ancora a pezzi, ma un po' più intera di quando mi sono svegliata, esco di casa e mi dirigo allo Scoiattolo per concedermi una bella colazione. Justin mi intercetta subito appena metto piede nella caffetteria e si fa largo da dietro il bancone per arrivare alla cassa a servirmi.

"Buongiorno Kary, è tutto okay? Sembri stanca"

Il soprannome Kary mi è nuovo, ma riesce a farmi sorridere.

Tra la Neve e le StelleWhere stories live. Discover now