Capitolo XIV: verità

157 97 20
                                    




Apro lentamente gli occhi, da sotto le palpebre ho percepito della luce, credo che il sole stia per sorgere. I miei occhi si posano subito su di lui. Non mi dà più le spalle, ma è rivolto con il viso verso di me, molto vicino a me, tanto che il suo respiro mi solletica la fronte. Mi prendo qualche minuto per osservarlo mentre dorme, così che non potrà accorgersi del modo in cui lo guardo e le emozioni che mi suscita.

Percorro con gli occhi la linea della sua mandibola ben definita, poi gli zigomi dai tratti duri e infine il naso dritto e perfetto. Ha i lineamenti così rilassati mentre dorme, invece da sveglio ha quasi sempre quell'aria rigida e impenetrabile che gli fa corrugare le sopracciglia e contrarre la mandibola. Vorrei poterlo vedere sempre così, tranquillo, senza pensieri e senza quel suo sguardo perso altrove, lontano anni luce da questo mondo. 

Poi un pensiero mi attraversa la mente: e se lo toccassi? Se ne accorgerebbe? Ieri notte quando eravamo viso a viso, la sua mano sulla mia guancia, ho provato a fargli una carezza ma si è ritratto. Potrei rimediare adesso, anche se non mi sembra affatto giusto, insomma sta dormendo...Ma sono attratta come un magnete, continuo a guardare la sua pelle diafana e perfetta e non riesco a reprimere il desiderio di toccarlo.

Così con tutta la delicatezza di cui sono capace, con la punta dei polpastrelli scorro dalla sua tempia, allo zigomo, fino alla guancia, in una carezza morbida. È una sensazione bellissima avere la sua pelle sotto le dita, averlo così vicino a me. Ma mi si raggela il sangue nelle vene quando vedo la sua mano che afferra la mia, ancora poggiata sul suo viso.

Cazzo mi ha scoperta e ora scaraventerà via brutalmente la mia mano

Il panico si impadronisce di me e alla velocità della luce formulo almeno dieci scuse diverse da dirgli, sperando che se le beva. Avevi una mosca in faccia e l'ho scacciata? No in pieno inverno non reggerebbe. Soffro di sonnambulismo, nel sonno tocco la gente. Plausibile.

Ma lui prende la mia mano e intreccia le sue dita con le mie, per poi portarsela al petto e racchiuderla all'interno della sua. I miei battiti accelerano all'impazzata, mi iniziano a sudare freddo le mani e dei piacevoli brividi mi inondano. Mi aspettavo tutto meno che questo. Che gli prende?

Poi capisco, Leo dorme ancora, noto il respiro regolare, l'espressione ancora tranquilla e rilassata, gli occhi chiusi. Nel sonno ha preso la mia mano e l'ha custodita sul suo petto. Da sveglio non avrebbe mai fatto un simile gesto, quindi mi godo le nostre mani intrecciate e il suo calore ancora un po', facendo attenzione a non svegliarlo. Chiudo gli occhi e mi abbandono a questa sensazione.

Una corrente d'aria gelida mi fa sussultare, apro di scatto gli occhi, istintivamente guardo al mio fianco, Leo non c'è, il suo sacco a pelo è vuoto. Quindi guardo verso l'uscita della tenda e ne vedo svolazzare un lembo: la zip non è completamente chiusa ed entra un freddo pungente da quello spiffero. Mi infilo il giaccone termico ed esco fuori allo scoperto, l'aria gelida che mi investe mi sveglia completamente.

Non appena vedo Leo di spalle già intento a smontare i telescopi, una strana sensazione si fa strada in me. Quando si è svegliato le nostre mani erano ancora intrecciate? Cosa avrà pensato? L'ansia mi assale e il battito accelera al solo pensiero che lui l'abbia scoperto o se ne sia reso conto. Anche se è stato lui a prendermi la mano, in realtà. Se dovessi spiegargli la situazione non saprei proprio da dove cominciare, non mi resta che sperare che lui faccia finta di niente e non faccia domande.

"Buongiorno" mi schiarisco la voce e mi avvicino.

"Hey nana, ben svegliata" risponde con il suo solito tono beffardo e un'espressione che dice 'alla buon' ora'.

Tiro un sospiro di sollievo, è tornato in sé. Non ha intenzione di farmi domande sul perché la mia mano si trovasse lì, anzi lo vedo disinvolto. La conversazione di ieri sembra solo un lontano e sfocato ricordo, non ce n'è traccia sul suo viso. Non è più triste, spento e rabbioso come quando mi ha raccontato della sua famiglia. Preferisco mille volte quando mi prende in giro e mi chiama nana bruna piuttosto che vederlo di nuovo come ieri sera. Ho capito che mi fa male vederlo così.

Tra la Neve e le StelleWhere stories live. Discover now