Capitolo XVI: legge di gravità

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Nell'Universo, due corpi si attraggono con una forza direttamente proporzionale al prodotto delle loro masse e inversamente proporzionale al quadrato della loro distanza. Se la forza di attrazione tra due corpi raddoppia, la loro distanza non può far altro che dimezzarsi. In sostanza, più due corpi sono attratti l'uno dall'altro, più tenderanno ad avvicinarsi.

Siamo tutti e quattro seduti al tavolo, che ridiamo e chiacchieriamo allegramente, ma tra me e Leo sembra vigere la legge di gravitazione universale di Newton. Siamo seduti uno di fianco all'altra, ma siamo più vicini di quanto lo sarebbero due normali amici al pub. È un continuo sfiorarsi, avvicinarsi e allontanarsi, per poi ritornare più vicini di prima. È una cosa fuori dal nostro controllo, quasi automatica, come se i nostri corpi non fossero più nostri, ma sotto l'influenza di questa legge di gravità.

Sotto il tavolo, le nostre gambe si toccano, di tanto in tanto uno dei due muove la gamba, ma poi la riappoggia, sfiorando quella dell'altro, come in una carezza celata. Le nostre braccia, con i gomiti sul tavolo che si toccano, gesticolano e si muovono, per poi finire casualmente sempre più vicine. Tutto accade mentre i nostri sguardi non si incrociano mai, come se fossero i nostri corpi a parlare per noi, a esprimere quel desiderio che nascondiamo così bene anche a noi stessi.

Due corpi che si attraggono finiscono inevitabilmente per unirsi.

Non lo dico io, lo dice Newton!

Ad un certo punto Olivia mi chiede di accompagnarla al bagno, svegliandomi da questo idillio fatto di carezze leggere, torpore e il suo profumo.

"Stai bene?" le chiedo una volta alzate dal tavolo.

"Fa un po' caldo non trovi?" mi domanda con tono troppo euforico quando in realtà non c'è niente di divertente in quello che ha detto. Ha le guance arrossate e si muove a rilento.

Arriviamo in bagno dopo un'eternità, Olivia si volta verso di me, mi chiede di tenerle la borsetta e si chiude nel bagno avvisandomi: "Mi ci vorrà un bel po', con tutta la birra che ho bevuto!". Ridacchia e sento dei rumori sordi provenire da dentro il bagno.

"Ce la fai? Ti aiuto?" chiedo trattenendo le risate.

"No tesoro grazie, stai a guardia della porta"

Olivia è già frizzante di suo, da brilla però dà il meglio di sé. Mi appoggio con la schiena alla porta per tenerla chiusa e mi accorgo che Leo sta uscendo dal bagno degli uomini, proprio di fronte a me. Mi punta addosso uno sguardo che mi brucia, facendomi sentire nuda, complice il vestito molto corto.

Ripenso alle sue parole di prima, appena entrati in questo posto.

Mi togli il fiato

Senza levarmi gli occhi di dosso nemmeno per un attimo, si ferma sull'uscio del bagno delle ragazze, poggiandosi allo stipite della porta con una spalla e incrociando le braccia e le caviglie. Quanto è sexy. Dà una rapida occhiata all'interno, come per assicurarsi che non ci sia nessun altro.

"Colpa del vestito?" mi sento dire, stupendomi di me stessa.

"Cosa?" chiede senza mai staccare le iridi chiare dal mio corpo.

"La tua improvvisa mancanza di fiato di prima"

Vuole giocare? Allora giochiamo. Stasera, con questo vestito addosso e lui che mi guarda così, mi sento di provocarlo.

"Non darei tutta la colpa al vestito. Certo ti sta da dio ma..."

Si avvicina lentamente, coprendo la distanza che ci separa. Non credo ai miei occhi quando poi solleva una mano e poggia il palmo sotto il mio mento e le dita mi afferrano dolcemente la mandibola.

Tra la Neve e le StelleWhere stories live. Discover now