Capitolo XV: soli insieme

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Entriamo infreddoliti e stanchi dentro casa di Leo, e non appena giungiamo nel soggiorno, i miei occhi vengono attratti da quella piccola lettera incorniciata con su scritto a mano 'per Leo da mamma', che sta solitaria sul tavolino da soggiorno, di fronte ai due divani. Mi armo di tutto il mio autocontrollo per non fargli neanche una domanda in merito, e per non farmi beccare a guardarla, si sentirebbe violato, oramai l'ho capito. So di per certo che se gli chiedessi qualcosa o se intuisse che ho visto la lettera, altro che storia da raccontarmi, mi riaccompagnerebbe a casa mia seduta stante.

È fatto così Leo, ma mi piace lo stesso.

Mi piace?!

Ma no, che dico. Scrollo la testa per scacciare via la cavolata che ho appena detto.

Pfff

Dopo avermi aiutata a sfilare la giacca pesante che ci ha fornito l'osservatorio, mi fa accomodare sul divano, quello più lontano dal tavolino e dalla lettera che ci poggia sopra. Non riesco a trattenere un'occhiata in quella direzione, ma lui per fortuna non si accorge di niente.

"Vuoi qualcosa? Un thè, dell'acqua..." mi offre Leo, un po' in imbarazzo. Strano, non è affatto da lui, è sempre risoluto e sicuro di sé.

"No, grazie. Sto bene così" rifiuto gentilmente con un gesto della mano. Così si siede anche lui sullo stesso divano, ma a debita distanza da me.

Mi guardo attorno, anche io un po' imbarazzata. Non so cosa dire o come comportarmi, per fortuna vedo Milo che si avvicina a noi. Era sdraiato nella sua cuccia che dormiva, entrando lo abbiamo svegliato.

"Chi è il cane più bello del mondo?" gli dico con tono tenerissimo. Mentre si avvicina scodinzolante e mi guarda negli occhi con la bocca semi aperta sento una sensazione di calore nel petto. Voglio proprio bene a quest'animale.

"Gli piaci molto, non fa così con tutti" constata Leo. Appena sente la voce del padrone, il cane gli si avvicina.

Sorrido sinceramente, di quei sorrisi che scaldano il viso e fanno socchiudere gli occhi. Sono così belli vicini, il cane colore del sole e il ragazzo colore della notte.

Dopo un altro po' di coccole al suo cane Leo prende parola: "Ti avevo promesso una storia, e una storia avrai"

Annuisco e mi metto più comoda sul divano, sprofondando con la schiena nei cuscini morbidi. Potrei addormentarmi da un momento all'altro se solo la sua vicinanza non me lo permettesse, mi rende nervosa stare seduta qui, vicino a lui, a casa sua.

Leo mi imita, sistemandosi la seduta e allargando leggermente le gambe, poi fa un impercettibile sospiro e inizia: "Non siamo sempre stati così, io e Justin. Una volta eravamo amici, non migliori amici, ma dei buoni amici comunque. Durante i primi anni del liceo ero uno dei ragazzi più popolari, sai feste, ragazze, un sacco di amici". Mentre racconta quest'ultima parte sento qualcosa dentro contorcersi un poco. "Ho subito fatto amicizia con lui, era molto popolare, con il suo sorriso, la solarità e il carisma che lo contraddistinguono. Insieme eravamo pericolosi: così belli, così magnetici, potevamo avere tutto e tutti ai nostri piedi con un solo schiocco di dita".

Non riesco veramente a immaginarmelo così Leo, Justin assolutamente sì, non è cambiato di una virgola, ma Leo... Mi sta raccontando con sguardo afflitto e colpevole una versione di sé che non collima con quella che ho davanti ai miei occhi. Un ragazzo freddo, apatico, distante, sempre sulle sue. Per non parlare del fatto che aveva tutti ai suoi piedi, o meglio, tutte. Mi sento male a dover immaginare quante ragazze lo abbiano guardato come adesso lo guardo io.

"E poi, cos'è successo?" lo incito a continuare.

"All'ultimo anno abbiamo iniziato un po' ad allontanarci, sarà stato per interessi diversi, o perché semplicemente crescendo si cambia. A me ha sempre appassionato l'astronomia, cosa che invece lui non capiva. Quando io restavo in casa a studiare per i test d'ammissione alla facoltà di astronomia, lui si divertiva alle feste, rinfacciandomi il fatto di averlo lasciato solo, dicendomi di non essere più lo stesso di una volta che non esitava a partecipare ad una festa". Mentre parla ha lo sguardo fisso nel vuoto, di tanto in tanto gesticola un po' con le mani, ma rimane accasciato tristemente sul divano.

Tra la Neve e le StelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora