Capitolo XIII: Carina

158 102 25
                                    

Questa mattina mi godo il calore del piumone un po' più a lungo, visto che ieri Leo mi ha detto che non è necessario che porti a spasso il suo cane oggi.

"Domattina riposa, ci penso io a Milo. Visto che dobbiamo restare svegli tutta la notte è meglio se dormi un po' di più"

Le sue parole pronunciate con il suo tono di voce mi ronzano ancora in testa, hanno un non so che di confortante.

Ci penso io

Riposa

Mi rigiro tra le lenzuola pensando al momento in cui mi ha detto questa frase, fuori dall'osservatorio, sotto la luce delle prime stelle. Non era il solito Leo, con l'umorismo tagliente pronto a prendermi in giro. Era più gentile, la sua voce più morbida. La sua raccomandazione, quella di dormire di più stamattina, mi ha fatta sentire finalmente visibile a qualcuno. Si è preoccupato per me, ha pensato a me, tra tutti gli impegni della sua vita, si è ricordato di me.

Non fantasticare Karina

Non vuol dire assolutamente niente, è una gentilezza che chiunque avrebbe fatto. Famiglia è chi si preoccupa per te, e lui di certo non lo è. Non vuol dire che se lo ha fatto una volta, allora tiene a me e sono importante per lui. Non devo illudermi così.

Scocciata da questi continui pensieri in contrasto, mi alzo e con un gran gesto mi scopro dal pesante piumone che mi ricopre. In piedi e ancora un po' frastornata, mi guardo intorno. Il tavolo di legno solitario è al suo posto, i miei libri sono sulle mensole e il telescopio di mio padre è accanto alla finestra, puntato verso l'alto. Mi prende subito una stretta al cuore a vederlo lì, e ripenso al discorso con Howard, alla teoria incompiuta della stella, al fatto che il nome di mio padre non avrà mai la gloria che merita. Infine vedo lo zaino abbandonato su una sedia e mi ricordo che devo prepararlo per stasera, con l'occorrente per sopravvivere una notte fuori al freddo in tenda.

Mi assale già di prima mattina una sensazione di ansia che avverto sul petto e in pancia. Decido di rimandare a più tardi i preparativi e farmi un bel bagno caldo per distendere i nervi. Mi lavo i capelli con lo shampoo all'albicocca, faccio lo scrub e uscita dalla vasca, applico una maschera idratante al viso. Era un bel po' che non mi dedicavo queste attenzioni, credo faccia bene ogni tanto.

Dovrei prendermi più cura di me stessa, eppure a volte sembra così difficile. Alcuni giorni sembra difficile anche alzarsi dal letto e vivere. Dover uscire di casa, incontrare la gente, parlarci, sono tutte cose che potrebbero sembrare banali ma non quando hai il caos dentro; tutto diventa pesante.

Ancora avvolta nell'accappatoio esco dal bagno e subito lo zaino vuoto accasciato sulla sedia mi guarda, in attesa di essere riempito. Sbuffo e inizio a metterci dentro tutto ciò che mi sembra possa avere un'utilità: il cappello, la sciarpa e i guanti blu notte, un libro, un quadernino e una penna, una torcia e degli snack. Più l'orario della partenza si avvicina e più sento l'ansia crescermi nel petto, l'idea di stare un'intera notte con il mio amico Leo mi agita da morire.

Che idiota che sono, se c'era almeno una possibilità su un milione che lui mi vedesse in quel modo, me la sono preclusa dicendogli di essere amici. Scuoto la testa e mi maledico da sola.

Bzz bzz

Il telefono vibra, è arrivato un messaggio. Che siano Leo o Linda che mi avvisano che per la mia gioia è saltato tutto e non si parte? Prendo in mano il cellulare ma è Olivia 'Fai la brava stasera. Ci vediamo nel weekend, baci'. Mi viene spontaneo un sorriso e roteo gli occhi ironicamente, quanto è scaltra quella ragazza, ma allo stesso tempo dolce. Le rispondo subito ignorando la sottile allusione che ha fatto a me e Leo e le dico che ci sentiremo non appena torno...se sopravvivo!

Tra la Neve e le StelleWhere stories live. Discover now