Capitolo XX: come neve e ghiaccio

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Sono come la neve.

Fredda, solitaria, amata da pochi. Mi adatto all'ambiente in cui sono, modellandomi per quel poco tempo che rimango, perché poi vado sempre via. E come la neve si scioglie al sole, io ho scelto il mio Sole per cui sciogliermi.

Sono i suoi occhi

Risplendono con la luce di cento stelle infuocate, e quando si posano su di me, mi sento bruciare e capisco che vale la pena sciogliersi per qualcuno.

Chissà, invece, se sarò capace di far sciogliere il suo cuore di ghiaccio come lui fa con il mio muro di neve. Far sbrinare il suo cuore, annullare le sue difese nel modo in cui lui abbatte le mie, facendomi sentire vulnerabile.

Io sono neve e lui ghiaccio, insieme siamo destinati a diventare ancora più freddi.

A meno che non riaccendiamo il sole che abbiamo dentro, che ormai entrambi abbiamo spento tempo fa, e lasciamo che l'incendio divampi.

Le sue parole di ieri sera mi hanno fatto scattare una scintilla dentro, la stessa che ho visto nei suoi occhi mentre mi guardava, quando mi teneva stretta a sé, confessandomi di non riuscire a mantenere la promessa di essere amici. Quel patto che non sarebbe dovuto esistere fin dall'inizio. Ora so che nessuno dei due ha intenzione di rispettarlo, ma staremo a vedere chi lo romperà per primo.

Quando il mio Sole varca la porta vetrata dell'atrio del Lowell, la flebile scintilla nel mio petto si ravviva un poco. Cerco di restare appoggiata al banco della reception di Howard per non cadere, visto quanto mi rende inquieta la sua vicinanza.

Cammina a passo deciso lungo tutto l'ingresso, finché non è abbastanza vicino da incontrare i miei occhi. Vedo qualcosa agitarsi nelle sue iridi verdi, che ricorda il turbinio delle nebulose in cielo. Si avvicina con sicurezza a me, guardandomi intensamente.

"Che combinate qui?" domanda poi a me e Howard, che eravamo intenti a parlottare tra noi. Sembra di buon umore oggi, strano.

Come quasi ogni giorno, stavo scambiando due parole con Howard, solo che oggi siamo ritornati sull'argomento 'missione segreta' per scoprire qualcosa in più sulla teoria della stella di mio padre.

Guardo prima Howard e poi Leo, che ci scruta con sguardo curioso. "Mmm, glielo possiamo dire, Howard?" sussurro.

"Non lo so" risponde lui "è super segreto" aggiunge abbassando ancora di più la voce.

"Guardate che vi sento lo stesso" ci comunica Leo, roteando gli occhi mentre incrocia le braccia.

Trattengo un sorriso e fingo di non sentirlo, così mi diverto ancora un po': "Dai, mi sembra un tipo affidabile, guardalo" dico a bassa voce, sporgendomi verso Howard.

Howard sta al gioco e guarda Leo di sottecchi, con fare sospetto. "Mah, non l'ho mai visto da queste parti"

D'un tratto sento due mani che mi afferrano i fianchi da dietro e mi fanno voltare di scatto, il mio corpo risponde in automatico e si protende verso di lui. "Ora sei tu che fingi di non vedere me, nana" dice in tono morbido. Emetto un lieve sospiro e schiudo le labbra.

Non fa un po' caldo qui?

Poi si schiarisce la voce, come per tornare in sé e ci domanda: "Allora, me lo volete dire sì o no?!"

Io sono ancora rapita da quel gesto di un attimo fa, e quindi momentaneamente impossibilitata a rispondere. Le parole non escono dalla mia bocca, le sinapsi nel cervello credo si siano fermate. Continuo a guardarlo imbambolata.

Per fortuna Howard non è vittima del suo fascino e parla al posto mio: "Karina mi ha chiesto aiuto riguardo una faccenda, ma non riusciamo a venirne a capo"

Tra la Neve e le StelleKde žijí příběhy. Začni objevovat