(capitolo 6) fiestaaaa

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Terza persona pov

Ester si stava preparando per la grandiosa festa di halloween a casa di Theo, e dopo essere rimasta davanti all'armadio a cercare di capire cosa mettere per sembrare stupenda per almeno mezz'ora, scelse un fantastico vestito verde smeraldo, con dei tacchi argentati e degli orecchini.
 

Dopo essersi vestita si mise giusto un po' di mascara e del rossetto, odiava truccarsi, la faceva sentire falsa.

Guardò l'orologio, erano le 20.40, era in ritardo, accidenti.

Prese velocemente la borsa appoggiata sul divano e uscii di corsa dalla porta di casa, rendendosi conto solo dopo essere scesa dai gradini, di non aver chiuso la porta a chiave. Così dovette tornare su, per fortuna aveva una villetta, sennò si sarebbe dovuta rifare i piani.

Quando si avvicinò alla strada non vide Theo, ma vide solo una macchina nera più in là, la guardò meglio, e sperò di non averlo mai fatto. Quella era la macchina di Leão; 'cosa diamine ci fa lui qui?! Dov'è Theo?' si chiese la ragazza.

Si avvicinò esitante alla macchina con i fari accesi, e neanche il tempo cercare di attirare l'attenzione del ragazzo che la portiera dalla parte del guidatore si aprì, e da essa spuntò Rafael.

La raggiunse, con il solito fare da sbruffone, ma appena la vide i suoi occhi si spalancarono, "che hai?" Gli chiese Ester, Rafa sembrò rianimarsi al suono della voce della ragazza di fronte a lui, così riacquistò subito la sua serietà e rispose, "nulla, stavo solo guardando, sul serio ci hai messo così tanto tempo per prepararti, per poi uscire così? Ma ti sei almeno guardata allo specchio prima di uscire?" Disse, Ester lo guardò con uno sguardo pieni di odio, come si permetteva di dirle una cosa simile?! Non lo diede a vedere e non lo avrebbe mai ammesso, ma quelle parole le fecero male, tanto più che ci aveva messo molto per cercare di essere presentabile.

Dall'altra parte, Rafael si era pentito subito di ciò che aveva detto, ma sicuramente non poteva dirle quanto in realtà pensasse che stesse bene, di quanto ai suoi occhi fosse bellissima. Ma ormai il danno era fatto, e per Rafa, non aveva senso tentare di ripararlo, tanto si insultavano ogni giorno in quel modo.
Non gli sfuggì però l'espressione ferita di Ester, che però cancellò rapidamente con uno sguardo omicida.

"E dici a me? Ma almeno ti sei visto? Sembri uno scappato di casa" ribatté lei infuriata.
"Certo, ma io almeno non devo essere vestito bene per fare colpo su qualcuno, tu invece ti devi proprio mettere d'impegno" rispose lui con un sorriso odioso sul volto. 'piantala Rafael! Stai esagerando' si disse tra sé e sé il portoghese, ma la sua lingua sembrava non volerne sapere di fermarsi.

"Di sicuro il tuo caro Paulino non ti guarderà, o almeno, non ti guarderà in faccia" continuò, facendo riferimento alla scollatura abbastanza accentuata, non poteva mentire il petto di Ester di sicuro non era piccolo, quindi per Rafa fu naturale pensare che tutti i maschi l'avrebbero guardata con quel vestito.

Il problema è che non riusciva a capire perché gli interessasse.

"Penso che non siano affari tuoi di quello che farò o non farò stasera" rispose lei seccata, "certo, ma infatti lo sto dicendo a nome di Theo, sai stasera sarà troppo sbronzo per badare a te, quindi ti sto avvertendo prima da parte sua" spiegò Rafael.

"Beh puoi anche dire a Theo che non deve badare a me, so esattamente quello che sto facendo, e non penso siano affari suoi, ne tantomeno, come ho già detto, tuoi, Leão" disse Ester, si stava alterando, e non poco.

"Ora apri questa dannata portiera" disse lei seria dopo qualche secondo di silenzio.
"Mmm non so se ne ho voglia sai, ci sei andata giù pesante" disse Rafael mettendosi una mano sul mento facendo finta di riflettere; "oh va all'inferno Leão, ne ho abbastanza e non ho alcuni intenzione di farmi rovinare tutta la sera con la tua stupidità e arroganza, vado a piedi" sbottò lei, poi si girò, e iniziò a camminare verso la casa di Theo, che comunque era a pochi minuti da lì, ma Theo non voleva farla andare in giro di sera, così insistette per accompagnarla; il problema è che avrebbe dovuto accompagnarla lui, non quell'essere che aveva lasciato a pochi metri di distanza dietro di lei.

dimmi che non mi odi (Rafael Leao)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora