(capitolo 3) Oh ma dai!!

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Ester's pov

(è passata una settimana dalla serata)

Mi svegliai la mattina al suono del campanello della mia porta d'ingresso.

Uscii da camera mia pigramente e mi diressi verso l'entrata.

Aprii la porta e mi ritrovai davanti Leão. Era un incubo questo?

"Che ci fai tu qui?" Chiesi freddamente, "wow, ciao anche a te, si grazie ho dormito bene e tu?" Chiese ironicamente,
"Smettila di scherzare, che vuoi?" Richiesi, "senti, neanch'io vorrei essere qui okay? Forse ho meno voglia di te-" "dubito" lo interruppi. Mi guardò con uno sguardo molto innervosito, però non mi importava, cavolo sarei potuta essere nel mio letto al calduccio, e invece sono qui, al freddo, con davanti la persona che odio di più al mondo.

"Stavo dicendo..nessuno dei due ha voglia di essere qui e vedere l'altro, lo so, però mi ha mandato Theo, ha detto che dobbiamo aiutarlo per la festa di Halloween" spiegò, "eh? Perché dovrebbe chiedere a te di aiutarlo con la festa di Halloween? Di solito lo aiutiamo io, Zoe e Brahim. Non tu." Dissi; "lo so, ma quest'anno per Halloween Zoe è andata da un'amica fuori Milano, lasciando Theo Jr ai nonni. Brahim ci aiuterà, in teoria.." spiegò.

"Sembra che mi vada tutto male in questi giorni!", Vi starete chiedendo perché, beh mi sono dimenticata di dirvi che mi hanno licenziato, per cosa? Il mio capo mi ha detto che cercavano 'donne più attraenti' così avrebbero attirato più clienti. La cosa mi ha completamente spiazzato, ci sono rimasta malissimo. E ora devo anche andare in giro con Leão?! Che cavolo ho fatto!?

"Perché tutto male?" Chiese il portoghese, interrompendo i miei pensieri. "Si. tutto bene. Perché t'interessa?" Chiesi seccamente, non è che fossi arrabbiata, è solo che sapevo che non gli interessava sapere i fatti miei, quindi perché chiedeva?

"No..certo che no..era solo educazione" rispose con il mio stesso tono, anche se sembrava più abbattuto.

"Bene. Allora quando iniziamo?" Chiesi, "io direi ora. Prima lo facciamo, prima ci togliamo il pensiero" propose, non mi sembrò una brutta idea, quindi accettai.

"Devi aspettare solo un secondo però, mi cambio in qualcosa di più adeguato per uscire" dissi, indicando il mio pigiama di Stitch.

"Certo, e vedi di non vestirti male come al solito. Perché sennò la brutta figura la faccio io" rispose lui odiosamente.

"Complimenti Leão, sei riuscito a rovinare l'unica conversazione normale che stavamo avendo" dissi seccata.

"Perché a te interessa che noi andiamo d'accordo?" Chiese con un ghigno in volto; "assolutamente no! Semplicemente mi ha dato fastidio" cercai di difendermi, poi corsi in camera mia, chiudendomi la porta alle spalle.
Ovviamente non mi importava, perché l'avevo chiesto?

Pov in terza persona

Rafa guardò la ragazza correre in camera sua e rinchiudersi dentro come se stesse scappando da qualcosa di orribile. Rafa aveva un ghigno vittorioso sul volto, segno che era riuscito nella sua missione, mettere in imbarazzo Ester.

Il perché? Semplice, si divertiva, lo divertiva quando lei diventava rossa per l'imbarazzo, oppure quando faceva di tutto per coprirsi il volto con i capelli lunghi neri, quando era in una situazione di disagio.

Tutto questo gli piaceva non perché pensasse che lei fosse carina o altro, ma perché si divertiva a vederla in difficoltà, godeva, provava gusto. O almeno questo è quello che credeva..

Mentre la ragazza era chiusa in camera sua, il calciatore decise di curiosare per il suo salotto, che era collegato all'entrata.

Non era mai entrato in quella casa, e di sicuro non è fosse eccitato all'idea di entrarci, ne avrebbe fatto volentieri a meno; però ora che la guardava era molto carina, era piccola, però la ragazza che ci viveva dentro aveva fatto un buon lavoro a renderla migliore.

Rafa su guardò in giro, dirigendosi verso la mensola su cui erano appoggiate tutte le foto incorniciate.

Le osservò attentamente, guardando com'era la ragazza da bambina, e com'è diventata man mano crescendo. Naturalmente, nelle foto non era mai sola, era sempre insieme a qualcuno, sapeva perché, perché a lei non piacevano le foto, le detestava, quindi salvava solo le foto in cui, o non si vedeva bene, oppure perché la foto significava un bel ricordo; come lo sapeva? Aveva ascoltato, o meglio origliato, una conversazione tra lei e Theo, in cui la ragazza ha confessato al suo amico quanto si sentisse insicura sulla sua faccia.

Aveva ascoltato per usare quelle informazioni contro di lei, ma non le usò mai, non sapeva perché, ma sapeva che si sarebbe spinto troppo oltre e per quanto volesse farle male, non voleva fargliene troppo, sia perché non era così cattivo, sia perché poi Theo e gli altri lo avrebbero picchiato.

Notò una foto nell'angolo, con il vetro rotto e la cornice scheggiata, la prese in mano, facendo attenzione a non far cadere nulla e a non spostare di un centimetro le altre foto, sapeva quanto fosse attenta Ester ai particolari, era una delle sue tante ossessioni.

Prese in mano la foto, analizzandola, era un foto in cui Ester era con in faccia uno dei sorrisi più grandi del mondo, che istintivamente fecero sorridere anche lui, ma ben presto si accorse di quel insolito gesto, e cancellò dal suo volto qualsiasi emozione.

Vicino a lei c'era un ragazzo, un po' più alto di lei, il ragazzo aveva una mano sulla vita di Ester.

Chi era quello? Era il suo ragazzo? Il suo ex? Un cugino? Un fratello? 'no non può essere un fratello, lei non ha fratelli' pensò, e cancellò dalla mente l'ultima opzione.

Era confuso, voleva assolutamente sapere chi fosse quel tizio, non sapeva perché però..

Lasciò stare, anche perché lui era sicuro di non aver mai visto quel ragazzo in vita sua, quindi per sapere chi fosse avrebbe dovuto di sicuro chiedere ad Ester, o a Theo. Ma decise sicuro di tenersi la sua dignità. O almeno quello che restava.

Dopo aver curiosato un altro po', decise di rimettersi al suo posto vicino alla porta d'ingresso, appoggiato con la spalla destra al muro. Non voleva mettersi a suo agio, sia perché era sicuro di non entrare mai più in quella casa, sia perché si sarebbe sentito molto più a disagio. Quindi rimase in piedi ad aspettare la ragazza. Perso nei suoi pensieri.

"Ci sono" disse con tono scocciato Ester uscendo da camera sua.
Rafa non voleva ammetterlo, ma vestita così, lei stava davvero bene, aveva su una semplice maglietta che le aderiva sul petto abbondante e dei jeans che le aderivano alla perfezione.
Voleva farle dei complimenti, ma poi tornò sul pianeta terra e si ricordò di chi aveva davanti.

"Finalmente, stavo per diventare un fossile! Perché ci mettete così tanto voi donne?!" Chiese con fare innervosito.

"Perché, al contrario di voi maschi, noi femmine vogliamo sembrare al meglio, e in più nel negozio in cui dobbiamo andare c'è un ragazzo super carino" rispose la ragazza prendendo la borsa e aprendo la porta di casa.

Rafa rimase impalato per un secondo, 'si è fatta bella per un ragazzo?' pensò, poi si diede una svegliata al sentire la voce di Ester chiamarlo, 'ma tanto che mi importa, affari suoi' pensò; anche se dentro il suo stomaco cresceva una strana sensazione.

Entrarono nella macchina del portoghese, "vedi di non distruggere niente, tengo più a questa macchina che alla mia stessa vita" disse lui, "oh mamma! Questa è la macchina con il tuo nome inciso sopra? E che quando fa buio ci sono le stelline che si illuminano sul soffitto?!?" Parlò velocemente e felicemente Ester, Rafa rimase fermo al suo posto, fissando sbigottito la ragazza, "quel post l'ho messo su Instagram, non è che mi guardi il profilo?" Chiese Rafa uscendo dal suo rimbambimento, mentre un sorriso furbo gli cresceva sul viso.

Ester divenne un poco rossa, e, rendendosi conto di quello che aveva appena detto, riassunse una faccia seria e scocciata e rispose, "no certo che no cretino, Theo me l'ha fatta vedere, voleva confermarmi quanto il tuo ego fosse grande" disse. Rafa la guardò stranito, poi accese il motore e si avviarono verso il centro commerciale.

dimmi che non mi odi (Rafael Leao)Where stories live. Discover now