CAPITOLO XV: LA VERITÀ... FINALMENTE

4 0 0
                                    

I tre erano ancora abbracciati.
Akira non smetteva di piangere.
Idra aveva stretto di più la presa.
La donna pure lei aveva iniziato a piangere.
Ma non erano lacrime di tristezza quelle.
Erano lacrime di felicità.
Di sollievo.
La cupola ancora era intatta e nessuno di poteva scorgere nelle vicinanze.
La donna poi, guardò Akira alzandogli il viso in modo gentile con entrambe le mani.
<<Sei diventato... così grande Akira...>> le disse, mentre aveva iniziato a versare ancora più lacrime.
<<Stupida me... perché vi ho abbandonati così?...Se io fossi stata lì...Mida non...>> riprese a dire singhiozzando nel pianto.
Idra l'alzò lentamente, con Akira che si tirò su a fatica, con le gambe che tremavano per l'emozione.
Idra disse a lei <<Amore, non è colpa tua.
Sai cosa penso su degli incarichi così importanti. Se tu non fossi andata allora tutto il mondo sarebbe finito in rovina>> stringendola com un solo braccio a sé.
Finalmente. Akira poté finalmente fare la fatidica domanda alla quale avrebbe voluto avere risposta da molti anni, ma prima si asciugò le lacrime.
Dopo aver preso un profondo respiro ed essersi ricomposto, chiese alla donna <<Dove sei stata? Perché te ne sei dovuta andare? Cos'era più importante dei tuoi stessi figli?!>> gridando anche un po' alla fine della domanda.
Idra e la donna lo guardarono entrambi per un po', poi lei guardò Idra annuendo e si staccò dall'abbraccio per potersi mettere davanti ad Akira.
"Finalmente... è l'ora..." pensò Akira mentre guardava la donna che iniziò a proferire parola.
<<Akira...no, figlio mio...devi sapere che io...non sono esattamente di qui...>> disse lei, lasciando Akira con uno sguardo perplesso e confuso.
<<Io vengo da un mondo nel quale il pericolo della guerra è sempre in agguato, ma è anche un luogo di pace interiore, di speranza, di tranquillità e di vita eterna. Ma questa pace era stata messa alla prova da forze che nemmeno te e tuo padre potete immaginare. Forze che avrebbero distrutto tutto se non fossi intervenuta...>> le disse, facendo solamente diventare ancora più confuso Akira, che giustamente domandò <<Quali forze? Di che cosa parli??>>.
La risposta non giunse dalla donna, ma da Idra, che disse <<Oni, figlio. Gli Oni. Demoni guidati solo dall'oscurità e dalla sete di potere. Per molti anni i saggi Kitsune sono riusciti a tenerli a bada...ma un giorno fuorono troppi per poterli contrastare con la sola magia.
Così dovettero chiamare tua madre, che andò in loro soccorso, permettendo agli Yokai di rinchiuderli dietro ad un potentissimo sigillo rafforzato>>.
Akira, al sentire il nome Oni, si ricordò di cosa gli avesse raccontato Hasei.
Sul fatto della guerra.
E dei sigilli.
Ma si ricordò anche dell'essere che avevano affrontato.
<<Per caso, questi Oni, possono essere rossi, con delle corna e vestiti piuttosto cavernicoli con una mazza chiodata come arma oppure una clava chiodata?>> disse Akira curioso.
Idra e la donna si sorpresero un po' che Akira sapesse come erano fatti quegli esseri immondi.
<<Siiii...ma come fai a saperlo figlio?>> chiese Idra.
Akira, si sorprese pure lui.
Pensava che magari o Kouga o Ryujin gli avessero raccontato della lotta che era avvenuta.
<<Beh, io, Hasei, Kouga e Ryujin ne abbiamo affrontato e sconfitto uno a nord-ovest della base, in una fitta foresta di pini>> spiegò Akira.
La donna spalancò gli occhi nel sentire le parole di Akira, talmente tanto che lo abbracciò inconsciamente.
<<Voi cosa?! E perché non me lo avete detto prima?!>> chiese Idra.
Akira lo guardò dicendo <<Sul serio papà? Dopo tutto ciò che è successo, ti aspetti davvero che io dia importanza ad una cosa del genere??>>.
Idra allora strinse il pugno e disse <<Stai parlando di un mostro malvagio e senza scrupoli! È un miracolo che siate sopravissuti ad un incontro del genere voi quattro. Avreste dovuto dirmelo>>.
Akira allora si innervosì e sbraitò <<Da che pulpito eh?! Parli proprio te, l'uomo che mi ha mentito per tutti questi anni! Colui che non ha nemmeno il coraggio di dirmi la verità in faccia!>>.
La donna si intromise tra i due.
<<Basta basta basta! Smettetela, non litigate. Se è successo tutto questo è per colpa mia, non per altro. Io me ne sono andata lasciandovi un pesante fardello, soprattutto a te e Mida, Akira. Mi dispiace>>.
Akira a quel punto, si girò a guardare la donna e chiese <<Cosa? Che vuoi dire con questo->> ma poi qualcosa si sbloccò dentro di lui.
Si ricordò di cosa Idra avesse detto quel giorno riguardo alla fiammella nera.
<<Aspetta...per fardello intendi...>> chiese Akira per poi essere fermato dalla risposta della donna <<Te ne sarai accorto... Si. Quelle fiammelle...sono la parte più marcia del mio essere...>>.
Il silenzio calò nella cupola.
Idra aveva uno sguardo serio in viso.
La donna invece era abbattuta e triste.
E Akira...Akira era schokato per per la rivelazione alla quale era giunto da solo.
<<Esigo una spiegazione. Quella cosa mi ha messo in pericolo per due volte, una delle quali ho perso il controllo. E che cosa intendi con "la parte più marcia di me"?>> chiese Akira con tono fermo, e anche un leggero accenno di nervosismo.
Amaterasu guardò prima Idra, che le annuì, per poi guardare nuovamente Akira, prendendogli entrambe le mani.
<<Devi sapere, Akira, che durante la nascita tua e di Mida, per potervi dare alla luce in modo sano, e per evitare di morire durante il parto, ho dovuto rilasciare in voi una mia parte scarto, se si può dire in questo modo.
Una parte marcia di me che mi avrebbe portato alla morte, se non l'avessi eliminata.
E così, per evitare che si spargesse ovunque, l'ho rilasciata dentro di voi>> spiegò Amaterasu, con una voce tremante verso fine spiegazione.
Akira rimase ad ascoltare.
Esterrefatto, sorpreso, confuso; ogni emozione in quel momento lo stava investendo come uno tsunami al primo impatto, lasciandolo in balia di tutte quelle onde.
<<Mi dispiace avervi resi così. Io sarei voluta rimanere con voi, aiutarvi, ma...ma gli altri dei->> disse ancora la donna sull'orlo del pianto.
<<Basta>> disse Akira di colpo.
Sia Idra che Amaterasu si fermarono a guardarlo, Amaterasu con gli occhi gonfi di lacrime.
<<Per anni sono stato all'ombra delle domande fatte a mio padre, domande alle quali volevo risposte, specialmente quelle riguardanti te.
Ma ora capisco.
Essere una dea non è compito semplice.
Ci sono molte responsabilità, e siccome tu sei una delle divinità primordiali, allora ha senso la tua assenza>> continuò Akira, mentre finalmente decise di stringere le mani di sua madre.
<<Non ti devi scusare per nulla, nemmeno per il fardello che hai lasciato a me e a mio fratello.
Imparerò a conviverci, e chissà, magari addirittura a controllarlo. E visto che tu finalmente sei qui, vuol dire che avrò anche una persona in più che potrà sostenermi>> disse il ragazzo, sorridendo a sua madre.
Amaterasu, dopo il discorso fatto da suo figlio, non potette trattenere più le lacrime accumulate, e si mise a piangere, abbracciando suo figlio in modo abbastanza stretto.
Anche Akira ricambiò l'abbraccio, dicendo poi <<Sono felice di averti finalmente incontrata, madre>>.
Anche Amaterasu disse qualcosa, coperta dai vari singhiozzi che faceva mentre piangeva lacrime dorate.
<<Anche io, figlio mio>>, fu quello che la donna disse.
Idra rimase a guardare entrambi, con un sorriso sotto i baffi che si poteva notare con parecchia facilità.
Dopo tale sorriso, andò anche lui da loro, unendosi a quel abbraccio talmente tanto caldo da poter scaldare anche il cuore più freddo.
Ormai si era fatta tarda mattina, e la barriera piano piano si stava indebolendo, e i cristalli stavano venendo inglobati nel solco.
Amaterasu, notando immediatamente la situazione, si staccò dall'abbraccio e si asciugò il viso dalle lacrime, rimettendosi a posto anche il proprio abito.
Akira e Idra fecero qualche passo indietro.
<<Akira...in realtà c'è anche un'ultima cosa che vorrei chiederti>> disse la donna guardando il ragazzo negli occhi.
Akira accennò uno sguardo confuso e curioso allo stesso tempo, piegando leggermente la testa di lato e domandando <<Quale sarebbe, madre?>>.
Amaterasu, dopo essersi messa apposto i capelli finalmente gli chiese <<Ora che sei grande, e hai finalmente accettato ciò che sono...ti piacerebbe venire nel mio mondo?>> in un tono di voce amorevole e sottile.
Gli occhi di Akira si spalancarono dalla sorpresa, con lo sguardo che saettò immediatamente verso Idra, il quale stava ridacchiando da un po' ormai, che in risposta gli annuì.
Dopo ciò, Akira volse nuovamente lo sguardo verso sua madre.
<<D-Davvero?! Posso venire davvero con te?!>> disse il ragazzo con un tono misto tra il felice e il sorpreso.
In tutta risposta, Amaterasu annuì molto velocemente anche più di una volta, sorridendo e con gli occhi leggermente lucidi.
Era un sogno questo, per Akira.
Avrebbe visto il luogo dal quale sua madre proviene.
Il luogo dove lei è nata.
<<Certo che voglio venire!>> esclamò Akira.
<<Ne sono lieta, figlio mio. Verrò domani a prenderti, quando il sole avrà raggiunto il suo punto più alto>> disse Amaterasu, mentre iniziava a svanire lentamente.
Akira e Idra annuirono entrambi alle parole della donna, salutandola con le proprie mani, saluto che venne ricambiato dalla donna con un leggero saluto da parte sua, per poi scomparire completamente assieme alla barriera e ai cristalli.
I due poi, decisero di dirigersi nuovamente verso la base, con Akira che camminava molto velocemente, molto probabilmente emozionato dal fatto che domani avrebbe finalmente visto il luogo dal quale sua madre proviene.

You've reached the end of published parts.

⏰ Last updated: Jan 06 ⏰

Add this story to your Library to get notified about new parts!

Sole e Drago: Un amore oltre la mitologia Where stories live. Discover now