CAPITOLO X: PLACAMENTO DELLA FURIA

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Nel cratere, le varie fiamme bicolore si dissiparono. Erano rimasti solamente loro tre nella zona boschiva.
Da una parte Idra e Hasei che guardavano innervositi un Akira in forma Ibrida fuori controllo, che emanava ogni tanto fiamme nere dal suo corpo.
Idra fù il primo a scendere giù nel cratere, tenendosi pronto ad una qualsiasi azione da parte di suo figlio, che ancora guardava il terreno con gli occhi totalmente bianchi.
Hasei rimase di sopra. Sapeva che se fosse sceso di sotto in questo preciso momento a cercare di far ragionare il suo amico, sarebbe stato attaccato all'istante.
"Idra è la soluzione più ovvia ora..." pensò Hasei mentre il suo sguardo si posava su Idra, intento ad avvicinarsi cautamente ad Akira.
Il ragazzo lanciò una fiammata diretta ad Idra dalla sua bocca che l'uomo evitò prontamente, ma senza smettere di avanzare lentamente.
<<Akira...sono io, tuo padre. Calmati ragazzo->> disse Idra per poi vedere che suo figlio gli si era lanciato contro avvolto da un manto di fiamme nere, portandoselo in cielo aiutato dalla combustione e spinta delle fiamme.
Hasei rimase lì impassibile a guardare, ma d'altronde non poteva fare nulla, non era in grado di volare e benché meno di correre in aria.
Idra sentì un enorme bruciore attraversargli tutto il corpo, con l'armatura che piano a piano diventava incandescente.
Akira nel mentre rilasciava versi di drago infuriato che riecheggiavano ovunque, fino a raggiungere la base della Echo.
Idra, con una pensata rapida, tirò una testata ad Akira per poterlo allontanare, procurandosi però una brutta bruciatura.
<<Non mi stai dando scelta Akira!>> disse Idra mentre cadeva giù dal cielo tenendosi pronto ad atterrare.
Akira lo seguì a tutta velocità lasciandosi cadere dal cielo con il calcio teso, tentando di prendere Idra in pieno stomaco.
Idra all'ultimo momento, riuscì a spostarsi di lato a mezz'aria, atterrando in una porzione di foresta intatta per il momento.
Akira si schiantò al suolo aprendo una piccola voragine facendo cadere dentro degli alberi.
Idra sapeva benissimo che nella sua forma umana non avrebbe potuto fermarlo, così iniziò ad alzare la temperatura corporea a dismisura, mentre Akira uscì dalla voragine lanciandosi contro Idra con i pugni infuocati, pronto a colpire suo padre direttamente nello stomaco.
Idra rilasciò tutto il calore che aveva un corpo sotto forma di una nuvola di zolfo bollente, cosa che disorientò un po' Akira, ma non lo fermò dal avanzare.
Idra ne approfittò del momento di stordimento di Akira per colpirlo con un poderoso calcio, facendolo ricadere nella voragine di prima.
Dopodiché, Idra, con un balzo anormale, tornò precisamente a fianco di Hasei per poi farsi un po' indietro e gli disse <<Hasei, ragazzo. Ho bisogno che me lo trattieni per un po'. Forse conosco un modo per farlo ritornare in sé stesso>>.
Hasei guardò Idra mentre quest'ultimo stava concentrando nelle sue mani una grande quantità di calore che piano piano stava comprimendo in una sfera dall'aspetto infuocato.
Da lontano si poteva udire Akira ritornare indietro a velocità assurda, con i passi che si facevano sempre più vicini.
Hasei si mise immediatamente in guardia, indossando la maschera e venendo circondato da fulmini violacei.
Sapeva che se avesse provato a fermarlo senza un rinforzo, sarebbe finita nel giro di pochi secondi.
Appena intravide la sua sagoma, Akira spuntò dalla foresta con la bocca che rilasciava fiamme nere sui lati di quest'ultima.
Hasei scattò immediatamente sopra di lui, evitando un'artigliata.
Si diresse poi di nuovo all'interno della foresta, seguito immediatamente da Akira che gli stava dietro di un paio di metri, passando tra gli alberi che a poco a poco venivano inceneriti dalle fiamme che Akira rilasciava dal corpo.
Appena arrivò in una piccola area aperta, Hasei cambiò immediatamente direzione, facendo dietrofront lanciandosi contro Akira, colpendolo sul grugno con un calcio in modo diretto.
Questo colpo però non fece vacillare di troppo il ragazzo ibrido, che subito balzò indietro e iniziò a scagliare dalla bocca molte sfere infuocate contro Hasei, che evitò in modo abbastanza semplice, dato che la traiettoria delle sfere era abbastanza prevedibile.
Appena Akira ebbe finito, Hasei gli si lanciò contro con entrambi i pugni elettrificati.
"Sei mio!" pensò Hasei, per poi accorgersi di una cosa. I colpi lanciati da Akira poco fa si sono fermati a mezz'aria attorno a lui, creando una specie di campo minato volante.
Hasei non avrebbe avuto tempo di reagire, ormai era già troppo vicino.
Akira stringe entrambi i pugni e tutte le sfere vennero lanciate contro il povero Hasei che incassò ogni singolo colpo su ogni parte del suo corpo.
Venne alzata una massiva coltre di fumo e polvere che ricoprì l'intera area.
Akira lanciò un ruggito molto probabilmente di vittoria, credendo di aver sconfitto il suo avversario, per poi essere interrotto dallo sfrigolare di fulmini.
<<"Quando il rombo del tuono finisce...sta attento...>> disse una voce che proveniva dal fumo prima di colpire al petto Akira con una scarica di fulmini molto potente che lo spinse indietro lasciandolo un po' schokato dall'impatto.
<<...che dopo arriva sempre il fulmine. E quel fulmine ha un nome...Hasei>> finì di parlare lui mostrandosi completamente.
Nulla del suo aspetto fisico era cambiato, se non un particolare molto visibile: dietro gli era apparsa una grande coda da kitsune fatta completamente tutta di fulmini e saette viola.
Akira ringhiò nel vederlo ancora in piedi, per poi ruggirgli contro in maniera aggressiva.
Hasei si mise giù, posizionandosi come un predatore pronto ad attaccare la sua preda, dicendo <<Scusami amico. Ma devo tenerti a bada in qualche modo!>> per poi comparire letteralmente davanti ad Akira e colpirlo con una rapidissima raffica di pugni che visti ad occhi nudi, potevano solamente sembrare dei fulmini rapidi e coincisi.
Akira cercava di resistere a questi colpi che ogni volta che andavano a segno, era come se venisse folgorato da un fulmine.
Cercò di pararli, ma ciò non servì a molto, dato che il dolore era ancora più fulminante di quando veniva colpito.
Hasei improvvisamente, cambiò da pugni a calci, per poi colpirlo in faccia con un doppio calcio rotante e spedirlo in cielo.
Akira ruggì di dolore, ma non fece in tempo a riprendersi che notò Hasei in cielo che lo aveva raggiunto con una spinta disumana ottenuta dai piedi e dalla coda.
Il ragazzo kitsune, sapendo del suo vantaggio nella velocità, si scagliò rapidamente in picchiata con un calcio diretto allo stomaco di Akira, facendo precipitare entrambi a terra, e creando un possente fulmine cadente dal cielo sereno di quella giornata che attraversò Akira, facendogli avere vari spasimi di dolore.
Fatto ciò, Hasei si fece indietro quando percepì un pesante calore alle sue spalle.
Molto probabilmente era ora.
Attese che Akira si rialzasse per poi provocarlo facendo gesto di farsi avanti con un dito.
Quest'ultima cosa, fece infuriare Akira, che rilasciò di colpo una grande quantità di fiamme nere, insieme ad un impulso di fiamme.
Hasei per evitare tutto ciò, scattò rapidamente in direzione della fonte di calore, con una velocità che pure i migliori modelli di macchine potevano immaginare di raggiungere.
Il ragazzo drago a fatica stava dietro ad Hasei, ma non lo perse comunque di vista, finché lo raggiunse e si lanciò contro di lui ad artiglio aperto per afferrarlo. Ma non ci riuscì. Hasei evitò il colpo semplicemente spostandosi di lato. E fù allora che Akira lo vide. Idra era davanti a lui, con una sfera di fiamme grande quanto la sua mano che gli mise direttamente contro al petto, perfettamente nel centro.
Idra, quando la sfera fece contatto, esclamò <<Jōka no honō!>>.
Appena questo accade, Akira venne investito da una potentissima colonna infuocata che si innalzò in cielo per vari e vari chilometri.
<<GRAAAAAAAHHHH!!!>>. Questo fù l'unico verso che Akira potette emettere dal suo muso di drago, prima di ritrovarsi avvolto dalle fiamme che poco a poco lo inghiottivano.
Si alzò un enorme folata di vento che sbilanciò Hasei per un attimo, mentre Idra rimaneva lì fermo. Impassibile. Fisso.
Le fiamme lentamente si dissiparono e ne uscì fuori un Akira che ormai non aveva più alcun segno di fuoco nero o scaglie nere sul suo corpo. Anzi, ritornò completamente umano, ma cadde al suolo con gli occhi chiusi e tutto il corpo che fumava.
Idra ansimò, dato che quel colpo per essere caricato e poi scagliato, gli era costato molta energia non solo spirituale ma anche fisica.
Hasei ritornò al suo stato normale non appena si tolse la maschera, rimettendola sul lato del suo viso.
<<Ora mi spiega che cosa succede al mio amico?! Cos'era quella roba?!>> disse Hasei non solo con tono stanco per la battaglia con Akira, ma anche scocciato che nessuno gli avesse dato le risposte che cercava.
Idra lo guardò direttamente negli occhi, ma il ragazzo non sbatté nemmeno una palpebra. Idra sapeva che ormai era troppo tardi per cercare di nascondere nuovamente la verità, quindi prese in spalla Akira come un sacco di patate e si diresse in direzione della base dicendo ad Hasei <<Torniamo. Appena saremo lì...ti prometto che ti verrà detta ogni cosa, ragazzo>>.
Hasei lo seguì, ma guardando sempre indietro al disastro che Akira aveva lasciato nella sua furia e ira.
"Non immagino cosa sarebbe successo se lo scontro si sarebbe prolungato oltre. Avrebbe potuto distruggere pure l'isola?" pensò Hasei.
Idra camminava in silenzio nel mentre, ponderando su come avrebbe potuto rivelare la sorprendente realtà al migliore amico di suo figlio.

Sole e Drago: Un amore oltre la mitologia Where stories live. Discover now