CAPITOLO II: IL PRESENTE

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<<Si. È così che mio padre mi ha detto che lei e la mamma si sono conosciuti. Non ho mai avuto l'opportunità di incontrarla...e ora per colpa di quegli uomini in nero ho perso pure mio padre e mio fratello>> disse un Akira ormai ragazzo di 24 anni cresciuto con dei lunghi capelli neri, una tutta da ninja rossa e nera con stivali armati gialli. , neri e rossi.
Ad ascoltarlo c'era di fianco a lui un ragazzo capelli neri corti e arruffati, raccolti in una coda nera in piccola parte, petto nudo pieno di tatuaggi dalle spalle in giù, pantaloni tenuti su dà una corda rossa e scarpe che avevano uno stile piuttosto moderno di colore fucsia, viola scuro, bianche e dorate.
Sul lato del viso portava una maschera che raffigurava una kitsune, bianca con striature fucsia.
Entrambi erano seduti su un letto in quella che appariva essere una stanza da letto iper-tecnologica.
<<Wow Aki. Non lo sapevo che non avessi mai conosciuto tua mamma. Mi spiace amico>> gli disse il ragazzo dandogli qualche bottarella sulla schiena in modo amichevole.
Akira lo guardò e disse <<Grazie Hasei. Sei un bravo ascoltatore sai?>> e gli diede un pugnetto sulla spalla.
Hasei allora ridacchiò e si alzò in piedi sgranchiendosi un po' le gambe, la schiena e il collo.
<<Oookay, direi che per adesso ci siamo fatti abbastanza tempo di confessionale.
Andiamo, tuo zio ci aspetta. Dobbiamo progettare le difese per la base>> disse Hasei ad Akira dirigendosi verso la porta che, appena gli fu abbastanza vicino, si aprì in modo rapido dividendosi in quattro.
Akira, dopo essersi messo bene a posto la mascherina da ninja, aver recuperato la sua cinta di kunai e aver preso la sua katana sul suo fianco, si diresse verso l'uscita della camera, seguendo Hasei in un lungo corridoio nel quale giravano molti agenti in divisa e soldati in divisa nera armati di fucili, pistole, coltellini e teaser elettrici a forma di bastone.
Il corridoio era fatto di un materiale molto spesso e resistente, qualcosa di simile all'ossidiana, ma molto più duro e coriaceo.
Il corridoio li portò in una zona aperta, tipo una sala principale nella quale il movimento era evidente: agenti, soldati, segretari e segretarie, dottori e dottoresse, informatici e informatiche, scienziati e scienziate e così via.
Akira e Hasei dopo aver varcato un enorme portone, si ritrovarono in quella che era la sala principale della base.
Era piena zeppa di centri di intelligence, tra computer collegati a satelliti che monitorano il clima e i vari spostamenti dei veicoli o degli individui segnalati.
Davanti a loro, si ergeva un enorme tavolo nero stretto e lungo, con varie sedie attorno.
Poco più avanti c'era uno schermo che stava riproducendo il video di un assalto ad un avamposto da parte di alcuni agenti in nero.
A guardarlo c'era un uomo di circa mezza età, capelli neri lunghi e lisci, barba curata e poco folta, occhi nero pece, corporatura magra ed era vestito con uno smoking nero, camicia bianca, cravatta nera, pantaloni neri eleganti e scarpe nere.
<<Yoh, comandante Hills>> disse Hasei per attirare l'attenzione.
Il comandante Hills non si fece attendere con la risposta dicendo <<Ottimo, ora che siete qui possiamo iniziare la riunione per le modifiche ai sistemi di sicurezza e difesa della base>> e stoppò il video per poi sedersi ad una delle sedie che aveva lì vicino.
Akira e Hasei si sedettero in due sedie proprio davanti a lui.
Hills mise di fronte a tutti e tre una cartina col perimetro della base e tutti i sistemi di sicurezza e difesa che erano intorno, segnati con un pennarello nero.
Hasei e Akira iniziarono a dare un'occhiata molto rapida, anche se Hasei non ci capiva molto di tecnologia e robe varie, infatti rimase lì per tutto il tempo a grattarsi la testa.
Nel mentre Akira faceva scattare gli occhi a destra e manca, analizzando ogni singolo punto della base, sia esterno che interno.
Era come se stesse scannerizzando tutto in ogni meticoloso dettagli, come una sottospecie di robot.
Dopo un paio di minuti, Akira batté una mano sul tavolo indicò la punta della base.
<<Lì sopra. È vero abbiamo già una torretta al plasma, ma il suo tempo di ricarica è troppo lungo e dà troppo tempo al nemico di avanzare. Dobbiamo costruire altre 4 piattaforme circolare attorno al tetto e sistemare delle torrette mitragliatrici, in modo da compensare il vuoto nel tempo di ricarica del cannone>> disse in modo sicuro e coinciso guardando Hills e Hasei.
Hasei lo guardò sbalordito con gli occhi sgranati mentre Hills fece solo un piccolo sorrisetto, con un goccio di fierezza.
Hasei ridacchiò un po' e disse <<Eh. Nerd>> in modo scherzoso ovviamente.
Akira che lo sentì gli diede un colpetto in testa. <<Sta zitto idiota, ahah, non è così difficile da capire>> gli disse ridacchiando.
Hills mise una mano sulla spalla di Akira e lo guardò dicendogli <<Ottima idea comunque. Provvederò a mandare le schematiche alla squadra riparazioni e agli ingegneri>>.
Akira annuì e poi notò il video sullo schermo.
Hills, notando Akira guardare lo schermo, fece ripartire il video dal punto in cui si era fermato: gli agenti in nero erano arrivati alle mura esterne della base, ma stavano venendo respinte.
Solo dopo qualche secondo, qualcosa o qualcuno atterrò in mezzo alla marmaglia, e con uno solo colpo di una lancia, perforò le mura facendo entrare tutti i soldati dentro.
Però quel attacco non ebbe vita lunga, dato che uno strano individuo incappucciato sbaragliò l'intero esercito più quel qualcuno che era arrivato con la lancia perforando le mura della base.
Il video si interruppe lì, lasciando l'immagine del l'uomo incappucciato di fronte al muro bucato.
Hasei guardò per bene ma ancora faticava a capire. <<Chi diamine era quello? Non ho mai visto nessuno con una potenza talmente tanto elevata da sbaragliare un intero esercito da solo, soprattutto a mani nude!>> disse con un tono sorpreso.
Hills allora si girò verso entrambi, e guardò soprattutto Akira, dicendo <<Purtroppo non so chi possa essere. Ma se ha attaccato gli agenti in nero, vuol dire che è dalla nostra parte, e ciò mi rassicura molto. Ma c'è dell'altro. Dopo quegli avvenimenti, mi sono allontanati un po' dalla base per fare una pausa, e quel individuo incappucciato mi raggiunse. Mi disse che stavo facendo un ottimo lavoro a "tenerlo d'occhio". Non intesi cosa mi voleva dire>> disse così mentre andava verso un cassetto vicino ad un mobile di fianco alla porta d'ingresso, estraendo un involucro di stracci nei quali era stato messo qualcosa dalla forma allungata.
Prese l'involucro e lo mise su un tavolo, e riprese a parlare <<Ma mi diede questo pacco qui. Mi disse di darlo al ragazzo dagli occhi rossi>> e guardò Akira direttamente.
Hasei fece lo stesso e Akira si indicò per poi dire <<Io? Perché proprio io??>>.
Hills scosse la testa come per dire "Non lo so" e avvicinò il pacco ad Akira.
Akira lentamente lo aprì e quello che vide gli fece illuminare gli occhi rossi:

nel involucro di stracci, c'era una katana dalla lama color rosso puro, con la guardia rossa scura e l'elsa rosso porpora, con il pomello dorato a forma di viso di drago

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nel involucro di stracci, c'era una katana dalla lama color rosso puro, con la guardia rossa scura e l'elsa rosso porpora, con il pomello dorato a forma di viso di drago.
Hasei rimase a guardarla sbalordito.
<<Che figata!!! Te l'ha data il tipo?!>> disse guardando Hills.
Hills annuì. <<Si. Non mi sono mai azzardato di controllare l'interno del involucro, ma ammetto che è davvero una sorpresa. È in ottime condizioni la lama ed è anche piuttosto sgargiante. Che ne pensi Akira?->> e guardò Akira che in realtà sembrava avesse appena visto un fantasma.
Sul suo viso scorreva una goccia di sudore e fece un passo indietro dicendo sottovoce <<Impossibile...non è possibile...>>.
Hasei si preoccupò un attimo e lo prese per le spalle scuotendolo un po'.
<<Ohi Aki. Ma che hai? C'è qualcosa che non va in quella katana?>> gli disse guardandolo dritto negli occhi.
Akira prese fiato e sobbalzò un po' ma alla fine lo disse <<Quella katana...quel tipo di forgiatura...quella lama così elaborata. Non è possibile...>> si avvicinò alla katana guardandola nel riflesso della lama e poi disse <<Com'è possibile che una lama della mia isola sia ancora integra..??>>.

Sole e Drago: Un amore oltre la mitologia Where stories live. Discover now