CAPITOLO XII: IL RAGAZZO DELLA LUNA

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Akira rimase confuso dal vedere lo straniero dai capelli bianchi.
Non lo aveva nemmeno sentito arrivare. Come se fosse spuntato dal nulla più totale.
Tenne il kunai alto mentre lo straniero si fece più vicino.
<<Hey tranquillo, non intenzione di attaccarti.
È solo che nessuno è mai arrivato fino a qui e mi sono sorpreso. Da dove arrivi?>> chiese lo straniero ad Akira, piantando la katana nel terreno.
Il ragazzo poi si sedette a terra, a gambe incrociate, attendendo la risposta di un disorientato Akira che ancora teneva la guardia alta.
<<E perché dovrei dirlo a uno come te? Piuttosto, da dove sei saltato fuori? Non ti ho sentito arrivare>> disse Akira.
Il ragazzo coi capelli bianchi ridacchiò e poi disse <<Diciamo che ho varie capacità che mi permettono di passare particolarmente inosservato, ma solamente durante la notte>> per poi guardare nuovamente Akira.
Allora, datagli la risposta, Akira disse <<Vengo da una base militare. È a pochi chilometri da qui, ma non ti dirò l'esatta posizione, puoi scordartelo>>.
Alla frase detta da Akira, seguì un lungo sospiro da parte del ragazzo straniero, che si alzò nuovamente in piedi dicendo <<Non sono una spia per quello stupido esercito militare, tanto meno una spia degli Spectre>>.
Akira rimase sorpreso.
"Conosce la Spectre? Quindi saprà qualcosa di mio fratello..." pensò Akira.
Ad un certo punto, un'onda si infranse sulla scogliera, ma non ebbe vita lunga.
L'onda si ritirò immediatamente, cosa che ad Akira non passò inosservata.
Lo straniero allora gli si avvicinò ancora di più e gli chiese <<Anche a te non è sembrata normale, vero?>>.
Akira capì immediatamente che stava parlando dell'onda di prima, e annuì lentamente.
Una risposta ai loro dubbi non si fece attendere, quando si sentirono vari versi strani, come becchi che battevano velocemente.
Akira si affacciò un po', e li vide:

erano degli esseri mostruosi, con il dorso di tartaruga e anche la bocca era quella di una tartaruga

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erano degli esseri mostruosi, con il dorso di tartaruga e anche la bocca era quella di una tartaruga.
Il corpo era però simile a quello di una scimmia circa e in testa avevano un buco pieno d'acqua.
Akira li guardò ancora, per poi sentire il ragazzo dire <<Dei Kappa in acqua salata?>>.
Akira allora gli chiese <<Sono i famosi Kappa quelli? Ma non abitano solamente le fonti di acqua dolce?>> e prontamente il ragazzo gli disse <<Si. Per questo è una cosa strana. C'è sicuramente qualcosa che non va...>>.
Sfortuna volle, che uno dei Kappa sentì i due ragazzi discutere, e alzata la testa li vide.
Rilasciò un verso che sembrava quello di un essere demoniaco che attirò anche l'attenzione degli altri Kappa, che alzarono anche loro lo sguardo e videro i due ragazzi.
<<Oh oh->> esclamò Akira, mentre venne tirato indietro dallo straniero e poggiato a terra mentre quest'ultimo recuperava la sua katana da terra.
Dopo qualche secondo, videro che i kappa avevano spiccato dei balzi enormi ed erano atterrati sulla punta della rupe.
Emettevano dei gorgoglii, come se avessero le bocche piene d'acqua, e si avvicinavano lentamente ai due.
Akira riprese il suo kunai e lo tenne davanti al viso, mentre il ragazzo dai capelli bianchi puntò la katana contro i mostri.
<<Ok, sono circa una decina. Cinque a testa, chiaro?>> disse il ragazzo ad Akira, che annuì nuovamente e immediatamente su lanciò contro i kappa, atterrandone uno con un calcio al petto, senza ucciderlo però.
Quel kappa divenne furioso e si rilanciò verso Akira che indietreggiò immediatamente.
Il kappa ancora gli andò addosso, ma venne bloccato dalla katana del ragazzo straniero, tenendo il mostro davanti a lui che cercava addirittura di spezzare la lama con il suo becco.
Il ragazzo allora lo respinse spingendolo indietro, solo per poi venir sfiorato da un getto d'acqua bollente vicino allo stomaco.
Akira gli andò vicino e esclamò <<Ossi duri sti cosi. Com'è lì buttiamo giù? Hanno un punto debole?>>.
Il ragazzo li guardò per bene, e poi notò le loro pozze d'acqua sulla testa.
<<Ma certo. Mi ricordo di aver letto in un libro che meno acqua c'è nelle loro conche in testa, più deboli saranno. Puntiamo principalmente alla loro testa, ma senza ucciderli, mi raccomando. Sono esseri viventi anche loro, pur essendo mostri>> disse il ragazzo tenendo la katana con entrambe le mani.
Akira posò il suo kunai nella cinta e disse con una voce che passava dal normale al rauca e profonda <<Quindi basta che li mettiamo K.O in un colpo anche. Ottimo>> per poi trasformarsi nella sua forma ibrida, lasciando il ragazzo straniero sorpreso, ma con un sorriso soddisfatto sul viso.
Entrambi poi, preso un bel respiro, si lanciarono contro i loro avversari, respingendoli verso la punta della rupe.
I kappa però non erano così stupidi.
Utilizzavano i loro carapaci sulla schiena per evitare di essere spinti troppo in là, resistendo quindi all'assalto dei due.
Purtroppo Akira era ancora indebolito dall'ultima lotta, quindi non poteva fare granché.
Anche solo utilizzare in maniera così leggera la sua forma ibrida lo stava rendendo sempre più stanco e debole.
Questa cosa fu notata da uno dei Kappa, che subito ne approfittò per colpirlo al petto con un'artigliata ad Akira, che venne spinto indietro e con un graffio sul petto, fortunatamente solo superficiale.
Anche lo straniero indietreggiò, mettendosi poco più davanti ad Akira con la guardia alta.
<<Merda, sono tosti>> disse lo straniero, per poi essere seguito da Akira che disse <<È ovvio, sono in gruppo. Utilizzano il numero per sopraffarci, non sarà facile batterli nemmeno se li dividessimo>>.
I kappa iniziarono a battere i loro becchi, creando quasi un ritmo intimidatorio mentre si avvicinavano sempre di più.
<<Beh...se non possiamo batterli di forza... dovremo farlo in velocità>> disse a sorpresa lo straniero che si fece avanti lentamente.
Akira sgranò gli occhi dicendo <<Ma che vuoi fare da solo?!>>.
Il ragazzo dai capelli bianchi chiuse gli occhi.
I kappa iniziarono a ridere. Davvero un umano pensava di poterli battere da solo? Beh...stavano per ricevere la notizia più brutta della loro vita. Si. Poteva.
Di colpo dal cielo si sprigionò una luce abbagliante e potente. Era bianca, come la luce di una stella in punto di morire, ma non era esattamente quello.
Akira alzò lo sguardo e la vide: la luna era vicinissima alla scogliera, ed era enorme.
I kappa rimasero confusi, quando poi il ragazzo dai capelli bianchi alzò la lama al cielo, dicendo <<Miei dei...donatemi la forza. Donatemi la velocità della luce lunare...>> per poi girare la katana al contrario, tenendola per l'elsa con la mano destra e la mano sinistra sopra la punta dell'elsa.
La lama si fece improvvisamente bianca e le sue gambe vennero intrise di luce lunare.
<<Tsuki no jutsu: Tsuki no uragawa no sokudo>> disse il ragazzo per poi sparire di colpo davanti agli occhi di tutti.
Akira rimase sbalordito, per poi guardarsi attorno.
"Cos- dov'è finito?! Come-" stava pensando Akira in quel momento, mentre gli occhi saettavano da un lato all'altro.
I kappa erano spaventati e non facevano altro che panicare a destra e manca, impauriti come non mai con i becchi che battevano per il terrore.
Solo qualche secondo dopo, tutte le teste dei Kappa furono colpite come da qualcosa di invisibile, ma quei colpi furono abbastanza forti da fare cadere quasi tutta l'acqua nelle loro conche per terra, facendoli svenire uno dopo l'altro.
Akira ancora non riusciva a comprendere, ma poi vide il ragazzo riapparire davanti a lui.
<<Tsuki no jutsu: Tsuki no senkō>> disse dopo aver compiuto quei repentini colpi di spada.
Ora tutti i kappa erano a terra, privi di sensi.
Akira tornò nella sua forma normale, finendo in ginocchio per la stanchezza.
Il ragazzo gli si avvicinò tirandolo su per la spalla e gli chiese <<Tutto bene? Sembri stanco>>.
Akira si rimise in piedi e tolse la mano del ragazzo dalla sua spalla lentamente, rispondendo <<Si, tutto ok. Sono solo un po' stremato, tutto qui>>>.
Entrambi poi notarono come i kappa stessero strusciando verso il mare, cadendo dalla rupe per finire in acqua, per poi immergersi e scomparire.
Il ragazzo coi capelli bianchi allora, si avvicinò per vedere che non tornassero, e così non fu.
Dopo questo accertamento, si sedette per terra e disse <<Non mi aspettavo un attacco da parte dei Kappa. Di solito non lavorano mai in gruppo>>.
Akira gli si avvicinò per poi sedersi a sua volta di fianco a lui e gli chiese <<Ne parli come se li avessi già affrontati. Chi sei tu?>> facendogli anche una domanda che gli avrebbe dovuto fare sin dall'inizio.
Il ragazzo gli porse la mano e disse <<Eiichi. E si, so molto sugli esseri di regni diversi dal tuo. Però te come ti chiami, ragazzo drago?>>.
Akira gli strinse la mano un po' confuso dalla risposta, ma disse tranquillamente <<Capisco. Comunque il mio nome è Akira. Akira Hitoshi>>.
Al solo sentire del cognome, Eiichi spalancò gli occhi e chiese <<Hitoshi? Come il generale Idra Hitoshi?? Figlio del comandante Oda Hitoshi???>>.
Akira rimase sorpreso dalla sua reazione, anche se non troppo, dato che alla fin fine suo padre e suo nonno erano soldati molto famosi sul campo di battaglia.
Così gli rispose <<Si, esattamente. Conosci mio padre di persona quindi?>> e Eiichi disse <<Oh, no no, non l'ho mai conosciuto di persona, ma mio padre non fa altro che parlarne con mia zia a volte. Lo vede come un vero e proprio eroe della patria. Wow. Non avrei mai pensato di conoscere la progenia del generale ibrido più famoso>>.
Akira si grattò la testa un po' imbarazzato e disse <<Ahah, dai alla fine non sono proprio un granché. Non sono neanche troppo in forma>>.
Eiichi stava per chiedere altro, quando la lama della sua spada si illuminò e tirò un lungo sospiro dispiaciuto, mentre si rialzava in piedi.
<<Oh beh, devo andare. A quanto pare sono desiderato altrove>> disse Eiichi mentre si incamminava verso la scogliera.
Akira si alzò e gli disse <<Spero di poterti rivedere un giorno, Eiichi. Grazie per avermi aiutato>>.
Eiichi ridacchiò e si girò verso Akira dicendo <<Fidati. Quel giorno è anche più vicino di quanto pensi. Buona fortuna per la rivelazione>> per poi buttarsi giù dalla scogliera.
Akira, mezzo schokato dalla frase detta da lui e soprattutto dal fatto che si era appena buttato giù, corse a vedere sotto, ma non vide assolutamente nessuno.
"Ma quindi... è stato un miraggio?" pensò intensamente Akira, ma si convinse che era impossibile che lo fosse. Dopotutto i kappa si potevano ancora vedere in lontananza mentre scappavano verso il mare aperto.
Tutto ciò lo destabilizzò un po', ma non abbastanza dal tenerlo fermo lì, dato che girò immediatamente i tacchi, e si ridiresse alla base, tornando che ormai era notte fonda, e si gettò nel suo letto, addormentandosi subito con la luce della luna che lo accompagnava nel suo sonno.

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