Capitolo 2

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Erin

Continuai a fare avanti e indietro nell'ufficio di Simon tenendo le braccia incrociate al petto. Eravamo lì da due ore, Lily si era addormentata sul divano e l'avevo coperta con il mio cappotto. Simon aveva annullato tutti gli appuntamenti della giornata per poter stare con me.

-Che cosa avete fatto in questi tre anni?- gli chiesi dopo un immenso momento di silenzio.

-Quando sei andata via, Liam non ha parlato con nessuno per diverse settimane...non parlava neanche con Sophia- Liam era il mio migliore amico, con lui condividevo di tutto e Sophia era la sua fidanzata -Niall e Louis se ne sono andati con Kate e Eleanor per due mesi e non ci fu modo di rintracciarli. Nessuno di loro si fece sentire e per un attimo temetti che gli fosse successo qualcosa. Zayn e Perrie sono andati avanti normalmente ma si sapeva che dentro stavano soffrendo per la tua mancanza- una fitta dolorosa mi colpii al cuore. Lacrime di dolore scendevano lungo le mie guance e le mani che tremavano insieme al mio labbro inferiore.

Avevo fatto soffrire i miei amici, le uniche persone che mi avevano aiutato in un sacco di imprese e che mi amavano più di loro stessi. Ero un mostro. Non si meritavano tutto quello che gli avevo fatto passare, ero una persona orribile, soprattutto per aver fatto soffrire Liam. Era il mio migliore amico e aveva sofferto più di tutti chiudendosi in se stesso.

Dovevo rimediare a quel casino.

Mi sedetti sul divano vicino ai piedi di mia figlia e la osservai dormire. Sembrava un dolce angelo caduto dal cielo per stare con me. Un angelo che mi aveva donato la persona più importante di tutte.

-Cosa hai fatto quando te ne sei andata?- chiese Simon rompendo il silenzio. Mi voltai verso di lui e capii che era giunto il momento di raccontare tutto. Notai il suo profilo leggermente invecchiato, alcune rughe ai lati degli occhi e alcuni capelli che cominciavano a diventare grigi. Ricordavo che Simon odiava avere i capelli grigi ma che li accettava perché erano parte di lui.

-Quando ho lasciato Harry...- pronunciare quel nome era molto doloroso per il mio cuore. Ricordare i suoi ricci, i suoi occhi verdi e il suo sorriso non aiutava affatto -...sono andata da Anne, sua madre, e da Gemma...dissi loro tutto quanto e mi aiutarono con la gravidanza. Ma sapevo che se fossi rimasta qui...- le lacrime ricominciavano a scorrere sulle mie guance e non intendevano fermarsi. Ero talmente stressata che non riuscii a terminare la frase -...quindi Des mi ha aiutata a trovare una casa in periferia e lontana da qui-

-Mi stai dicendo che Anne, Gemma e Des sanno che Harry è padre?- aggrottò la fronte.

-Sì. Tutti i fine settimana uno di loro viene da me e sta un po' con la bambina- dissi con voce strozzata.

-Come hanno fatto a mantenere questo segreto per tre anni?- si alzò e si passò una mano fra i capelli. Mi alzai anche io, andai verso di lui e cercai di calmarlo.

-Mi dispiace Simon, ho chiesto loro di non dire niente ad Harry perché sapevo che avrebbe fatto di tutto per trovarmi e non volevo che accadesse. Ti prego, non prendertela con loro! Se devi incolpare qualcuno, incolpa me!- unii le mani come in preghiera e mi posizionai davanti a lui.

-Ti prego- supplicai. Loro non centravano niente, ero io la colpevole di tutto e l'idea che qualcuno se la prendesse con uno solo di loro mi uccideva. Cominciavo a pensare a cosa avrebbe detto Harry se avesse saputo di tutto quello che avevo combinato.

Probabilmente mi avrebbe ucciso e poi avrebbe ucciso gli altri pensai.

-Va bene, va bene...ma...- prese un respiro e si passò una mano sulla fronte -...cosa intendi fare adesso?-

-Voglio vedere Liam, prima voglio vedere lui- dissi.

-Va bene...ehm...ora è a casa con Sophia, se vuoi andiamo subito- propose.

-Va bene- mi misi il cappotto e svegliai la bambina che era sul divano.

-Amore, svegliati- le sussurravo mentre le baciavo la testa.

-mmh...- si alzò lentamente strofinandosi gli occhi e sbadigliando -...Mamma ho sonno- disse.

-Dormirai in macchina, tesoro- le misi la giacca e la presi in braccio. Appoggiò la testa sulla mia spalla, strofinò il suo naso sul mio collo per poi addormentarsi ancora una volta.

Uscimmo dall'ufficio di Simon e lui venne con noi verso il parcheggio. Aprii la macchina, misi Lily nel seggiolino e chiusi la portiera.

-Vuoi venire con noi, senza che prendi anche la tua auto?- chiesi a Simon.

-Va bene ma guido io- sorrise e salimmo in macchina.

Nessuno dei due parlò e per quello mi sentii leggermente in imbarazzo. Quando Harry mi presentò a lui, non fu molto contento della nostra relazione perché mi disse che potevo distrarre Harry dalla sua carriera...ma dopo un po' di tempo lo accettò, quella cosa mi rese felice e allo stesso tempo amata. Felice che non mi odiasse e che mi volesse bene.

-Lavori?- Simon interruppe i miei pensieri facendomi una domanda che non avevo ben capito.

-Scusa non ho capito, puoi ripetere?- lo guardai e aggrottai la fronte.

-Ho chiesto se lavori...sai...avendo una figlia dovrai mantenerla- sorrise.

-Sì, ho un ottimo lavoro dove mi pagano benissimo...forse anche troppo- ridacchiai.

-Che lavoro è?-

-Faccio parte dell'editing...mi occupo della correzione di bozze, valutazione di testi inediti, trascrizione di manoscritti, nastri digitali e realizzazione di illustrazioni dei testi di narrativa- spiegai.

-E dove porti la bambina quando lavori?-

-Io lavoro a casa, il direttore mi invia i manoscritti per e-mail, faccio il mio lavoro e poi li spedisco- fece un cenno con la testa di approvazione.

-Lo sai che se vuoi un ottimo lavoro posso inserirti nei provini?- alzai gli occhi al cielo e mi coprii la faccia con le mani.

-Ti prego Simon non ricominciare con questa storia di x-Factor perché sai che non accetterò!...- cominciai ad irritarmi.

Da quando Simon mi aveva sentita cantare non finiva di propormi di fare dei provini. Rifiutavo sempre perché non volevo condurre la vita di una cantante, da una parte era bellissima ma dall'altra non la sopportavo -...e poi adesso ho una figlia non voglio che cresca con una madre assente!- sospirò e si concentrò sulla strada.

-Va bene- disse rassegnato.

Non solo lui era convinto che dovessi fare i provini ma anche i ragazzi e Harry mi supplicava ogni giorno di farlo ma io non avevo mai ceduto.

Dopo un po' ci fermammo davanti ad una casa enorme con un giardino e una piscina grandissima.

-Sei pronta?- mi chiese e, non avendo le parole per poter parlare, annuii.

Scesi dalla macchina, lasciai il finestrino un po' aperto e mi assicurai che Lily dormisse.
Fu un attimo e ci ritrovammo davanti alla porta, Simon si voltò verso di me per accettarsi che fossi pronta e gli feci un cenno con la testa. Bussò alla porta e aspettammo che qualcuno ci aprisse. Il mio cuore perse un battito quando la porta si spalancò mostrando Liam senza maglietta e felice di vedere Simon.

-Ciao Sim...- si bloccò e spalancò gli occhi appena vide la mia figura accanto a quella di Simon. I suoi occhi erano diventati lucidi e le mie lacrime avevano cominciato a scendere.

-Erin...- disse in un sussurro.

-Liam...- feci la stessa cosa. Non resistetti e andai ad abbracciarlo, lo strinsi forte e potei sentire dei singhiozzi. Capii che stava piangendo e lo calmai accarezzandogli la schiena.

-Va tutto bene, sono qui adesso. Sono tornata e non me ne andrò più- tirai su col naso dato che stavo piangendo anche io.

-Non sai quanto mi sei mancata Erin-

-Anche tu Liam, il mio migliore amico- continuammo a piangere abbracciati.


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