Parte 26 - "Come stai?"

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Lorenzo si continuava a rigirare nel letto senza riuscire a prendere sonno. Il motivo che lo teneva sveglio era sempre uno, lo stesso che lo tormentava anno dopo anno: il derby. In quanto romano e romanista sentiva quella partita più di tutti gli altri suoi compagni di squadra e si comportava non come un giocatore, ma come un tifoso facendo di tutto per portarsi a casa la vittoria. Sapeva quanto fosse importante vincere il derby e cercava in tutti i modi di trasmettere questa sua smania di vincere anche al resto della squadra.
Era il capitano e spettava a lui far splendere il vessillo giallorosso su tutta la città.
Sentiva la pressione sulle sue spalle, una responsabilità opprimente che lo schiacciava e non lo faceva giocare con lucidità. Avevano preparato bene la partita, ma non riuscivano a finalizzare al meglio per chiuderla.
Lorenzo era nervoso: sentiva gli insulti provenire dalla parte bianco celeste dell'Olimpico e la cosa che lo faceva arrabbiare ancora di più era sentire quelli rivolti alla sua ragazza. Da quando aveva acquistato un po' di notorietà gliene stavano dicendo di tutti i colori, soprattutto i laziali, sempre pronti a punzecchiarla.
Odiava sentire le loro cattiverie e questo lo faceva sbagliare.

Era il settantesimo e le squadre si trovavano ancora sullo zero a zero. "Calma! Usate la testa! C'è ancora tempo!" urlava Mou dalla panchina chiedendo un maggiore controllo di palla. Il numero sette però non ne poteva più di gestire il gioco, doveva guidare i suoi alla vittoria, costasse quel che costasse.
Ha ottenuto un passaggio a centrocampo da Cristante e ha cominciato a correre verso la porta avversaria. Puntava l'area di rigore senza nemmeno guardare i suoi compagni che cercavano di richiamare la sua attenzione. Era deciso a segnare, è arrivato al limite e... Romagnoli in scivolata gli ha soffiato il pallone e ha fatto ripartire velocemente i suoi.
Il numero sette giallorosso si è girato di scatto ed ha corso a perdifiato per recuperare la posizione. Aveva sbagliato e doveva rimediare ad ogni costo.
La palla correva veloce oltre la linea di centrocampo, ma con un ultimo sprint Pellegrini è riuscito a raggiungerla.
È entrato a sua volta in scivolata, ma ha colpito solo l'avversario buttandolo a terra.

Non aveva bisogno di guardare l'arbitro per capire di dover andare direttamente negli spogliatoi, perché sapeva di aver meritato quel cartellino rosso. Ha sfilato la fascia con l'amaro in bocca e l'ha ceduta a malincuore prima di lasciare il terreno di gioco.
Aveva fallito, come romanista e come capitano perché aveva abbandonato i suoi compagni nel momento del bisogno.
Come se non bastasse, poco dopo, Immobile ha siglato il gol della vittoria bianco celeste e il suo orgoglio si è definitivamente sgretolato.
Dopo la partita è uscito dallo stadio con il morale sotto i piedi e nemmeno la vista di Francesca è riuscita a risollevarlo.
"Può succedere" ha provato a consolarlo lei accarezzandogli il viso con dolcezza. "No, dovevo fare di più, dovevamo vincere!" ha risposto deluso il capitano. "Ero distratto e incazzato... quelle merde sugli spalti continuavano a provocarmi e soprattutto insultavano te ogni volta che toccavo palla" ha aggiunto calciando via una cartaccia.
"Li ho sentiti, ma a te non deve interessare. Non lasciarti distrarre dalle loro cazzate o gli darai solo la soddisfazione che non si meritano" ha risposto lei cercando di dimostrarsi matura in quella situazione complicata. Aveva sentito anche lei tutti quegli insulti e prese in giro, le stesse ricevute la settimana precedente sui social, ma non poteva dargli ascolto, non poteva lasciarsi abbattere.

"Ao rega! Guardate chi ce sta! Capitan fallito e la cantante sfigata!" un gruppetto di tifosi bianco celesti sghignazzava accanto all'auto di Pellegrini. "Ci canti l'inno della Lazio bella?" ha domandato uno facendo un gestaccio nella loro direzione. "Fuori dalle palle" ha ringhiato Lorenzo avvicinandosi di qualche passo. "Non usare quel tono, sennò ti prendi un altro rosso!" ha esclamato uno dei ragazzi generando le risate generali. Quella voce era così familiare...
Francesca ha alzato gli occhi e l'ha subito riconosciuto. Aveva un cappellino azzurro calcato sulla testa, ma quel ghigno perfido lo rendeva riconoscibile.
"Non parli più eh capitano" ha continuato Simone facendosi avanti. "Senza i tuoi compagni non fai più lo sbruffone" ha aggiunto supportato dai suoi amici e avvicinandosi ancora per cercare lo scontro.

"Andiamo via, lasciali stare" ha mormorato Francesca cercando di trascinarlo via.
"Tu invece come ti senti ad aver mollato il tuo gruppo per un po' di soldi e fama in più?" ha domandato il batterista rivolgendosi verso di lei. "Non sono io ad aver lasciato..." ha provato a difendersi la ragazza, ma il suo fidanzato l'ha interrotta. "Non parlarle" ha sibilato. "Non la devi manco guardare" ha aggiunto incenerendolo con lo sguardo. "Altrimenti?" ha chiesto Simone con tono di sfida.
Lorenzo non ce l'ha fatta più a trattenersi e ha sferrato il primo pugno sfogando tutta la rabbia e la frustrazione accumulate nelle ultime ore. Il batterista, questa volta sobrio, ha reagito e i due hanno cominciato a lottare sotto gli occhi sgomentati di Francesca. Dopo qualche minuto di colluttazione la ragazza è finalmente riuscita ad attirare l'attenzione di alcuni poliziotti e, alla vista delle divise, il gruppo di tifosi se l'è data a gambe.

"Come stai?" ha chiesto la ragazza mentre Pellegrini si rialzava a fatica. Lui si è tamponato il sangue che gli usciva dal naso con la manica della giacca e si è diretto verso la macchina senza rispondere.
Aveva reagito alle provocazioni di quel coglione e gli aveva dato esattamente quello che voleva. Era malconcio, stanco, umiliato ed amareggiato e sapeva che questo suo gesto gli avrebbe causato inevitabili conseguenze.

Hey💕
Ecco un nuovo capitolo, spero vi piaccia! Scusate l'assenza ma sono un po' impegnata con gli esami e scrivo quando trovo un minuto libero.
In più sti giorni sono presa a male per il comportamento di Zaniolo che a parer mio è stato irrispettoso. Se avete letto le altre storie sapete quanto tengo a lui, ma dopo quello che ha fatto e detto nei giorni scorsi si è dimostrato un uomo di non molto valore. Roma e noi tifosi lo abbiamo sempre difeso e sostenuto come se fosse uno di noi e lui chiede la cessione per guadagnare qualcosa di più altrove alla prima difficoltà?
Sono dispiaciuta e incazzata, pensavo fosse diverso e che potesse diventare una bandiera della Roma, ma evidentemente mi sbagliavo...
Voi cosa ne pensate di questa situazione?
Alla prossima🥰

I brividi mi vengono❤🧡 ~Lorenzo Pellegrini~ ❤🧡Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora