Parte 10 - "Sono perdonato?"

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"Mi dispiace, davvero" ha ripetuto Lorenzo avvicinandosi a lei di un passo. "Guarda che a me non frega un cazzo di quello che fai!" è sbottata Francesca respingendolo.
"In fondo perché saresti dovuto venire? Mi odi da quando sono arrivata. Stupida io che pensavo potessi cambiare..." ha aggiunto con amarezza. "Non è vero che ti odio, sono semplicemente stato un coglione" ha ammesso il ragazzo tentando in ogni modo di rimediare al suo errore. Lei lo guardava furiosa, ma in quegli occhi, nonostante i tentativi per nasconderla, riusciva a scorgere anche la delusione per la sua assenza. Se fosse potuto tornare indietro lo avrebbe fatto volentieri, ma era tardi ormai. Aveva fatto la sua scelta e non poteva essere più sbagliata di così.
"Hai ragione, quindi adesso lasciami stare!" ha esclamato Francesca voltandogli le spalle. Lorenzo ha esitato: le avrebbe chiesto scusa altre mille volte se fosse servito, ma in quel momento sapeva che sarebbe stato inutile e così ha obbedito ed è uscito dal locale tutto triste.

Nella settimana successiva ha provato a scriverle su Instagram e a parlarle tra un allenamento e l'altro a Trigoria, ma lei lo evitava come la peste e si comportava come se non esistesse.
Quella domenica l'intera squadra si è diretta a Salerno per la prima trasferta stagionale e o ragazzi sono stati ospitati per due notti in un hotel vicino allo stadio così da riposarsi prima della partita.
Lorenzo, seduto a cena assieme ai suoi compagni, osservava Francesca che mangiava al tavolo vicino al loro. Odiava vederla ridere e scherzare senza essere incluso in quei discorsi, odiava starle così lontano e non riusciva a spiegarsi il perché. Lei era ormai diventata il suo chiodo fisso, l'elemento principale su cui si accavallavano continuamente i suoi pensieri e non riusciva proprio a scacciarla dalla sua testa.
La guardava di nascosto sperando di non farsi notare ed osservava ogni suo comportamento da lontano cercando di capire cosa le passasse per la mente.

"Com'è vederla tutti i giorni senza parlarci più?" ha chiesto Mancini facendolo cadere dalle nuvole. "Cosa?" ha domandato confuso il capitano. "Non sto a parla' con te Lollo, dicevo a Zale" ha spiegato il numero ventitré lasciandogli una gomitata tra le costole.
Ma certo che non parlava con lui, in fondo nessuno sapeva della loro amicizia sbocciata ed appassita in pochi giorni né del rimorso che provava Pellegrini per non essersi presentato al suo concerto.
"Mi manca" ha risposto Zalewski dopo un lungo sospiro colmo di tristezza. "Vorrei capire cosa ho sbagliato. Tra noi sembrava andare tutto bene..." ha aggiunto lanciandole un'occhiata fugace.
Lorenzo si è morso la lingua per non rivelargli il vero motivo della loro rottura e si è affrettato a consolarlo. "Vedrai che ne troverai altre migliori!" ha esclamato con un sorriso un po' forzato. "Si, forse, ma Francy resterà sempre speciale" ha ribattuto il terzino con malinconia.
Lorenzo lo sapeva bene, ma non voleva proprio ammetterlo a sé stesso.

Dopo cena, Francesca è uscita dall'albergo per fumare una sigaretta e prendere un po' d'aria in quella fresca serata di fine settembre. Era riuscita a tenere il punto per ben una settimana, ma non sapeva per quanto ancora sarebbe riuscita a resistere. Lorenzo non faceva altro che scriverle e scusarsi oppure provava a bloccarla a Trigoria per parlarle di persona e ormai sfuggire alle sue attenzioni era diventato quasi impossibile.
Si sforzava di ignorarlo e guardarlo male, ma si divertiva come una matta a vederlo implorare il suo perdono.
Ha aspirato un tiro dalla sua sigaretta e si è soffermata ad osservare il mare che si scorgeva in lontananza: un'immensa distesa blu nella quale il sole scompariva lentamente tingendo il cielo di mille sfumature rosa ed arancioni.
"Il fumo uccide, non te lo hanno insegnato?" ha chiesto un'inconfondibile voce da sapientone alle sue spalle.
Si è voltata a squadrarlo e se lo è trovato a pochi passi da sé. "Non ho bisogno di un babysitter, me la cavo anche da sola" ha risposto sforzandosi di non ridere. "Sarebbe un peccato se la tua voce bellissima venisse rovinata da qualche sigaretta" ha insistito il capitano. "Che ne sai tu della mia voce? Al concerto manco c'eri" ha ribattuto con freddezza lei lasciandolo spiazzato.
"Colpito e affondato, uno a zero per te" si è arreso Lorenzo facendola finalmente ridere.
Francesca ha spento la cicca sotto il piede ed è tornata a concentrarsi su di lui. "Vuoi che ti perdoni vero?" ha chiesto pur conoscendo già la risposta. "Lo farò solamente se domani fai gol" ha aggiunto poi con un sorrisetto.
"Andata" ha accettato il capitano stringendole la mano. Avrebbe voluto continuare a chiacchierare, ma lei lo ha congedato: "Prima segni, poi torniamo amici" gli ha ricordato lasciandolo da solo e ritornando in stanza.

Il giorno successivo Lorenzo è sceso in campo con una carica diversa dal solito.
Se da una parte era convinto delle sue capacità e quindi sicuro di sé, dall'altra la necessità di segnare gli metteva una pressione non da poco.
La Roma giocava bene e dopo appena mezz'ora di gioco comandava già per due a zero sui padroni di casa.
Pellegrini, dopo aver confezionato un assist al bacio per Smalling e dopo aver dato il via al contropiede grazie al quale Tammy aveva raddoppiato, era alla ricerca di un gol che sembrava non voler proprio arrivare.
Continuava a calciare in porta ad ogni occasione, ma il portiere non gli concedeva mai di poter festeggiare e vincere la sua scommessa fatta con Francesca.

Il secondo tempo è ricominciato e questa pressione incombente lo ha fatto sbagliare ancora ed ancora. Sentiva le lamentele dei suoi compagni e i richiami del mister, ma non vedeva altro che lo specchio della porta. Ha tirato almeno sei volte, ma la rete sembrava stregata.
Era scoraggiato e sapeva che, se avesse continuato così, Mourinho lo avrebbe ben presto sostituito e avrebbe perso la sua chance. Ha lanciato uno sguardo verso la tribuna e ha incrociato l'espressione compiaciuta di Francesca. Ha scosso la testa ridacchiando tra sé e finalmente si è rilassato.
Come spesso accade, le cose avvengono quando si smette di cercarle e, proprio allo scadere, Lorenzo ha colpito al volo un pallone vacante in area e ha finalmente conquistato il suo primo gol stagionale.
Ha abbracciato i suoi compagni, poi è corso a bordo campo e ha fatto una linguaccia alla ragazza mimando poi con le labbra: "So troppo forte".

Quella sera, in albergo, Lorenzo l'ha raggiunta per reclamare il suo premio. "Ti sei salvato per il rotto della cuffia. Mancava poco e mi sarei finalmente liberata di te" ha scherzato Francesca non appena lo ha visto accomodarsi su un divanetto nella hall accanto al suo. "L'importante era fare gol e io ho segnato con un capolavoro" si è pavoneggiato Lorenzo strizzandole l'occhio. "Non esagerare, sei solo stato fortunato" lo ha ammonito la ragazza per non dargli soddisfazione.
"Vabbè, ma quindi... sono perdonato?" ha chiesto il capitano avvicinandosi leggermente.

I brividi mi vengono❤🧡 ~Lorenzo Pellegrini~ ❤🧡Where stories live. Discover now