Parte 17 - "Nei guai?"

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Lorenzo, accoccolato sul divano accanto a Francesca, si godeva le sue carezze ad occhi chiusi assaporando fino in fondo quel tocco delicato. Sarebbe rimasto lì per sempre, o almeno per tutta la notte, ma la mattina seguente doveva svegliarsi presto e sapeva che a Trigoria lo avrebbe aspettato una giornata complicata. "Devo andare" ha bisbigliato sollevandosi a sedere. "No dai, rimani ancora un po' " lo ha bloccato lei. "Non posso, domani devo allenarmi" ha risposto il ragazzo a malincuore. "Ed ecco di nuovo il capitano rompipalle" ha sbuffato Francesca alzando gli occhi al cielo. "Dai vai a dormire che sennò poi sei stanco e il mister ti mette in castigo" lo ha poi preso in giro alzandosi dal divano per accompagnarlo alla porta. "Buonanotte, a domani" si sono salutati con un bacio e poi il numero sette si è avviato verso casa per riposarsi un po'.


La mattina seguente Lorenzo ha preso la macchina senza quella smania di allenarsi e dare il massimo per la sua Roma che solitamente lo accompagnava. Sapeva che ci sarebbero state delle conseguenze per quanto accaduto il giorno prima, ma non aveva alcuna voglia di affrontarle. Neanche il tempo di varcare il cancello di Trigoria che il direttore sportivo lo ha bloccato e, senza troppi complimenti, lo ha invitato a seguirlo nel suo ufficio. Il ragazzo ha obbedito senza replicare ed insieme sono entrati nella stanza al secondo piano. In piedi, vicino alla finestra, Mourinho osservava il campo sottostante con una faccia scura e aria pensierosa. Zalewski era seduto su una delle due sedie davanti alla scrivania e il DS ha invitato il capitano ad accomodarsi sull'altra. "Quello che è successo ieri non è accettabile" ha incominciato il dirigente con severità. "Non potete litigare così davanti a tutti o lo spogliatoio ne risentirà" ha continuato poi ticchettando nervosamente con la penna sul tavolo ingombro di cartelline e altre scartoffie. Nella stanza è calato un silenzio pesante come un macigno mentre la tensione cresceva sempre di più. "Lorenzo tu non puoi fare queste cose! Sei il capitano! Devi dare l'esempio!" ha sbraitato il mister con quel suo accento portoghese. Il numero sette lo ha guardato senza dire una parola accettando quell'aspro rimprovero, nonostante non fosse colpevole, solo per non mettere nei guai il suo amico. Zale era solo un ragazzino, se avessero saputo la dinamica non avrebbero perso tempo a mandarlo via per la tranquillità di tutti, mentre lui, il capitano, se la sarebbe cavata solo con una lavata di capo e al massimo una multa.

"Lui non ha fatto niente, è colpa mia!" è intervenuto Nicola continuando a fissare il pavimento. Tutti i presenti si sono girati di scatto nella sua direzione. "Che hai detto?" ha domandato stupito il direttore sportivo. "Ho detto che è colpa mia" ha aggiunto con rabbia il terzino. "Non lo vedete come è conciato? Lui non ha fatto niente, sono stato io ad aggredirlo" ha aggiunto stringendo i pugni fino a far diventare bianche le nocche. Il mister lo ha squadrato con sospetto e poi ha commentato: "Perchè lo hai fatto Nick? Che cosa ti ha spinto a comportarti così?".

Lorenzo ha guardato preoccupato in direzione del suo amico: avrebbe voluto aiutarlo, difenderlo, ma non poteva mettere in mezzo Francesca, lei non c'entrava niente. Nicola è rimasto in silenzio per qualche secondo e poi ha risposto con durezza: "Il motivo non è importante. Ormai il danno è fatto e sono pronto ad affrontare le conseguenze". "Bene, se le cose stanno così tu puoi andare" ha deciso il direttore sportivo indicando il capitano. "Nicola tu andrai in tribuna per la prossima partita, poi in caso ti comunicheremo ulteriori sanzioni" ha aggiunto subito prima di congedare entrambi.

I due ragazzi sono usciti dall'ufficio a testa bassa e finalmente Pellegrini ha colto l'occasione per parlare con il suo compagno. "Non avresti dovuto confessare. Potevamo semplicemente assicurargli che non sarebbe accaduto e ci avrebbero lasciato andare con un'ammonizione. Ora rischi molto di più, rischi addirittura che...". "Non l'ho fatto per te. Tu per me sei morto!" ha ringhiato il più giovane allontanandosi di scatto. "Mi sono solo assunto le responsabilità del mio gesto, tutto qui. Evidentemente sono più maturo di quanto pensi" ha aggiunto voltandosi per andarsene. Lorenzo ha accusato il colpo in silenzio e ha pensato che lasciarlo stare fosse la cosa migliore.


"Come è andata? Che ti hanno detto? Sei nei guai?" non appena è sceso nella sala comune Francesca lo ha attirato in disparte e lo ha tartassato di domande. "No, non sono nei guai" l'ha rassicurata il ragazzo sorridendo appena. "Però Zale sì e sono preoccupato per lui" ha aggiunto con un velo di tristezza. "Non dovresti Lollo. Lui ha fatto una scelta stupida ed è giusto che paghi per rimediare" Francesca ha cercato di farlo ragionare. "Forse lui non aveva tutti i torti a picchiarmi, forse anche io avrei fatto lo stesso se avessi visto uno dei miei migliori amici baciare la ragazza che mi piace..." ha cominciato il numero sette scuotendo la testa. "No!" lo ha interrotto la ragazza costringendolo a guardarla negli occhi. "Ha fatto una stronzata, tu non c'entri niente. Io non sono un oggetto e avevo chiarito subito che con lui non ci sarebbe mai stato niente. Non può essersela presa solo perchè ho scelto te... Se fosse maturo come dice dovrebbe accettarlo ed essere felice per noi anzi che fare tante storie" ha continuato sicura di sè. Il capitano ha annuito: razionalmente il suo ragionamento non faceva una piega, ma d'altra parte non poteva lasciare il suo amico nei guai, anche se era stato un coglione. "Devo andare!" ha esclamato prima di baciarla e scappare via.


"Mister!" ha chiamato Mourinho e l'ha raggiunto a grandi falcate. "Che c'è Lorenzo?" ha chiesto il suo allenatore un po' preoccupato. "Che cosa succederà a Zalewski? Lo metterete fuori squadra? Lo manderete in prestito da qualche parte?" ha domandato a sua volta il giocatore tutto d'un fiato. "Non lo so" ha ammesso il portoghese e poi ha aggiunto: "Quello che ha fatto è grave e sicuramente la dirigenza vorrà prendere seri provvedimenti per non fargliela passare liscia". "Ma lui è solo un ragazzino! Non potete punirlo così severamente! E poi lui ama questa maglia, proprio come me e farebbe di tutto per onorarla. Dovete dargli un'altra chance" ha affermato con decisione. "Apprezzo il tuo atteggiamento. Si vede che sei un vero leader. Per il momento cerchiamo di superare questo spiacevole avvenimento e concentriamoci sul prossimo match. Io ti prometto che farò di tutto per reintegrare Zale in squadra il prima possibile" ha concluso infine Mourinho invitando il suo giocatore a seguirlo in campo assieme al resto dei suoi compagni.

I brividi mi vengono❤🧡 ~Lorenzo Pellegrini~ ❤🧡Where stories live. Discover now