Parte 12 - "Non vieni oggi?"

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"Che fai Lorenzo?!?" ha sbraitato Mourinho dopo l'ennesimo errore durante l'allenamento. "Che ti è preso oggi? Ti vedo distratto" lo ha rimproverato El-Sharawy affiancandolo mentre correvano attorno al campo. "Niente" ha mentito il numero sette giallorosso.
La verità era che ultimamente i suoi pensieri si affollavano un po' troppo spesso su quegli occhi verdi che ormai vedeva dappertutto.
Dopo quella mattina delle prove, avevano trascorso un altro po' di tempo insieme durante le pause o dopo il lavoro ed avevano avuto la possibilità di conoscersi meglio chattando fino a tardi.
Spesso si incontravano sulle gradinate di un campetto secondario a Trigoria così da chiacchierare un po' senza però farsi notare dagli altri.
Non potevano negare quanto stessero bene l'uno con l'altra e l'attrazione che provavano era sempre più difficile da ignorare.
Sentivano che qualcosa stava nascendo, ma erano entrambi troppo imbarazzati per fare il primo passo. Inoltre, Francesca era pur sempre la ex di Zalewski e il capitano non avrebbe mai ferito il suo amico.

"Lorenzo se continui così domenica non ti faccio giocare" con la severità paterna che lo contrastingueva Mourinho lo ha riportato alla realtà. Il ragazzo ha abbassato la testa mortificato: come aveva potuto trascurare il suo lavoro, la sua passione? La Roma era ciò che più amava al mondo e aver deluso il suo allenatore lo faceva sentire una merda.
"Mi impegnerò al massimo" ha risposto dopo la ramanzina del suo allenatore, sicuro di riuscire a portare a termine il suo obiettivo.

Francesca, durante la pausa, ha raggiunto le gradinate del campetto secondario dove lei e Lorenzo si incontravano di solito. Lo ha aspettato per più di mezz'ora, ma il capitano non si è presentato. Non voleva sembrargli troppo assillante, ma alla fine gli ha scritto un messaggio giusto per assicurarsi che stesse bene: "Non vieni oggi?".
Poco dopo il suo display è stato illuminato da una notifica da parte sua: "No, sono stanco".
Era strano, ma non poteva certo dargli torto visti i duri allenamenti di Mourinho.
È rientrata nella struttura principale di Trigoria e si è seduta su un divanetto per dare un'occhiata ad Instagram e rilassarsi un po' prima di ricominciare a lavorare.
Ad un tratto una risata che ormai aveva imparato a riconoscere, ha attirato la sua attenzione. Ha alzato gli occhi e lo ha visto: giocava a ping pong assieme a Zaniolo e non sembrava affatto stanco come diceva di essere. Si è alzata furiosa e si è diretta verso di lui pronta a fargli una scenata.
"Perché mi dici le bugie? Se non ti andava di vederci potevi dirlo" ha sibilato avvicinandosi minacciosa.
"Non è il momento Fra" ha risposto lui cercando di rimanere fermo nella sua decisione di non farsi distrarre più da lei.
"Ma che ti ho fatto?" ha domandato la ragazza spintonandolo leggermente.
"Non possiamo vederci per un po', devo rimanere concentrato sul calcio" ha infine confessato Lorenzo senza riuscire a sostenere il suo sguardo. Se da una parte ne era convinto, dall'altra si vergognava un po' per aver scelto il pallone piuttosto che lei, ma la carriera doveva avere la priorità.
Francesca era incredula. Pensava che stessero costruendo qualcosa di bello, ma forse si era sbagliata: lui in fondo rimaneva quel calciatore fissato e serio che aveva conosciuto tempo prima.
È uscita dalla stanza, ma lui l'ha bloccata. "Non te la prendere" l'ha supplicata a testa bassa "La Roma è la mia vita, non posso mandare all'aria tutto" ha aggiunto. "Vaffanculo" ha mormorato Francesca con un groppo in gola.
"Se ti avessero offerto un contratto discografico, non avresti aspettato un secondo a mandare tutto all'aria anche tu, quindi non venire a farmi la morale!" ha ribattuto Lorenzo con cattiveria.
Non pensava davvero quelle parole, ma lei lo aveva messo alle strette e attaccarla gli sembrava la strategia migliore per difendersi.

Francesca lo ha guardato con occhi colmi di delusione diluita dalle lacrime e, senza aggiungere altro, si è divincolata dalla sua stretta per stare da sola.
"Non so cosa ci sia tra voi, ma penso che tu abbia esagerato" ha constatato Zaniolo, che aveva assistito all'intera scena, avvicinandosi al suo capitano e poggiandogli una mano sulla spalla. "È meglio così" ha mormorato Lorenzo allontanandosi.
Era pentito per il suo comportamento, ma credeva che allontanarsi da lei fosse l'unico modo per riconquistare la fiducia del mister e della squadra e così nei giorni successivi non ha avuto il coraggio di chiederle scusa.

Domenica sera è sceso in campo pronto a combattere, ma le immagini della loro litigata continuavano a turbinargli nella testa senza lasciargli tregua.
Era nervoso e più commetteva errori più l'ansia da prestazione e la frustrazione crescevano, di minuto in minuto.
All'intervallo Mourinho ha provato a parlargli, a spiegargli come muoversi e a tranquillizzarlo un po', ma la sua testa era altrove e così, all'inizio della ripresa, ha rifilato una gomitata all'avversario e l'arbitro gli ha sventolato davanti il cartellino rosso.
Era incredulo: litigare con Francesca non lo aveva aiutato e non era neanche stato in grado di aiutare la sua squadra e seguire le indicazioni del mister per condurla alla vittoria.
È uscito dal campo con la testa bassa, tra i fischi dello stadio e ha lanciato con rabbia la fascia a Mancini. Non meritava di indossarla, non sarebbe mai stato un capitano all'altezza delle aspettative.
Si è fatto una rapida doccia e si è dileguato prima che i suoi compagni rientrassero negli spogliatoi. Non era pronto ad affrontarli, a chiedere loro scusa, prima doveva delle scuse a qualcun altro.

Francesca era nel locale in via Ostiense e stava smontando l'attrezzatura assieme agli altri ragazzi della band dopo una serata a dir poco fallimentare. Aveva cantato male e Simone non aveva fatto altro che rimproverarla per tutto il tempo. Per quanto si sforzasse di tenere il ritmo o di azzeccare una nota, non riusciva proprio a concentrarsi perché continuava a pensare ad un certo calciatore che l'aveva particolarmente offesa.
Non si parlavano da qualche giorno e doverlo evitare a Trigoria la faceva stare malissimo. In quelle settimane di conoscenza, dopo i dissapori iniziali e la successiva amicizia, aveva cominciato a guardarlo con occhi diversi, ma la sua scenata aveva rovinato tutto.
Non poteva e non voleva perdonarlo, ma ogni volta che pensava a quegli occhi nocciola il suo cuore aveva un sussulto difficile da ignorare.
Ha finito di sistemare gli strumenti ed è uscita fuori dal locale in cerca di aria fresca. Ha annaspato per qualche secondo e poi ha cercato di calmare quel malessere che le divorava il petto.
Ha chiuso gli occhi e ha respirato profondamente.
Quando li ha riaperti lui era lì davanti a lei.

I brividi mi vengono❤🧡 ~Lorenzo Pellegrini~ ❤🧡Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt