Capitolo X - I soldi non fanno le persone

273 19 0
                                    

Annabeth's pov

Lo vidi addentare le patatine e rimasi a fissarlo.
Mi aveva stupito appena era entrato con quegli occhiali da vista: le lenti gli facevano gli occhi più grandi e quel colore impressionante risaltava di più. E stranamente aveva uno sguardo curioso e innocente per essere un ragazzo di 20 anni.
Purtroppo avevo la sensazione che avesse una gamma d'espressioni degne di un attore.

- Adesso sei tu che fissi me - disse facendo riferimento a quello che gli avevo detto poco prima quando mi ero sentita osservata.

Scossi il capo.

- Scusa è che non riesco a paragonati con il tipo di cui mi ha parlato Piper per mesi - ammisi.

Lui si strinse nelle spalle.

- Nel mio mondo è importante apparire e saper apparire. Non è detto che quello che vogliamo mostrare ai mass media sia ciò che siamo realmente -

Lo guardai cominciando a mangiare.

- E tu? Qual'è la tua versione vera, quella che si racconta sui giornali di gossip o...non so...quella che hai mostrato a me fino ad ora? - chiesi - O ce ne è un'altra ancora che non ha mai visto nessuno? -

Io non leggevo gossip...mi bastava Piper ad informarmi di quella parte della società...quindi oltre alla informazioni più comuni che mi aveva dato la mia amica e anche Jason non sapevo che cosa si diceva realmente in giro su Percy Jackson.
Oh ero stata molto tentata, questo non potevo negarlo. Tante volte da quando l'avevo saputo mi era venuta voglia di aprire internet e digitare il nome del ragazzo che si trovava davanti ai miei occhi in quel momento, però...qualcosa me l'aveva impedito: in quel momento c'erano due parti di me, una voleva tenerlo il più lontano possibile e l'altra voleva conoscerlo, moriva dalla voglia di conoscerlo e stavo avendo una vera e propria guerra dentro di me.

Il problema era che in quel momento non avevo idea di quale parte della mia coscienza avrebbe vinto.

- Non è quella che raccontano i gossip - mi disse - Diciamo che quella che hai conosciuto tu è quella più vicina al mio reale carattere -

Alla fine sospirai. Era il momento di chiedergli quello che mi premeva più di tutto, la domanda che avevo sulla punta della lingua da quando avevo saputo che aveva mentito sulla sua identità.

- Perché hai mentito? - chiesi - Perché hai nascosto la tua identità senza pensarci due volte? -

Lui mi guardò e morse il panino che era più grande del suo viso prima di rispondermi.

- Sono abituato alla gente che viene a...leccarmi il didietro e non volevo problemi. Tu o la tua amica non c'entrate nulla con il mio voler nascondere la mia identità...è solo forza dell'abitudine - mi disse.

- E ti ha scocciato? - chiesi - Che l'abbiamo saputo? -

Poggiò il panino, si passò la lingua sulle labbra, un gesto che non passò inosservato ai miei occhi, e sospirò.

- Non lo so - disse - Hai intenzione di togliermi la pelle? Vuoi starmi con il fiato sul collo, riempirmi di domande, fare una foto da postare sul tuo profilo social o farmi qualche richiesta assurda? -

- Mh no!? -

- La tua amica? -

Sollevai le mani in alto.

- Per lei non garantisco ma non penso, non se è davvero interessata a Jason - dissi - Ma ti è davvero successo qualcosa del genere? -

Lui fece spallucce e lo guardai perplessa.

- La gente è fuori di testa -

- Non...non sono interessata a niente del genere - dissi.

Non ero interessata alla fama, ne ai gossip: fino al giorno prima non sapevo nemmeno chi era Perseus Jackson e questo dimostrava quanto potessi essere interessata a fare qualcosa del genere.

- Meglio così - mi rispose - Era solo questo quello che volevi chiedermi o c'è altro? -

Avevo l'inspiegabile voglia di chiedergli che cosa gli piaceva fare, qual'era il suo reale compito all'interno dell'azienda della sua famiglia, se voleva davvero essere quello che era o se desiderava altro nella vita, se era fidanzato, se le interessava qualcuna...

Ma la nostra uscita era cominciata con me che mettevo dei paletti in qualsiasi cosa potesse nascere, gli avevo detto sin da subito che non ero interessata ne ad avere una relazione ne a conoscerlo ed ero maledettamente orgogliosa.
Non avrei mai ammesso che nel momento esatto in cui era entrato nel McDonald's il mio primo pensiero era stato che volevo conoscere quel ragazzo con gli occhi dalle mille sfaccettature.

E poi dovevo studiare, volevo rendere fieri i membri della mia famiglia, volevo diventare qualcuno e avevo la sensazione che Percy Jackson sarebbe stato come un uragano: mi avrebbe travolto.
Probabilmente mi avrebbe fatto provare emozioni che non avevo mai provato ma mi avrebbe allontanato dal mio obiettivo primario e questo non potevo ne permettermelo ne permetterglielo.

- No - mi sentii dire - Era solo questo -

Percy annuì e tornò a concentrarsi sulla sua cena, senza rivolgermi più la sua attenzione.

                              ***

- Non dovevi - gli dissi quando fermò la macchina al campus in cui abitavo.

- Volevo però - mi rispose - Ed era pure giusto così alla fine -

- Sono io che ti ho chiesto di uscire, non eri tenuto -

Percy sospirò.

- Metti da parte l'orgoglio Annabeth, per cortesia, e lasciami fare l'uomo -

Strinsi le labbra e non replicai.
Gli lanciai un'ultima occhiata, poi presi la borsa e scesi dalla macchina.

- Grazie - feci piegandomi per guardarlo in macchina - Per la cena e il passaggio -

- È stato un piacere -

- Mh...anche per me...nonostante... -

Lui si limitò ad annuire.
Mi capì al volo.

"Nonostante non fossi interessate a lui o ad una qualche relazione"

Scossi il capo.

Dire alla prossima sarebbe stato ridicolo visto che non ero intenzionata.

- Ci vediamo in giro...forse - disse lui.

Annuii, chiusi lo sportello e rimasi a guardarlo mentre si allontanava dal campus.

Il lato sbagliato di me ~ Percabeth ~ (Sospeso Per Il Momento)Where stories live. Discover now