Capitolo VII - Sex Symbol

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Annabeth's pov

- Annie! - esclamò Piper appena varcai la soglia della mia camera.

Aveva lo sguardo allucinato ed era un pò pallida ma sembrava stare sicuramente meglio di me.
Ma il mio problema però non era l'alcool che avevo bevuto la sera prima.

Era quasi ora di pranzo e me l'ero presa molto con comodo a casa di Peter. Quando mi ero svegliata ero tutta stordita. Il mio ospite mi aveva detto che avevo dormito agitata per tutta la notte e forse era dipeso proprio da quello, il mio stato confusionale.
In compenso la colazione che mi aveva offerto Peter aveva compensato alla mia stanchezza.
Era un ottimo cuoco, non c'erano dubbi. Mi aveva raccontato che era stata sua madre ad insegnargli a cucinare quando era più piccolo e passava il pomeriggio ad annoiarsi.
Non era uno che studiava, mi aveva detto che non gli era mai piaciuto e sua madre, per tenerlo impegnato, si inventava di tutto.

Alla fine eravamo partiti per la tangente e da quella piccola informazione avevamo cominciato a parlare.
Mi aveva chiesto dei miei studi, perché avevo scelto di fare architettura e perché avevo scelto di frequentare proprio un'università a New York e lasciare la California. Gli avevo detto che era lì che mi avevano preso e che in oltre era l'università con il migliore corso di architettura del paese.

Gli avevo poi chiesto che cosa faceva nella vita e mi aveva risposto che lavorava nell'azienda di famiglia.

"L'assistente. Faccio l'assistente." Mi aveva risposto.

Una specie di tutto fare, però non mi aveva detto il nome dell'azienda ne come poteva permettersi un appartamento come il suo con il lavoro da assistente.

Non avevo insistito, eravamo degli sconosciuti e non mi potevo realmente permettere di farmi gli affari suoi se non voleva informarmi.

Avevo notato che però era un tipo abbastanza loquace che sapeva mettere a proprio agio il suo interlocutore, senza entrare nel dettaglio della sua vita.

- Come stai? - mi chiese la mia amica abbracciandomi - Scusa...ho esagerato! -

Sospirai, ricambiando il suo abbraccio.

- Non importa - dissi - Era anche giusto divertirsi un pò -

Lei mi guardò dispiaciuta.

- Siamo state fortunate che se non eravamo con Jason e Peter... -

- Già - risposi sospirando e sedendomi sul letto.

Lei si mise al mio fianco, impaziente.

- Racconta - disse ammiccando - Come mai sei stata fino ad adesso con Peter? -

- Mi sono svegliata tardi, mi ha fatto la colazione e ci siamo messi a parlare - spiegai - Il tempo è volato -

- E...vi siete scambiati i numeri? Vi rivedrete? -

Scossi il capo.

- Non ho intenzione di rivederlo - dissi categorica.

- Ma... -

- Non ho il tempo materiale per una relazione, inoltre lui...è solo una sensazione d'accordo? Ma non sembra propenso né a farsi realmente conoscere né ad aprirsi troppo. Abbiamo parlato si! Ma ogni volta che gli chiedevo qualcosa in più sviava il discorso o diventava sfuggente. Non vuole farsi conoscere o comunque nasconde qualcosa- spiegai.

O almeno, quella era una parte della verità.

L'altra riguardava me direttamente ma aprire il discorso con Piper sarebbe stato come condannarsi.

Con Peter mi sentivo bene, mi sentivo al sicuro nonostante fosse palesemente uno sconosciuto, era una sensazione strana, una cosa che non avevo mai provato prima.
E non andava bene, non con una persona con cui avevo parlato per mezza giornata e che stava palesemente nascondendo qualcosa.

- Però...che ti importa! Non vi conoscete, è normale avere dei dubbi. Uscire insieme vi aiuterà a conoscervi e a fidarvi piano piano - insistè un pò troppo allegra.

Sospirai.

- Tanto tu Jason lo frequenti lo stesso no?! Che ti importa se esco con il cugino  o no? - chiesi scocciata.

La guardai quando non mi rispose e vidi che stava trafficando con il cellulare.
Alzai gli occhi al cielo, aveva smesso di ascoltarmi.
Quando non le interessavano le mie lamentele mi ignorava e basta, se non era di suo interesse soprattutto.

Mise il broncio all'improvviso e sbuffò.

- Che...non ci credo! - esclamò.

Si alzò di scatto e lasciò la nostra stanza senza darmi mezza spiegazione.

                               ***

Era ora di cena ed ero in mensa. Piper non si era fatta più vedere ne sentire per tutto il giorno e non si era fatta vedere nemmeno per l'ora di cena. Non mi aveva detto nulla ed era sparita.

Sobbalzai quando qualcuno si sedette di fronte a me: era Jason, senza occhiali e con il cappuccio della felpa sollevato sulla testa.

- Volevo scusarmi anche con te - disse cercando i miei occhi- Ho impiegato ore per farmi perdonare da Piper e farle promettere di dire niente a nessuno e soprattutto a te, ma le ho promesso che mi sarei scusato con te e ti avrei spiegato -

Lo guardai, confusa.

Era pallido e aveva lo sguardo seriamente dispiaciuto, come se mi avesse messo sotto il gatto e poi nascosto il cadavere per nascondermi il misfatto.
Ed era impossibile...visto che non avevo il gatto.

- Non pensavo che Piper mi avrebbe cercato su internet, ma da una patita come lei dovevo aspettarmelo...-

- Jason...che stai cercando di dirmi? - lo fermai.

- Non sono un normale studente, per quanto vorrei esserlo ed evitare che la gente scopra chi sono...sono l'erede delle Olimpia Industries e mio cugino non si chiama Peter Johnson ma Percy Jackson...Perseus Jackson...è il Co proprietario della Posidonia e...il Sex Symbol di quest'anno. Ti prego, non arrabbiarti, lui non voleva nemmeno essere messo in mezzo, l'ho obbligato io ed era per questo che non voleva far sapere nemmeno il suo nome - mi spiegò - Non prendertela con lui, se devi avercela con qualcuno prenditela con me -

Lo fissai, senza sapere cosa pensare.
Sospirai e mi strinsi nelle spalle.

- Mh...sinceramente...non so che dirti -

Il lato sbagliato di me ~ Percabeth ~ (Sospeso Per Il Momento)Onde histórias criam vida. Descubra agora