CHAPTER THREE

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"Quei ridicoli occhiali non ti servono proprio a nulla"

"Quei ridicoli occhiali non ti servono proprio a nulla"

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27 settembre 1992

"WOW! QUELLA DIVISA TI CALZA A PENNELLO"-disse Cho, che sdraiata a pancia in giù sul suo letto, era immersa nella lettura di qualche rivista magica.

"Il blu poi è perfetto per te"-disse Luna, che stava intrecciando i capelli a Kiki. Le due erano sedute per terra e Kiki si stava certamente godendo le attenzioni e il tocco gentile della bionda. In generale, Kiki era una che amava le attenzioni-"si abbina alla perfezione con i tuoi occhi e poi fa brillare i tuoi capelli"-inclinò il viso con quella sua strana espressione stralunata a cui Giselle si era ormai abituata e, infondo infondo, anche affezionata-"sembrano proprio fiamme..."

Kiki ingoiò l'enorme caramella gommosa che si era appena infilata in bocca:"sei una gran figa, ma dopotutto lo sei sempre."

Giselle, chi si trovava davanti allo specchio, passò le mani sopra la sua divisa nuova di zecca. Luna aveva proprio ragione: il blu era il suo colore, proprio come lo era l'argento, ma dopotutto la nostra protagonista era una Corvonero, quindi era ovvio che quei colori fossero perfetti per lei. Inoltre, le linee della divisa da quidditch mettevano in risalto il suo corpo già tonico, conseguenza del duro allenamento che la danza classica pretendeva e questo, oggettivamente, la rendeva ancora più bella. Adesso, Giselle avrebbe fatto molto più esercizio, visto che era ufficialmente entrata nella squadra di quidditch di Corvonero.

Aveva partecipato ai provini una settimana prima, puntando ad un ruolo ben preciso, che ovviamente aveva ottenuto. Giselle Volkova era la nuova cercatrice di Corvonero e c'erano esattamente due motivi per cui aveva deciso di candidarsi per quel ruolo. Prima di tutto, è necessario sapere che il cercatore lavora da solo. Il suo solo compito è quello di afferrare il boccino d'oro senza farsi aiutare da nessuno e questo era perfetto per Giselle, che amava lavorare da sola. Il gioco di squadra non faceva proprio per lei. Voleva sempre fare tutto per conto suo e questo era probabilmente uno dei suoi difetti più grandi. Poi, c'era il motivo che più l'aveva spinta a bramare e ad ottenere il posto da cercatrice: Harry Potter. Quando l'anno prima Potter aveva rotto ogni regola entrando nella squadra di Grifondoro prima del tempo, Giselle aveva giurato che appena possibile sarebbe diventata anche lei una giocatrice, per la precisione una cercatrice, e ci era riuscita. Adesso non solo avrebbe potuto battere i Grifondoro, ma avrebbe anche potuto battere Potter al suo stesso gioco. Già pregustava l'idea di sgraffignargli il boccino da sotto il naso. La sola idea la faceva sorridere, il che era strano, visto quanto poco sorrideva.

"Sì, direi che mi sta bene"-disse Giselle, continuando a studiarsi allo specchio e girandosi poi verso l'angolo della stanza, dove la sua Nimbus 2000 era adagiata. Era stato suo padre e regalargliela ed era successo proprio durante quell'estate, quando Giselle gli aveva confessato di voler entrare nella squadra di quidditch. L'uomo aveva capito ben poco dello sport magico, ma aveva deciso di sostenerla comunque, comprandole quella scopa, senza farle nemmeno troppe domande. Era uno dei più grandi difetti di Aleksei, quello di non fare mai domande e non discutere. Lui eseguiva e basta, come una sorta di burattino, ma probabilmente era stato il suo matrimonio con Ekaterina a ridurlo in quel modo.

ɢɪꜱᴇʟʟᴇ||ʜᴀʀʀʏ ᴘᴏᴛᴛᴇʀ||Where stories live. Discover now