18) Suicide

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IL tempo sembra non passare mai, Emilio è sdraiato nel letto, la pelle di Emilio è di un color giallo smorto a causa di tutte le cure che gli stanno dando.

I medici sono riusciti a portarlo in ospedale in tempo, ma il suo corpo era debole, lui era debole, ha ingerito grandi quantità di un medicinale che non ho ben capito, ora è stabile ma il suo stomaco è parecchio consumato, gli servirà tempo per riprendersi, magari sarà un'ottima occasione per smettere di bere.

Da quando è arrivato si è svegliato diverse volte, mai lucidamente, i sedativi lo tengono molto stordito facendolo dormire molto, i medici dicono che lo fanno per evitargli il dolore.

Ivan entra nella stanza, tiene in mano delle merendine, me ne porge alcune, avidamente ne afferro alcune, la fame si fa sentire "Ho parlato con i medici, mi hanno detto che stanno diminuendo le dosi di sedativo, tra poche ore dovrebbe svegliarsi del tutto, hanno detto di non farlo agitare e che prima di dimetterlo vogliono farlo parlare con uno psicologo per capire il suo gesto" io resto in silenzio ascoltando Ivan, siamo tutto molto curiosi di sapere cosa sia successo, perché così all'improvviso abbia fatto tutto questo, ma quello che ci spaventa entrambi e che nessuno dei due se ne sia accorto del suo malessere.

"Sono stato un grande stronzo, ho paura di aver rovinato tutto, ho paura che sia stata colpa mia" "Ivan non pensarlo neanche, qui abbiamo sbagliato entrambi, la colpa è di entrambi"

Passano altre ore, poi finalmente Emilio inizia ad aprire gli occhi, sono occhi spenti, tristi, cerca conforto nella stanza.

Io mi avvicino per primo, gli afferro la mano in segno di sconforto, sembra stupito di vedermi, i suoi occhi si fermano su di me.

"Cosa ci fai qui?" mi dice con un filo di voce, fatico quasi a sentirlo, non capisco cosa intenda.

"Dove dovrei essere se non qui con te" sembra sorpreso dalle mie parole "Io... Io..." fa fatica a parlare, deve essere ancora stanco "Ti ho visto... ieri sera... ero venuto per te...ti ho visto parlare con Moritz, ti stavi divertendo, ed ho pensato..." non gli lascio neanche finire la frase "Hai pensato che avessi scelto lui? Davvero hai così poca fiducia in me?" lui scoppia a piangere "Lo so, sono stato uno stupido ma vederti con lui mi ha fatto crollare il mondo addosso"

Anche a me iniziano a scendere delle lacrime per tutta questa situazione, ha rischiato la vita solo per me, non si merita il modo in cui l'ho trattato.

Ivan che in tutto questo tempo è rimasto in disparte per non intromettersi, si avvicina a suo fratello "è stata una situazione spaventosa per tutti, l'importante è che sia finito bene" cerca di dire, anche lui sembra provato dalla situazione.

Ci sono tante cose che vorrei dire ad Emilio, ma preferisco evitare di farlo ora, è troppo stanco.

Per precauzione Emilio deve passare un altro giorno in ospedale, dopo quello che è capitato io ed Ivan non vogliamo più perdere di vista Emilio.

"Non serve che mi guardi a vista Marco" dice Emilio mentre sorseggia un succo di frutta "scherzi? Dopo quello che è successo non posso farlo" i suoi occhi si riempiono di tristezza "Ti amo Marco, con tutto me stesso" "Lo so, ti amo anche io" mi avvicino a lui e lo bacio, voglio tornare ad essere il padrone delle sue labbra.

In quel momento arriva Ivan nella stanza "Okay, ammetto che mi devo ancora abituare a questo" dice sorridendo, io mi stacco da Emilio e ricambio il suo sorriso, vedere che anche il fratello è dalla sua sua parte illumina il viso di Emilio, sembra molto più leggero.

Ivan entra nella stanza e lancia una merendina ad Emilio, lui la prende al volo "Bello vedere che ahi ancora dei bei riflessi" nel mentre si siede affianco a lui, Emilio scoppia a ridere, Ivan lo ricambia con un grande sorriso.

"Ho delle notizie da darvi, ho parlato con i medici da domani puoi andare, ma dovrai comunque rimanere sotto osservazione da noi, per evitare che succeda di nuovo quello... beh quello che è successo" "Tranquillo, ho trovato la mia ispirazione" risponde frettolosamente Emilio "Inoltre, si è sparsa la voce del fatto che sei qui in ospedale, ovviamente non sanno cosa è successo, però vogliono organizzare una piccola festa di bentornato" Ivan conclude la frase guardando verso il basso, sa che è una pessima idea, io e Emilio lo guardiamo cercando di capire di più da questa situazione "Non guardatemi in quel modo, ho certo di annullare la cosa ma non c'è stato modo di fermarli, mi dispiace"

Sia io che Emilio capiamo la situazione, non è stata una sua idea, una festa era l'ultima cosa che serviva ora, è solo una fonte di stress.

Sento Emilio irrigidirsi "Magari non è un male, questa volta faremo questa cosa insieme" dico stringendo la mano per trasmettergli forza "Lo faremo tutti e tre" Ora che sa che anche suo fratello è dalla sua parte ha una spalla in più che lo sostiene, deve ricordarlo più spesso, ora Emilio non è più solo.

Love me EmilioWhere stories live. Discover now