II - Come iniziò... così proseguì

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Ycron

Universo Sigma, Pianeta Maetus.
Anno stellare 3313, data astrale 162.

Quel giorno è ancora vivido nella memoria. Ha segnato la fine di un modo di vivere, ma anche la nascita di un nuovo me. Cercherò di andare con ordine.
Tutto è cominciato con una battuta di caccia iniziata tre giorni prima. Solo che, invece di imbatterci in selvaggina e per testare le nuove armi forgiate dagli armaioli di Zathur Sigma, ci siamo imbattuti in una creatura estranea e mai vista prima. Ero insieme a Sharuh quando è successo. Lui voleva sperimentare la lama sonica sul collo del soggetto, longilineo e con la pelle dalle tinte cobalto. Riusciva a scapparci aprendo passaggi in aria e sul terreno, creando qualcosa di simile a porte in punti non collegati fra loro. Sfuggente più del vento stesso, il brivido della caccia si manifestò in noi. Con un'occhiata, io e Sharuh partimmo all'inseguimento del fuggiasco, saltando nel folto della foresta e inseguendolo come la più ambita delle prede. Il suo modo di agghindarsi e di agire erano tipici di un mondo esterno e diverso al nostro. Purtroppo, dopo cinque ore di inseguimento, l'essere fuggì a stento dal nostro inseguimento. Ricordo che mi ero sentito davvero vivo, come gli Assalitori che siamo sempre stati, ricalcando l'immagine del primo condottiero Sahir; visto che non avevamo raccolto molto in termine di selvaggina, in appena un'ora ottenemmo due quintali di carne, sufficienti per sostenere per oltre un mese il gruppo a cui eravamo associati. Facendo rapporto alla sera nel campo allestito su Maetus, nostro padre Shars si aspettava novità, soprattutto delle spiegazioni valide sul perché avevamo lasciato indietro la compagnia e ci eravamo addentrati nel folto della foresta e per uno spropositato lasso di tempo.

"Alharib, Sharuh, voi che siete i miei discendenti, sangue del mio sangue, mi aspetto delle motivazioni per la vostra sortita così lunga."
"Padre," interviene per primo Sharuh, ponendosi su un ginocchio, "Avevamo in mente di provare le armi degli armaioli di Zathur Sigma, e in più ci siamo inoltrati nella caccia per raccogliere prede a sufficienza per sostenere la tribù."
"E fin qui non ho dubbi sulla tua parola, figlio mio; dovete sapere però che la compagnia è rientrata nel campo in un tempo ragionevole, mentre voi siete tornati dopo sei ore. Quanto a te, Alharib, voglio sentire da te cosa ha causato il vostro ritardo."
Osservando Sharuh, lui compie un cenno con la testa e arretra. Quindi, avanzando e inginocchiandomi davanti a mio padre, spiego che ci eravamo imbattuti in una creatura estranea alle nostre conoscenze, con la pelle blu e la sorprendente capacità di creare passaggi tra un luogo e un altro. Alzandosi di scatto dalla sedia, chiamò il curatore.
"Curatore, ascoltate la descrizione che vi faranno i miei figli. Dicono di essere entrati in contatto con una creatura estranea."
"Sì, mio signore," rispose il curatore.
"Principe Sharuh, Principe Alharib, ditemi ciò che avete visto e vi darò il responso che voi e il mio signore cercate," intonò il curatore, chinando il capo verso di noi.
Descrivemmo la creatura sotto ogni dettaglio, dal vestiario alla pelle, dal colore della chioma e degli occhi fino alle capacità adottate, di quanto fosse sfuggente e impossibile da braccare.
"Mio signore, da come è stato descritto il soggetto, sembra che non sia presente nessuna creatura o popolazione che riporti queste caratteristiche."
Shars saltò dallo scranno e, con un coltellaccio puntato alla gola, atterrò il curatore, minacciandolo: "A meno che non vuoi ammettere di essere stato trovato mancante sotto un argomento, ti conviene dare il responso."
"Mio... Mio signore! Se mi date un momento, vi dirò...!" biascicò il curatore, con gli occhi sbarrati e temendo il contatto con il filo seghettato della lama.
"Avanti, parla!" minacciò Shars, alzandolo da terra. Certo, mio padre è sempre stato spietato, ma con l'ascesa al trono il suo carattere era peggiorato, senza contare l'incidente in cui mia madre era rimasta vittima, finita per errore nella traiettoria dell'ennesimo rovesciamento di potere. Passò tre mesi a caccia in una foresta, resa desolata e spoglia per i colpi inferti ai tronchi e per aver decimato ogni anima vivente. Quando ritornò tra i suoi simili, la sua anima era diventata più nera della notte e più spietato di un predatore. Ma per tornare al momento, ci mancò davvero poco che il curatore provasse la sensazione di una testa divisa dal suo corpo.
"Quello che volevo dirvi, mio signore, è che la creatura che avete visto proviene da un altro universo! È la prima volta che un curatore viene a contatto con materia di universi aggiunti! Abbiate pietà!" gridò il curatore.

Tribal Justice - Tra passato e presente Où les histoires vivent. Découvrez maintenant