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"You are broken on the floor
And you're crying, crying"


LUKE

Dinuovo.

Ero dinuovo allo stesso punto da cui ero partito.

Avevo commesso ancora una volta lo stesso errore, cioè quello di fidarmi della persona sbagliata.

Avevo giurato che non sarebbe mai più successo ma quel giorno infransi tutte le mie promesse.

Mi fidai ancora una volta, e ancora una volta mi trovai con una pistola puntata al petto.

L'ultima frase l'avevo sempre usata come metafora, o come metodo di paragone, ma quel giorno non potei più farlo.

Quel giorno uno dei miei amici, mi stava puntando una pistola al petto, ed io, per la prima volta, non avevo paura di prendermi un proiettile dritto al cuore, ormai sanguinante da quelle che sembravano ore.

La figura di Scott si fece sempre più nitida e con la sua, anche quella della pistola che teneva nella mano destra.

Istintivamente, feci un passo indietro, e questo sembrò allarmarlo, perché lui ne fece due in avanti.

«Non è possibile..» biascicai, cercando di realizzare chi avessi davanti.

Lui mi guardò per qualche secondo, poi infilò la pistola in una specie di custodia, chiudendo attentamente la fodera.

«Sei un traditore, un fottuto traditore!» sbraitai contro di lui, che teneva lo sguardo incollato al pavimento.

Tese le braccia in avanti, poi incrociò il suo sguardo con il mio, evidentemente stizzito.

«Luke, non è come sembra.» dichiarò, poggiandosi contro un lampione.

«Non è come sembra? Mi hai puntato una pistola addosso! Tu sai dov'è? Sai chi ha portato via Alya?» lo sollecitai, alzando leggermente la voce.

Lui si guardò intorno, poi mi fece cenno di seguirlo.

«No, non hai capito. Non ti seguirò da nessuna parte.»

Mi rivolse uno sguardo ricolmo di dolore, poi sospirò.

«Vuoi scoprire tutta la verità? Allora ti conviene seguirmi.» annunciò soltanto, prima di svoltare in un vicolo.

Posai nuovamente il mio sguardo sulle foto che avevo ancora in mano, poi iniziai a seguirlo a passo lento, qualche volta si voltava per darmi un occhiata e controllare che ci fossi ancora.

Dopo qualche minuto arrivammo davanti un furgone nero.

Scott aprì le portiere e mi fece segno di entrare con lui.

Prima di fare quello che mi aveva detto tentennai, ma poi pensai ad Alya e a cosa stesse provando in quell'esatto momento.

Appena entrammo, era tutto buio, fin quando non accese una piccola lucetta al lato del sedile del guidatore.

«Scott, lavori per lui?» domandai, temendo anche io stesso la risposta.

Lui rimase in silenzio, e in quel momento il mio cuore perse ancora una volta sangue dalla ferita che veniva riaperta continuamente.

Like the moon on the seaWhere stories live. Discover now