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"I can't save us, my Atlantis
we fall."

luke

FLASHBACK
10 ore prima.

Ero seduto sul pavimento, avevo la testa poggiata al muro e le gambe accavallate sulla sedia.
Pensavo a come fossi arrivato a quel punto: aver bisogno di spegnere tutto.
Ed io sapevo come fare.

Sapevo come premere il pulsante off, quello che avrebbe spento la mia mente, mi miei pensieri, il mio dolore.
Non riuscivo più a sopportare, a sostenere e a tollerare quel peso che tenevo sul petto da un mese ormai.

Non riuscivo più a nascondere la verità a me stesso e a lei.
Ma se le avessi detto tutto, tutta la storia, sarebbe stata in grave pericolo.

Avevo da sempre odiato le droghe, e tutto ciò che era collegato ad esse, ma ora, con una siringa e un flaconcino stracolmo di pillole, mi vedevo solo come uno stupido ipocrita.

Presi dal pavimento il laccio emostatico e me lo legai al braccio.
Cazzo, che male. pensai, mentre poggiavo nuovamente la testa al muro.
Fissai il soffitto, passarono venti minuti.

Mi rimisi il laccio.

Ok, Luke.

Se vuoi mettere fine al tuo dolore, fallo.

Tre
Due
Un-

«Alya!» la voce di Lydia mi fermò appena in tempo.

Avevo sentito male?
No.
Eccola.
La sua voce.
Era tornata.

Uscii velocemente dalla mia camera ma mi bloccai in mezzo al corridoio.
Avrei voluto tanto abbracciarla, lì, davanti a tutti.

Ma non potevo.

Mi avvicinai verso il salotto, e quando i miei occhi incrociarono i suoi, nel suo sguardo vidi: tristezza, delusione, e ancora un po' di amore.
Abbassai subito lo sguardo e mi guardai intorno, poi quando sentii la sua voce cedetti, e me ne tornai in camera.

Passate due ore, non si sentiva più vociferare in casa, quindi credetti che fosse il momento migliore di mettere a tacere tutto.

Quelle stupide voci non mi davano tregua.
Strinsi ancora di più il laccio attorno al mio bicipite e presi la siringa.
Dio, per fortuna la mia scuola offriva un corso di infermieristica.
Intercettai la vena e premetti l'ago al suo interno.
Brucia, cazzo.

Mi aspettavo il solito cliché, lei che entrava drammatica e mi salvava da quella situazione orribile, invece andò tutto liscio.
Tutto secondo i piani.

Dopo pochi secondi la mia vista iniziò ad appannarsi, le mani iniziarono a tremarmi e la sensazione di vuoto iniziò ad invadermi.
Avevo letto che in questi casi bisognava pensare a momenti felici per scacciarla via.

Verde, verde, verde. Occhi. Verdi.

E pensando a quegli occhi, chiusi i miei, immaginando di averceli davanti.
L'ultima cosa che riuscii a sentire fu un urlo, poi due mani si posarono sul mio petto.

Like the moon on the seaOnde histórias criam vida. Descubra agora