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"You can do, you can do anything."
- SIA

alya

«Da quanto ti stava seguendo?»
Lydia mi fissava con occhi carichi di preoccupazione e paura.

«Da quando sono uscita dall'ospedale. All'inizio pensavo fosse solo una casualità, dopotutto molte persone vivono in questo quartiere. Ma poi, aumentando il passo, ho notato che stava seguendo me.
Mi fermavo per allacciarmi le scarpe e la macchina rallentava.»

«Questo è un problema.»

«Cosa possiamo fare?» chiesi, cercando di nascondere la mia preoccupazione.

«Non lo so, ma dobbiamo stare attenti.»

«Dio!»
Alex entrò nel salotto con le mani infilate nei capelli.

«Come fate a stare così tranquille? Un pazzo ci segue fino a qui, ci manda minacce di morte, e voi riuscite a stare sedute sul divano a parlarne come se nulla fosse?»

Non lo avevo mai visto così agitato.
Lydia si alzò e andò verso di lui.

«Alex. Guardami. Andrà tutto bene, fidati di me.»
Lui non rispose, annuii soltanto.

«Andiamo a dormire, è tardi.» concluse Lydia, indicando l'orologio appeso al muro.

«Si, voi andate. Io mi preparo un the prima.»
«Ne parleremo domani, buonanotte Al.»
«Notte..»

Quando rimasi finalmente sola, cacciai via un sospiro.
La situazione stava diventando fin troppo stressante.

Chiusi gli occhi, cercando di spazzare via tutti i pensieri negativi che si stavano facendo strada nella mia mente.

Il suono della teiera mi fece sussultare.
Versai il the in una tazza e mi accoccolai sul divano.

Tirai fuori dalla tasca dei pantaloni il mio telefono, e iniziai a scrollare per Instagram.
Sorrisi istintivamente guardando le foto in galleria.
Mi soffermai su una in particolare.

Quella foto.

Il mio sorriso si spense in una velocità impressionante, e sul mio viso si fecero spazio le lacrime.
Era passato quasi più di un mese, e la speranza stava iniziando a svanire.
Forse Luke aveva ragione sul significato inutile attribuito al verde.

Un colore non poteva dare speranza, ma i ricordi con le persone che amiamo si.
I miei ricordi con lui erano le uniche cose che gli permettevano di vivere nella mia mente e nel mio cuore.

E da lì non sarebbe mai potuto andare via.
Era arrivato, aveva piantato una bandiera e si era sistemato li.
Era rimasto lì, nonostante i temporali, le bufere e i fulmini.

Si era guadagnato il suo posto, e nessuno sarebbe mai più riuscito a toglierglielo.
Mi asciugai le lacrime con il dorso della mano, poi presi il mio diario, e iniziai a scrivere.

*

Non ricordo per quanto tempo quella penna si fosse mossa sulle pagine.
Ricordo solo di averle macchiate con gocce salate.

Like the moon on the seaOnde histórias criam vida. Descubra agora