CAPITOLO 14

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Camminava velocemente verso il suo piccolo appartamento. Teneva stretta la borsa e più stretto il cellulare. Ogni volta che squillava, respingeva l'appello. Non voleva rispondere... Ma sapeva che era inevitabile lottare... Harold non avrebbe rinunciato mai a chiamarla... Quel maledetto aveva qualcosa in mente ed era meglio scoprire di cosa si trattasse.

Entrò nell'appartamento e chiuse la porta dietro di lei. Si appoggiò con la schiena contro e guardò il display del cellulare. Dieci chiamate perse... Ed era partita l'undicesima... Sempre dallo stesso numero... Dal peggior incubo della sua vita...

Okay... era arrivato il tempo di capire il suo gioco...

"Cosa vuoi, Harold?" sbottò Santana mentre gettava la borsa sul minuscolo divano del suo piccolo salotto.

"Ah, finalmente hai risposto..."

"Harold, cosa vuoi?!" esclamò lei un'altra volta.

"Cosa? Niente 'ciao, tesoro'? Niente 'Harry, amore mio, mi sei mancato...'? No? Be'... Non importa. Sono contento che sei stata abbastanza assennata da rispondere alle mie chiamate. Sei ancora in ufficio?" domandò Harold con tono beffardo.

"No, sono fuori..."

"Ah, ma non dovevi lasciare il tuo posto di lavoro. So che a Kralidis piace averti lì il più possibile... E non penso che si tratti solo di lavoro..."

Sentì la sua risata sarcastica e dovette sforzarsi per non interrompere la chiamata.

"Comunque, dolcezza, mi sono accertato che non ci fosse Kralidis in giro prima di telefonarti."

"Lo stai facendo spiare?" esclamò lei scioccata, stringendo lo schienale di una sedia.

"No, Sin, sei tu che m'interessi... Come al solito... Sei tu quella che sto tenendo d'occhio," precisò Harold.

"Io?"

"Sì. Perlomeno per il momento... Come mai questo cambio di nome? Non che tu ti sia sbizzarrita nella scelta..."

A quella domanda, Santana venne sommersa da ripetute ondate di rabbia. La vista le si annebbiò.

"Tu perché diavolo credi che l'abbia fatto, Harold? Di sicuro non per divertimento... Hai distrutto la mia vita, bastardo! Mi hai tolto tutto! La mia libertà, il mio lavoro, la mia stessa identità, il rispetto della gente! Hai mentito spudoratamente davanti ai giudici, asserendo che mi ero indebitamente appropriata dei fondi della tua società. Ma sia tu che io sappiamo benissimo che avevi aperto tu un conto a mio nome alle isole Cayman. Pensi che qualcuno mi avrebbe assunta dopo essere stata in prigione per appropriazione indebita?"

"Bastardo... Che bruta parola, dolcezza... Non esageriamo adesso. Sei stata liberata prima di avere scontato metà della pena. Se ti può essere di consolazione, mi aspettavo che ti dessero solamente uno schiaffetto sulla mano."

"Non è affatto una consolazione!"

"Inoltre," continuò Harold come se lei non avesse parlato, "ho sentito che questo tipo di prigioni non sono molto diverse dai soliti villaggi di vacanza..."

La cicatrice sul fianco, risultato di un'accoltellata da parte di una detenuta perché non aveva ricambiato le sue attenzioni, bruciò di fronte all'indifferenza di Harold per quell'orrendo periodo della sua vita.

"Peccato che tu non l'abbia sperimentato personalmente invece di fuggire e scaricare su qualcun altro la tua colpa. E adesso dimmi che cosa vuoi altrimenti riattacco..." borbottò lei.

"Riattacca di nuovo... Santana, e farò in modo che il tuo scabroso passato sarà la prima cosa che Kralidis scoprirà domani mattina mentre salirà nella sua torre d'avorio."

IL GUSTO DEL PROIBITO (1 LIBRO - I FRATELLI KRALIDIS)On viuen les histories. Descobreix ara