CAPITOLO 9

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"Pearson, apri!"

La voce che sentì sembrò parecchio lontana... Come se facesse parte di un sogno... Aprì gli occhi e fissò il soffitto. Dannazione, si era addormentata vestita...

"Pearson, apri la porta!"

Santana sgranò gli occhi. Ma quella era la voce di Angelos... Un ulteriore colpo alla porta, più deciso stavolta, fece perdere un battito al cuore di Santana, già messo a dura prova nell'ultima ora, con tutto quello che era successo nella sala conferenze.

Respirò a fondo, cercando di riprendere un minimo di controllo prima di aprire. Angelos si stagliò sulla soglia guardando corrucciato il suo cellulare.

"Cos'è successo?" gli chiese preoccupata prima di capire che non spettava a lei preoccuparsi per Angelos.

Ormai la preoccupazione era una sensazione che aveva sperimentato spessissimo negli ultimi due giorni.

'Non va bene quello che fai, Santana,' sgridò sé stessa. 'Stai perdendo la giusta prospettiva...'

Infatti, da quando lui l'aveva fissata, dicendole con quel tono così sensuale 'Tu appartieni a me e non ho nessuna intenzione di lasciarti andare' o 'Non so proprio che cosa farei senza di te', il suo giudizio si era alterato.

Vederlo camminare tutto il giorno, accompagnato da una frustrazione crescente, e desiderare di poter fare qualcosa, aveva messo seriamente a rischio la sua serenità professionale.

Adesso, di fronte a lei, Angelos aveva un'aria piuttosto scombussolata... Era spettinato, segno che si era passato le dita tra i capelli parecchie volte. Le labbra erano strette, cosa che aveva accentuato le piccole rughe agli angoli della bocca. Santana si schiarì la gola.

"Volevo dire... Cosa posso fare per lei, signor Kralidis?"

Gli occhi verdi di Angelos la misurarono da testa a piedi.

"Non ti sei ancora messa il pigiama... Bene! Il pilota è pronto per il decollo tra un quarto d'ora."

"Decollo?"

Angelos strinse la mano attorno al cellulare che stava segnalando l'arrivo di un altro messaggio.

"Tra poco si partirà per arrivare all'aeroporto. Ho convocato una riunione di emergenza domani mattina a Londra."

"Torniamo a Londra? Ma... perché?"

Lui strinse le labbra di nuovo.

"A quanto pare, ci sono parecchi avvoltoi che si stanno aggirando sopra il nostro disastro."

Il pensiero di un avversario disposto a sfidare Angelos Kralidis, in qualunque momento, soprattutto quando era così teso e minaccioso, la fece dubitare della sanità mentale di quella persona.

"Si tratta della stampa o di una società?"

"Società," disse lui curvando le labbra in un sorriso mortale. "Sono convinto si tratti dei soliti sospetti, che in casi come questo, sbucano come sorci dalle loro tane. In questo momento, hanno gonfiato i muscoli, sentendosi terribilmente coraggiosi, specialmente visto il crollo del prezzo delle azioni causato dall'incidente."

Lei prese la borsa che aveva gettato su una poltrona.

"Ma le azioni hanno ripreso a salire dopo l'iniziale picchiata..." commentò Santana recuperando anche la valigia, che si trovava ai piedi del letto. "La sua ammissione pubblica di responsabilità ha stabilizzato le quotazioni velocemente. Perché mai...?"

IL GUSTO DEL PROIBITO (1 LIBRO - I FRATELLI KRALIDIS)Where stories live. Discover now