CAPITOLO 2

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La prima volta che aveva visto Angelos Kralidis spogliarsi di fronte a lei, Santana non aveva fatto una piega, così com'era stata sempre abituata a fare.

Sentire, fidarsi e cedere alle emozioni, anche di un solo millimetro, portavano ad un inevitabile disastro.

Per quel motivo, aveva imparato a indurire il suo cuore. O diventava di ferro o l'alternativa sarebbe stata quella di affondare sotto il peso di una disperazione schiacciante.

E lei si rifiutava di lasciarsi affogare...

Recuperò dal baule della limousine un abito grigio carbone Armani, una camicia azzurra che tenne in una mano e una cravatta, la preferita del suo capo, già pronta, con un perfetto Nodo Windsor Doppio, nell'altra. Glieli porse tenendo lo sguardo fisso sul lago che si vedeva oltre la spalla larga di lui, poi gli prese dal baule anche un paio di calze e le scarpe in pelle italiane, fatte a mano.

Non aveva assolutamente bisogno di guardare il collo e le spalle perfettamente scolpite grazie all'attività agonistica di canottaggio, o il suo torace solido ricoperto da una peluria scura, che si assottigliava per poi sparire sotto l'elastico dei suoi boxer.

Sicuramente, non aveva nemmeno bisogno di soffermarsi sulle sue cosce, forti abbastanza da reggere il peso di una donna contro un muro nelle giuste circostanze. E più di qualunque cosa, non aveva decisamente bisogno di guardare i suoi boxer di cotone neri che facevano fatica a contenere il suo grande, grosso...

Un beep molto forte proveniente dall'interno della limousine annunciò l'arrivo di una chiamata. Lei trasalì e scappò dalle mani le calze di Angelos. In tutta fretta le alzò e poi, scivolò velocemente nella macchina. Con la coda dell'occhio vide Angelos infilarsi i pantaloni. In silenzio, gli passò le scarpe e rispose al telefono.

"," disse in tono perfettamente professionale e tranquillo.

Ascoltò con calma l'interlocutore mentre recuperava il tablet, aggiungendo una serie di altre cosa da fare alla lista. Quando lui la raggiunse in macchina, impeccabilmente vestito, e chiuse fortemente la portiera, Santana era già alla fine della pagina.

"L'unica risposta che posso darvi in questo momento è No Comment. No, non si può fare," disse lei e sentì Angelos irrigidirsi sul sedile, accanto a lei. "Assolutamente, no. A nessuna testata in particolare verrà data l'esclusiva. La Kralidis Shipping rilascerà un comunicato stampa a breve. Sarà pubblicato sul sito della nostra compagnia con tutti i dettagli. Per avere altre informazioni potete contattare il nostro ufficio stampa."

"Riviste di gossip oppure testate nazionali?" le chiese Angelos quando riappese.

"Fleet Street, signor Kralidis. Volevano verificare le voci che errano arrivate in redazione."

Il telefono ricominciò a suonare, ma Santana, notando che era il numero di un altro giornale, lo ignorò. Angelos aveva telefonate più urgenti da fare. Lui contrasse la mascella prima di riprendere il controllo e afferrare il ricevitore che lei gli stava porgendo.

Le loro dita si sfiorarono e a quel contatto, i battiti del cuore di Santana fluttuarono momentaneamente. La voce di lui traboccava di autorità e sicurezza. Conservava una traccia impercettibile della sua origine greca, di cui peraltro parlava la lingua con la stessa efficienza con cui gestiva il ramo del greggio della Kralidis Shipping, che era la società multimiliardaria di famiglia.

"Signor Presidente, la prego di permettermi di esprimere il mio più profondo rammarico per questa incresciosa situazione. Naturalmente, la mia compagnia si assume l'intera responsabilità dell'incidente e farà di tutto per assicurare il minor danno ecologico ed economico possibile, signore. Sì, stiamo già mandando sul luogo dell'incidente una squadra di cinquanta uomini esperti in questo genere di operazione di salvataggio ed investigazione. Sì, sono d'accordo con lei. Sì, ci andrò anche io. Infatti, arriverò lì entro dodici ore."

IL GUSTO DEL PROIBITO (1 LIBRO - I FRATELLI KRALIDIS)Where stories live. Discover now