Piccoli Graffi Con La Carta

43 9 34
                                    

LadyLightworm

Isabelle sbuffò. «Tutti i ragazzi sono gay. Su questo furgone, almeno. Ah, non tu, Simon.»

«Be'» fece Raphael «avrei da ridire».
Simon e Clary quasi si strozzarono con la saliva mentre Isabelle rideva.

«Te ne sei accorta» fece lui.
«Io mi considero un bisessuale appassionato» puntualizzò Magnus,

Alec rischiò di avere un infarto. «MAGNUS!».
Lui guardò il copione messo vicino al volante «Ooooohhh! “Disinvolto” ha più senso!».

«Ti prego, non usare mai questa definizione davanti ai miei genitori» gli disse Alec.

Il suo sguardo era di fuoco «Nessuna delle due».

«Specialmente a mio padre.»
«Pensavo che i tuoi genitori non avessero problemi con... sì, con il tuo coming out» intervenne Simon, sporgendosi oltre Isabelle per guardare Alec che, come spesso succedeva, aveva le sopracciglia aggrottate e si stava togliendo il ciuffo di capelli neri dagli occhi. A parte qualche battuta qua e là, Simon non gli aveva mai parlato molto. Non era una persona facile da conoscere.

«Vero, mondano» sospirò Jace. «Era così fastidiosamente chiuso!».
«Mai sentito parlare del carattere?» chiese Alec.

Doveva però ammettere che, dopo l'allontanamento da sua madre, ora era più curioso di sentire la risposta di Alec.
«Mia madre sembra averlo accettato» disse l'altro. «Ma mio padre... no, in realtà no. Una volta mi ha chiesto cos'era stato, secondo me, a farmi diventare gay». Simon sentì Isabelle irrigidirsi accanto a sé. «A farti diventare gay?!» era incredula. «Alec, non me lo avevi mai detto.»
«Spero gli avrai risposto che è stato un ragno gay» disse Simon. Magnus sbuffò, Isabelle aveva l'aria perplessa. «Ho letto la raccolta di fumetti di Magnus» disse Alec. «Quindi so di cosa stai parlando.» Un sorriso gli fece capolino sulle labbra. «Dici che mi dà la gaytudine proporzionale di un ragno?»
«Solo se fosse un ragno davvero gay» disse Magnus, lanciando uno strillo quando Alec gli diede un pugno sul braccio.

«Ahio, Alec!» esclamò Magnus. «Mi hai ucciso».
«Come sei fragile» borbottò lo shadowhunter.

«Okay, okay, come non detto.»
«Be', in ogni caso» intervenne Isabelle, chiaramente irritata per non aver capito la battuta, «non tornerà comunque da Idris.»
Alec fece un sospiro. «Mi dispiace di aver distrutto la tua immagine di famiglia felice. So che ti piacerebbe pensare che nostro padre non abbia problemi con la mia omosessualità, purtroppo non è così.»
«Ma, se quando la gente ti dice o fa certe cose che ti feriscono, tu non me lo vieni a dire, io come faccio a uccidere tutti?».

«Il ragionamento fila» disse Clary. Cassandra stava per ucciderla.
«“Ad aiutarti”» la corresse Raphael con uno sbuffo.

Simon sentiva l'agitazione di Isabelle vibrarle per tutto il corpo. «Come posso Iz» disse Alec, stancamente. «Non è un unico episodio macroscopico. Sono tante piccole cose poco evidenti. Quando io e Magnus eravamo in viaggio e io telefonavo, papà non chiedeva mai come stava lui. Quando mi alzo per par lare nelle riunioni del Conclave, nessuno mi ascolta, e non so se sia perché sono giovane o per qualche altro motivo. Ho visto la mamma che parlava con un'amica dei suoi nipoti e nell'esatto istante in cui sono arrivato io hanno smesso, Irina Cartwright mi ha detto che è un peccato se nessuno erediterà mai i miei occhi azzurri.»

«Però devi ammettere che i tuoi occhi sono proprio belli!» esclamò Jace. Poi ghignò «Ma i miei di più».
«Mi sembrava strano...» borbottò Simon.

Fece un'alzata di spalle e guardò Magnus, che per un attimo tolse una mano dal volante per metterla su quella di Alec. «Non è come una ferita di pugnale da cui potresti proteggermi. Sono milioni di piccoli graffi che ti fai con la carta, tutti i giorni.»

Clary rabbrividì «La carta é il mio peggior nemico».

«Alec...» iniziò a dire Isabelle. Ma prima che potesse aggiungere altro, all'orizzonte comparve un cartello di legno a forma di freccia con la scritta FATTORIA TRE FRECCE. Simon ricordò Luke, inginocchiato sul pavimento della fattoria, che dipingeva con cura le lettere, mentre Clary aggiungeva i fiori lungo il bordo inferiore, ormai scoloriti e quasi invisibili.
«Gira a sinistra» disse, allungando un braccio e rischiando di colpire Alec.

Alec gemette. «La parte di “rischiando”?» chiese massaggiandosi la testa.

«Magnus, siamo arrivati.»

«Lo sapete che va rifatta, vero?» chiese Clary. «Avete fatto un casino».
«E MA IO MI SPARO!» esclamò Clare.

Umorismo Sul SetWhere stories live. Discover now