La Sconfitta di Voldemort

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Anguria_Ironica
CE L'HO FATTA

«Non voglio aiuto» disse Harry, e nel silenzio assoluto la sua voce risuonò come uno squillo di tromba. «Deve andare così. Devo essere io».
Voldemort sibilò, gli occhi rossi spalancati.
«Potter non voleva dire questo. Non è così che si comporta, vero? Chi userai come scudo oggi, Potter?»
«Odisseo» rispose Harry semplicemente.

Voldemort fece una faccia confusa. Prese il copione dalla tasca mentre Jo sbuffava e Harry rideva. «Sul serio?» chiese Hermione. «Sul serio, Harry?».

«Non ci sono altri Horcrux. Siamo solo tu e io. Nessuno dei due può vivere se l'altro sopravvive, e uno di noi sta per andarsene per sempre...»

«Uno di noi?» lo schernì Voldemort. Ogni suo muscolo era teso e i suoi occhi rossi erano immobili: un serpente pronto a colpire. «Pensi che sarai tu, vero, il Ragazzo-Che-E-Sopravvis suto per caso, solo perché Silente tirava i fili?».
«E stato un caso quando mia madre morì per salvarmi?» chiese Harry. Continuavano a spostarsi di lato, tutti e due, disegnando un cerchio perfetto, mantenendo la stessa distanza l'uno dall'altro. Per Harry esisteva solo il volto di Voldemort.

«Sembra l'inizio di una storia d'amore» borbottò Sirius ridacchiando. Lupin alzò un sopracciglio ma non disse niente.

«Un caso che io abbia deciso di combattere in quel cimitero? Un caso che io non mi sia difeso questa notte, eppure sia sopravvissuto, e tornato per combattere di nuovo?»

«Devi ammettere di avere molto culo» rispose Voldemort. Harry scrollò le spalle «Può capitare».

«Casi!» urlò Voldemort, ma ancora non colpì, e la folla era come pietrificata, delle centinaia di persone che riempivano la sala sembrava che solo loro due respirassero. «Casi e fortuna e il fatto che ti sei rannicchiato a frignare dietro le gonne di uomini e donne più grandi di te, e hai lasciato che io li uccidessi al posto tuo!»
«Non ucciderai nessun altro questa notte» ribatté Harry. Ancora si muovevano in cerchio e si fissavano, occhi verdi dentro occhi rossi. «Non potrai uccidere nessuno di loro, mai più. Non capisci? Ero pronto a morire per impedirti di fare del male a queste persone...»
«Ma non l'hai fatto!»
«... era mia intenzione, ed è questo che importa. Ho fatto quello che ha fatto mia madre. Sono protetti da te. Non hai notato che nessuno dei tuoi incantesimi funziona su di loro? Non puoi torturarli. Non puoi toccarli. Non impari dai tuoi errori, Riddle, vero?»
«Tu osi...»
«Sì, io oso» continuò Harry. «Io so cose che tu non sai, Tom Riddle. Io so molte cose importanti che tu non sai. Vuoi sentirne qualcuna, prima di commettere un altro grosso errore?» Voldemort non parlò ma continuò a muoversi in cerchio, e Harry seppe di averlo ipnotizzato, per il momento pendeva dalle sue labbra, trattenuto dalla vaghissima possibilità che Harry conoscesse davvero un ultimo segreto. «È di nuovo l'amore?» ringhiò Voldemort, il volto da ser pente contorto in una smorfia di schermo. «La soluzione preferita di Silente, l'amore, che a sentir lui vince la morte. Ma l'amore non gli ha impedito di cadere dalla torre e andare in pezzi come una vecchia statuina di cera. L'amore non ha impedito a me di schiacciare quella Sanguemarcio di tua madre come uno scarafaggio, Potter... e pare che nessuno ti ami abbastanza da farsi avanti, questa volta, a prendersi la mia maledizione. Quindi che cosa ti impedirà di morire adesso, quando colpirò?»
«Una cosa sola» rispose Harry, e ancora si fronteggiavano, assorti l'uno nell'altro, separati soltanto dall'ultimo segreto.
«Se non è l'amore che ti salverà, questa volta» insisté Voldemort, «devi credere di avere una magia che io non ho, o un'arma più potente della mia».
«Credo entrambe le cose » ribatté Harry,

«Uoooaaah!» esclamò a bassa voce James. Lily lo zittí per non rovinare la scena. Nessuno aveva voglia di registrarla tante volte.

e vide la sorpresa balenare sul volto di serpe e dissiparsi all'istante; Voldemort scoppiò a ridere e il suono fu più spaventoso delle sue urla; folle e privo di gioia, echeggiò nella sala silenziosa. «Tu credi di conoscere più magie di me?» chiese. «Di me, di Lord Voldemort, che ha compiuto magie che Silente stesso non si era nemmeno sognato?»
«Oh, se l'era sognato eccome» rispose Harry, «ma lui ne sapeva più di te, abbastanza da non fare quello che hai fatto tu».
«Vuoi dire che era un debole!» urlò Voldemort. «Troppo debole per osare, troppo debole per prendere ciò che avrebbe potuto essere suo e invece sarà mio!»

Umorismo Sul SetWo Geschichten leben. Entdecke jetzt