7- E SE NE VA

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May

Nel riflesso dei suoi occhi vedo i miei. Sento il suo respiro caldo sul mio volto. I miei muscoli si tirano nervosi, provocandomi piccoli fremiti.

Troppo vicino... Troppo.

Sento il sangue ribollire. Mi trattengo dal realizzare le mille e mila fantasie, che mi annebbiato la mente, con noi due ed un allegro calcio nelle palle.

:-cazzi tuoi- sputo fuori a denti stretti :-io non ho nulla a spartire con te-
:-non ne sarei tanto sicura- ammicca, con tanto di occhiolino.
Bene. Come se il solito ghigno non bastasse a farmi saltare i nervi!

Si avvicina lentamente, accorciando ulteriormente la scarsa distanza tra i nostri visi.

I polmoni si rifiutano di funzionare, quando sento la sua guancia ruvida sforare la mia.
Solleva una mano che, con lenti e languidi movimenti, sposta una ciocca di capelli dietro all'orecchio. Lo sento andare a fuoco, colpito dal suo respiro.

Il tempo sembra fermarsi. Si avvicina ancora di più al mio orecchio, fino a sfiorarlo con la bocca.
Dischiude le labbra, e nuovi brividi mi costringono a serrare i pugni.
:-seguimi- la voce leggera, quasi un sussurro... :-riguarda casa-

Si allontana dal mio viso. Si erge in tutta la sua statura.
Mi guarda dall'alto in basso, bloccata in quella gabbia che sono le sue braccia, una puntata sul tavolo e una alla sedia.
Mi guarda con quel ghigno odioso, beffeggiandosi del mio palese imbarazzo.

Tu lurido bastardo!

Tra un miliardo di modi, per dire "hei May devo dirti una cosa che riguarda casa " hai scelto il peggiore.

Rossa in volto, non so se per l'imbarazzo o la rabbia, spingo i palmi sulle sue spalle. Il mio intento è quello di allontanarlo, di allontanarlo il più possibile da me, e preferibilmente di fargli anche male.
Ma l'unico risultato che ottengo è vedere quel sorrisetto da schiaffi allargarsi ancora di più.

A mali estremi, estremi rimedi.

Ignoro tutto l'ambiente che mi gira intorno. Tutti gli occhi che mi sento bruciare addosso. Lascio scivolare una gamba fra le sue, l'aggancio sotto al suo ginocchio ed il gioco è fatto. Spingo le spalle, tiro la gamba, e quella testa di cazzo si ritrova con il culo a terra.

Lo guardo fiera. Guardo un fiume di emozioni inondargli il viso, dallo stupore alla rabbia, tutte aleggiano nella sua espressione almeno una volta in quei miei secondi di gloria.

Secondi. Perché lo schiaffo della realtà arriva veloce e violento.
Sguardi, dei più disparati, mi raggiungono come proiettili tra un'occhiata divertita ed una piena di disgusto.
Un coro di risate e commenti si sollevano ovunque. Ed ancora una volta mi ritrovo lì al centro dell'attenzione, al centro delle chiacchiere. Sono la causa di risate sguaiate e trattenute, il motivo di commenti acidi...sono il perché di tutto questo.

:-May- la voce di Gwen arriva piano in quell'intreccio di confusione. Mi giro per incontrare i suoi occhi, tristi, preoccupati. Come quelli di tutte a quel tavolo.
:-parliamone un'altra volta- isso la beretta dello zaino su una spalla e scompaio dietro alla porta della mensa.

La porta sbatte alle mie spalle, con un tonfo pieno risuona per il corridoio sgombro.
Mi vorrei sotterrare. Vorrei che la terra si aprisse sotto i miei piedi lasciandomi cadere in quel buio baratro,dove niente e nessuno potrà raggiungermi. Vorrei riavvolgere il tempo fino a qualche minuto fa, fino a ieri...fino alla partenza dell'aereo, fino al momento in cui tutto è andato a puttane.

Vorrei svegliarmi nel mio letto, nel mio vecchio letto scricchiolante, scendere in cucina trovare mamma ai fornelli mentre canticchia sulle note di papà. Vorrei sedermi accanto a lui, come facevo da bambina, e guardalo suonare. Guardare le sue mani muoversi veloci e precise, e con quei movimenti sinuosi produrre note leggere. Vorrei tornare a respirare quell'aria...vorrei tornare a respirare.

Tutto in un Momento Where stories live. Discover now