6-UNA LEZIONE NOIOSA...FORSE NON TANTO

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May

Ci sono storie difficili da raccontare.
Ci sono storie che restano sepolte per anni prima di venire alla luce.
Ci sono storie che si dedicano solo al vento.

Parole non dette, sospiri trattenuti.
Tante storie son così! Ma sono tutte diverse.
Ognuna con i suoi colori e le sue lacrime. Ognuna con il suo inizio, ma con la stessa fine.

Rinchiuse in un cassetto, di cui è stata buttata la chiave, le storie scalpitano per uscire. Graffiano ed urlano dall'interno, ricordandoti perennemente della loro esistenza.

Ci sono storie difficili da raccontare.
Ma ci sono orecchie sempre pronte ad ascoltare.

Fuori dalla finestra, giù nel campo, non ci sono classi, non c'è confusione. Tutto è calmo in un dei luoghi più confusionari della scuola.
:-signorina Anderson...-Me lo immagino pieno di alberi, che non permettono ad occhio umano di avvicinarsi. E là in mezzo, una piccola radura, appresso ad un piccolo muro di roccia...:-...signorina Anderson!...-...lascia cadere lungo di sé le acque di un piccolo fiume, e dietro quella cascata....:-SIGNORIA ANDERSON!!- un tonfo spezza i miei pensieri. Salto sulla sedia tornando nel mondo normale, relegando i ricordi in un posto lontano e nascosto.

Il professor Bentley, un uomo sulla quarantina, mi incenerisce da dietro le lenti spesse dei occhiali. Una mano poggiata alla cattedra ed il braccio in tensione.
:-sa dirmi, per caso la risposta alla mia domanda?-
Terrore puro. È terrore puro quello scorre nelle mie vene, quello che mi buca i polmoni, quello che sale fino ai occhi. Occhi che corrono sui visi dei miei compagni, alla disperata ricerca di un aiuto, che sanno non arrivare mai.

1873. Un ragazzo qualche banco di fronte a me si gratta la nuca e lì, scritto a penna sul dorso della mano, 1873.

Mi posso fidare? E se fosse sbagliato? Sarà una trappola?

Tanti interrogativi mi frullano in testa, ma decido deliberatamente di ignorarli per una buona volta.
:-1873- il professore mi scruta, assottiglia lo sguardo e stringe la mano in un pugno. Bene, ho sbagliato! Lo sapevo che non dovevo fidarmi.

:-risposta corretta signorina Anderson- si spinge lontano dalla cattedra e torna alla lavagna, continuando la sua noiosa lezione.

Il mio sguardo corre al ragazzo. È leggermente voltato e quando i miei occhi incontrano i suoi sorride, e sulla sua guancia compare una fossetta.
Logan. Cavolo, non l'avevo riconosciuto.

Lo ringrazio con un flebile sorriso, e mi dispiace un po' per non saper fare di meglio.

La lezione continua, noiosa come prima e mi distraggo non poche volte.
Mi ritrovo a fissare le piccole crepe dei muri, il segno colorato sulla cornice della lavagna, la piccola e ronzare mosca appena entrata dalla finestra.

La campanella della pausa pranzo suona, liberandoci da quel supplizio. Ripongo i libri nel vecchio zaino blu, chissà cosa c'è in mensa oggi?
Infilo una beretta in spalla, sulla strada per la mensa c'è il mio armadietto, posso approfittane e fare il cambio libri. Non sopporto più questo mattone di storia!
A capo chino vado verso la porta, percorrendo mentalmente la strada dall'aula alla mensa.
:-signorina Anderson- la mia testata scatta verso il professore dietro alla cattedra:-ho notato che oggi non è stata molto attenta- si leva gli occhiali per pulirli con un panno:-se la mia lezione non le interessa la prego, almeno, di avere la decenza di non distrarsi per ogni mosca che entra dalla finestra- abbasso il capo e stringo la beretta sulla mia spalla.
:-scusi professore-
:-ma non è questo il motivo per cui l'ho fermata- i miei occhi tornano su di lui che si sta rimettendo gli occhiali:-sono stato informato che non ha ancora deciso il suo corso aggiuntivo- oh no! Me ne sono completamente dimenticata:-non c'è bisogno che le ripeta che senza le ore del corso aggiuntivo ci sono poche probabilità che lei riesca a superare l'anno-
:-capito professor Bentley-
:-bene e ora vada, ho sentito che a chi arriva per ultimo in mensa non rimane granchè da mangiare- il professore mi rivolge un lieve sorriso, che non sapevo fosse in grado di fare.
:-grazie professore- mi volto non prima di aver ricambiato quel sorriso un po' strozzato, con un sorriso altrettanto imbarazzante.
:-ah e non si dimentichi di ringraziare il signorino Taylor- i piedi si bloccano. Cosa?!

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