1-ARRIVO NELLA NUOVA CASA

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May

Le case scorrono veloci dietro al finestrino. Case che non conosco su strade che non conosco, percorse da gente che non conosco. Come farò ad ambientarmi qui?

Odio stare tra estranei, odio stare in luoghi affollati, odio l'idea di essere guardata e giudicata. Se esistesse un inferno creato a summisura per me quello sarebbe San Francisco.
:-May, la mamma mi ha detto che ti piace fare lunghe camminate. Uno di questi giorni potresti percorrere il lungomare. Ti piacerebbe- convinto tu. Il sorriso di mio padre è sincero, ma il tamburellare frenetico delle dita sul volante tradisce la sua agitazione. Respirare la sua stessa aria mi rende nervosa, vorrei rispondergli a tono e versargli addosso tutto il dolore che mi ha provocato quando se ne è andato, ma alla fine gli rispondo:-ci penserò- tornando a guardare fuori dal finestrino, cercando di distrarmi giocherellando con la collana di mia madre. Me l'ha data qualche minuto prima del check in. "Per ricordarti di me a San Francisco". Ammetto che nell'ultimo periodo non mi sta molto simpatica.

Mi ha spedito qui senza pensarci molto "frequenterai un'ottima scuola. Molto meglio di qui." "Sarà una bella esperienza" "Potrai stare di nuovo con tuo padre, e potrai finalmente incontrare il suo compagno" guardami mamma sprizzo energia da tutti i pori!

La macchina rallenta e gira su un vialetto. La casa è grande ed è come tutte le altre su questa via, la tipica villetta a schiera.
Un uomo sulla quarantina esce dalla porta di ingresso e mio padre gli va incontro per baciarlo. Bene, è ufficiale: ora non si può più tornare indietro. Prendo un bel respiro profondo, mi stampo in faccia il solito sorriso circostanziale, ed esco.

:-May che bello incontrarti finalmente, tuo padre mi ha parlato molto di te- un uomo alto, dai capelli biondi, gli occhi verdi e la pelle abbronzatissima mi viene incontro per abbracciarmi. Non sono una grande fan degli abbracci, ma ho promesso a mia madre di non essere acida perciò cerco di ricambiare per quanto mi è possibile.
:-non ti piacciono molto gli abbracci vero?- beccata:-stai tranquilla, neanche a tuo padre piacciono molto. Non ti dico la fatica che ho fatto per conquistarlo-

Mi mette una mano dietro alla schiena e mi spinge verso la porta di ingresso. Vedo mio padre arrossire leggermente all'affermazione dell'uomo, e per la prima volta da quando sono atterrata sorrido sinceramente.
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-su entriamo, le valigie le prenderemo dopo-

Varcata la soglia la prima cosa che vedo è la scala che porta al piano di sopra e alla sua sinistra un grande salotto con una grande TV. Dopo il salotto vedo, dietro ad un arco squadrato, una sala da pranzo con alcune sedie.
:-vieni May ti faccio fare il giro della casa. Avrei preferito che al tuo arrivo ci fosse anche mio figlio, ma aveva da fare- passiamo accanto, sorpassiamo l'arco ed entriamo in una bellissima sala da pranzo vetrata, che dà su un portico con un bellissimo giardino.
:-per di qua si può andare nel portico- dice indicando una porta finestra che si mimetizza alla perfezione con le finestre:-ma passiamo per la cucina- mi spinge leggermente con la mano verso una porta. Quest'uomo è estremamente allegro e vivace, ma devo ammettere che non mi dispiace. Pensavo che per il nostro primo incontro sarei stata nervosa, ma ha la straordinaria abilità di mettermi a mio agio. Mio padre invece ci segue in silenzio, non è mai stato un tipo di tante parole, come me d'altronde, è quando non è nervoso che diventa chiacchierone. La cucina è bianca, con una grande isola al centro con lavabo. E la parete sinistra è coperta di finestre come in sala.
:-anche qui c'è una portafinestra, ma sono convinto che ti interessi di più la tua camera- torniamo velocemente indietro, fino ad arrivare alle scale:-che stupido, mi sono dimenticato di mostrarti la sala- accanto alle scale a destra cè una porta bianca che sulle prime non avevo notato. Varcata la soglia un grande piano occupa la stanza, ed alla mente mi tornano i ricordi felici della mia infanzia ma anche quelli tristi di me seduta sullo sgabello che cerco invano di suonare.
:-so che ti piace suonare il piano come a tuo padre, un giorno di questi potresti farci sentire qualcosa-_-potremmo anche suonare un pezzo a quattro mani- dice mio padre riacquistando la sua voce:-non suono più- la voce esce più fredda e glaciale di quanto avrei voluto.

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