Capitolo 18

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Cico pov
Appena vidi la porta aprirsi,chiusi Stre nel mio armadio. Non potevo fare molto,non potevo nascondermi sotto le coperte o far finta di dormire,perché avevo poco tempo. Presi velocemente la chitarra,appoggiata al muro vicino al mio letto e feci finta di suonare. Quella figura (come sospettavo),apparteneva a mio padre. Avevo il cuore a mille,avevo paura,non sapevo che inventarmi,speravo solo che non mi avesse sentito parlare con qualcuno.

Papà di Cico: Con chi parlavi?

Cico: N-nessuno. Sto solo suonando la mia chitarra.

Papà di Cico: Cico! Io non ti ho sentito suonare,TI HO SENTITO PARLARE.

Cico: Ti g-giuro che stavo suonando e cantand-

Papà di Cico: Io non ti credo.

Mio padre iniziò ad ispezionare la mia stanza,guardò in ogni angolo,buttando per terra qualsiasi cosa. Tutti i miei cd preferiti,iniziò a strappare i poster dalle mie pareti. Ero così tanto incazzato in quel momento che volevo saltargli addosso,ma mi ricordai di Stre.  Era ancora chiuso nel mio armadio,non volevo che mi vedesse così,così aggessivo. Avevo attacchi di rabbia,non riuscivo a controllarla,l'unica cosa che riusciva a calmarmi era la boxe,la musica,ma soprattutto il mio amato violetto. Cosi provai a tranquillizzarmi. Appena vidi mio padre dinanzi l'armadio,sbiancai,non poteva assolutamente aprirlo,avrebbe visto il mio Stre. Avevo terribilmente paura. Ma non per quello che avrebbe fatto a me,perché ormai ci ero abituato,ma avevo paura che potesse fare del male a mio piccolo violetto. Appena vidi la sua mano avvicinarsi all'armadio iniziai ad urlargli contro.

Cico: BASTA! NON CE LA FACCIO PIÙ OK? MI HAI ROVINATO LA VITA. Per colpa tua non vado più a scuola. Per colpa tua ho paura di TE. Come cazzo è possibile che un figlio debba avere paura del proprio genitore? I genitori dovrebbero amare i propri figli così per come sono. Cosa ti è successo? Perché sei cambiato? Prima eri così amorevole con noi,da quando la mamma è morta,e ti sei messo con quella stronza,sei cambiato. Per colpa tua ho continui incubi. Mi impedisci addirittura di andare a scuola. Mi hai nascosto il telefono. NON HO PIÙ UNA CAZZO DI VITA. E sai una cosa? Ho sempre avuto paura di dirtelo e non me ne frega un cazzo se non ti va bene. Ma ora basta questa cosa deve finire. Niente più maltrattamenti o altro. Torna ad essere quello di un tempo. Sono recluso nella mia stessa casa da settimane ormai. Non posso vedere più i miei amici. Mi stai facendo sprecare i miei anni migliori. Mi stai facendo perdere l'anno. L'unica cosa che mi è rimasta è questa chitarra che mi ha regalato la mamma prima di morire. Per colpa tua NON HO PIÙ NIENTE.

Pensai che con quelle parole potevano aiutare mio padre a riflettere. Per la prima volta ebbi il coraggio di dirgli cosa pensavo davvero e come mi sentivo. Ma mio padre mi guardò,con uno sguardo pieno di ira,avevo tanta paura. Prese la mia chitarra ed iniziò a sbatterla per terra. Provai a fermarlo ma invano,ogni colpo a terra della mia chitarra era un colpo al mio cuore. Sentii qualcosa dentro di me spezzarsi. Quella chitarra era l'unico oggetto che mi legava ancora a mia madre,che mi faceva pensare a lei. Ma quel mostro la stava distruggendo davanti ai miei occhi,stava distruggendo l'unico legame che avevo con mia madre. Caddi sulle ginocchia piangendo. Mi sentivo a pezzi,non sapevo che fare. Mi alzai e mi lanciai addosso a mio padre. Ormai la rabbia si era preso possesso di me. Iniziai a colpirlo,ma lui era più forte. Mi tirò un calcio,facendomi cadere a terra. Non si fermava più,mi colpiva continuamente. Io vidi che la porta dell'armadio stava per aprirsi,evidentemente Stre voleva venire ad aiutarmi. Ma io gli feci "no" col dito,facendogli capire che non doveva assolutamente intervenire. Io ormai ero abituato a quel trattamento da parte di mio padre,ma volevo assolutamente che quel mostro potesse mettere le mani sul corpo gracile del mio piccolo amato. Vidi la porta dell'armadio richiudersi e mi sentii più sollevato. Dopo avermi pestato per un po,mio padre decise di andarsene dalla mia stanza,ma prima di abbandonarla mi disse "da domani torni a scuola. Ma puoi andare solo li hai capito? Non fare il furbo con me,perché ti terrò d'occhio. E non voglio vederti insieme a quel fricio di merda,perché tu devi essere normale ok? Non devi esssre un malato mentale come quello la". Dopo aver pronunciato quelle parole,abbandonò la stanza. Provai ad alzarmi per distendermi sul letto,ma era tutto inutile,sentivo dolori atroci dappertutto. Quando stavo provando a rialzarmi di nuovo,sentii due mani dolci,provare a tirarmi su. Era il mio piccolo micetto. Nonostante la poca luce riuscii a vedere i suoi meravigliosi occhi gialli,erano tristi e lucidi. Stava piangendo. Ogni volta che lo vedevo piangere,ogni sua lacrima,era una fitta al cuore per me. L'unica cosa che volevo,era vederlo felice. Sentire la sua meravigliosa risata. Gli accarezzai il viso con una mano e con l'altra lo ritai verso di me. Avevo bisogno di un suo abbraccio,di toccarlo,di sentirlo contro di me. Lui mi abbracciò,senza stringere forte,facendo attenzione per non farmi male. Ma io iniziai a stringerlo sempre di più,non mi importava del dolore,volevo solo sentire i nostri cuore battere vicini. Inziai ad passare le mani nei suoi capelli e lui si accomodò accanto a me sul letto. Iniziai a sentire il mio piccolo violetto piangere e tremare,allora gli presi il viso tra le mani.

Cico: Odio vederti piangere. Semmai un giorno dovessi vedere il tuo volto rigato dalle lacrime,sarà solo ed esclusivamente quando ti chiederò di sposarmi.

Dissi quella frase senza pensarci,ma quando realizzai ciò che avevo detto rimasi in silenzio. Cosa poteva mai pensare Stre? Non stiamo nemmeno insieme ed io parlo già di matrimonio? Cazzo,spero di non aver rovinato tutto.

Cico: Stre scusa io-

Stre: Shh! Ti prego non rimangiarti quello che hai appena detto.

In quel momento mi tirò per la maglia del pigiama ed iniziò a baciarmi. Tra un bacio e l'altro Stre mi disse "Promettimelo..".

Cico: C-cosa?

Stre: Promettimi di non lasciarmi mai. Che qualsiasi ostacolo incontreremo lungo il nostro percorso lo supereremo insieme. Promettimi di non mentirmi e di essermi sempre fedele. Promettini che non mi abbandonerai mai. Promettimi che un giorno mi sposerai e che saremo felici..

Nell'udire quelle parole da Stre,il mio cuore iniziò ad accelerare fortissimo. Non riuscivo a capire come mi sentivo,era un mix di emozioni che non avevo mai provato prima per nessun altro. Quel violetto riusciva a darmi la forza per superare qualsiasi cosa e sentirmi invincibile contro il mondo. Giurai a me stesso che lo avrei protetto ad ogni costo,da qualsiasi cosa,da qualsiasi forma di dolore.

Cico: Te lo prometto mio piccolo violetto.

Stre: C-cico. Ma noi ora cosa siamo?

Cico: Secondo te cosa siamo?

Stre: Non riesco a definirmi un tuo semplice amico,perché sappiamo entrambi che gli amici non fanno le cose che facciamo noi.

Stre pov
Vedendo Cico in silenzio e vedendo che non riusciva a farmi capire per lui cosa eravamo,decisi di alzarmi dal letto. E dissi freddamente "vado via,è tardi. Se ci vede tuo padre è finita". Quando stavo per avviarmi verso il balcone,sentii Cico tirarmi per un braccio verso di lui. I nostri occhi si incatenarono,i nostri nasi si scontrarono,e le nostre bocche erano a pochi centimetri l'una dall'altra. Prima che potessi dire una qualsiasi cosa sentii le labbra di Cico schiantarsi con le mie. Quel bacio non era come gli altri,non era dolce o passionale,era come se avesse paura . Aveva paura di lasciarmi andare,come se io potessi abbandonarlo da un momento all'altro. Quando improvvisamente si staccò e avvicinò la sua bocca al mio orecchio dicendomi " Te sei il mio ragazzo. Mio e di nessun altro". Una volta udite quelle parole,feci un sorriso. Uno di quei sorrisi veri,che ti vengono dal profondo del cuore. A quel punto ricambiai il bacio dicendo "solo tuo". Poi ci staccammo e io tornai a casa,completamente felice. Sentivo felicità in ogni parte del mio corpo,era una sensazione bellissima. AHHH quanto amavo quel dannatissimo rosso. Il mio rosso.

Il viola ed il rosso stanno bene insieme?Where stories live. Discover now