CAPITOLO25

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"Ah che sfortuna" pensai tra me e me "perché deve piovere proprio quando esco?"
"Non ti dispererai anche per questo?" mi provocò il demone
"Che problemi hai con me tu?" Gli chiesi piuttosto offeso "Ho perso la persona più importante della mia vita solo perché sono stato troppo lento e debole! Come dovrei reagire ?"
"Quante volte te lo dovrò ancora dire? Non è stata colpa tua! Il tuo corpo non reagiva ancora bene ai miei poteri" cercò di consolarmi lui
"Ma adesso si; perché mi sono allenato di più! Se solo lo avessi fatto prima adesso Josh sarebbe qua con me." Urlai contro il demone.
Anche nei miei pensieri riuscivo a modulare il tono di voce, il che mi piaceva moltissimo.
"Il tuo discorso non fa una piega" mi disse lui svogliatamente.
Imboccai una sperduta stradina erbosa, in modo da potermi riparare dalla pioggia con gli alberi.
La meta non era un problema, ero senza destinazione, l'unica cosa necessaria era camminare e sfogarmi in qualche modo.
Dopo quasi dieci minuti sentii una presenza dietro di me e mi voltai di scatto. Niente. Dovevo essermelo per forza immaginato.
Continuai a camminare, sempre con la sensazione del fiato di qualcuno sul collo. Pensai di avere solo delle allucinazioni, forse per le condizioni in cui stava ancora la mia mente, fino a quando non udii uno scricchiolio, tipo di foglie schiacciate.
Mi fermai immediatamente, ma restai ancora voltato.
- È inutile che ti nascondi adesso - esclamai io - Ti ho sentito. Esci fuori e dimmi cosa vuoi -
Restai ancora girato, mossa molto azzardata, finché non ricevetti una risposta.
- Oh beh, il mio errore l'ho fatto. Intanto tu girati pure -
Quella voce. No. NON POTEVA ESSERE.
Mi girai tanto velocemente che rischiai di spaccarmi la schiena non appena udii quelle parole ed il mio dubbio fu fondato. Quella era la voce di Josh.
Lo notai più muscoloso e più sicuro di se rispetto a come era prima.
- Josh...Josh, OMMIODDIO. Josh sei tu - corsi velocemente verso di lui e, al posto dell'abbraccio che mi aspettavo, ricevetti un pugno nello stomaco.
- Quanta fretta - disse lui con tono arrogante - stai nelle tue amico. -
Indietreggiai, boccheggiando per la potenza del colpo, e guardai il mio amico con preoccupazione.
- Josh...che hai? - chiesi io
- Ho solo capito con chi stare. Sai, dovresti aprire gli occhi. Dove sto io ora, non abbiamo regole, coprifuochi, orari. Assolutamente no. Noi facciamo come ci pare, a patto che, complessivamente, raggiungiamo le cinque ore di allenamento nell'arco di una giornata. È facile distribuirle e poi divertirsi. In più, il nostro allenamento è potenziato. Facciamo un po' di fatica in più, però le nostre ore sono il doppio delle vostre. - espose lui tutto soddisfatto
- Tu chi sei? - chiesi io rabbuiato - Tu non sei il mio amico Josh. Lui non è così. Lui non è a favore del divertimento e allenamento. Lui ama stare in compagnia, con le persone che ama di più e con i suoi amici. Lui non mi avrebbe mai colpito, nemmeno se io fossi stato in punto di morte e colpirmi fosse stato l'unico modo per farmi sopravvivere. Non è nella sua etica. Quindi, te lo chiedo di nuovo; tu chi sei? - risposi io alterandomi ad ogni parola pronunciata.
Lui non rispose; si limitò a scattare in avanti ed atterrarmi, stando sopra di me.
Mi immobilizzò, tenendomi i polsi fermi con le mani sopra la mia testa, ma io continuai a divincolarmi inutilmente, quasi per sfogo.
Era diventato molto più forte di quanto potessi mai aspettarmi.
PERCHÉ? Chi era quello? Non il mio Josh di sicuro.
- Il capo sarà così felice adesso - esclamò lui con aria soddisfatta e compiaciuta.
- Josh! - ansimai io - Josh...lasciami andare. Non ti riconosco più! Parliamone dai -
Mi facevo pena da solo.
- Stai zitto! - urlò lui poco prima di colpirmi violentemente alla testa.
Vidi tutto nero per qualche secondo, poi ricominciai a distinguere qualche cosa, senza però un minimo di nitidezza. Era tutto sfocato ma fattibile da distinguere.
Josh stava approfittando del mio momento di debolezza per capovolgermi in posizione prona e legarmi i polsi alla schiena e le caviglie tra loro.
- Sai - disse mettendomi un piede in faccia - chissà che fine farai dopo -
- D...dopo q....quando? - mugugnai io
- Dopo che ti avranno estirpato il demone. In teoria non dovresti sopravvivere, ma nel caso succedesse, sono davvero curioso di vedere il seguito della tua vita. - disse scoppiando a ridere verso la fine.
Lui non era il mio Josh, non poteva essere lui. Cosa gli avevano fatto?
In quello stesso momento giurai a me stesso che se fossi riuscito a liberarmi l'avrei fatta pagare a chiunque avesse ridotto Josh in quelle condizioni.
Il mio ormai ex amico mi caricò sulle sue spalle a mo' di sacco di patate e cominciò a camminare.
Dopo qualche metro entrambi cademmo ed io mi feci un gran male dato che ero impossibilitato a proteggermi.
Ero ancora troppo intontito per alzarmi e scappare però riuscii a distinguere la scena che mi stava capitando davanti agli occhi.
Clara era intervenuta con Alex, Peter e gli altri, salvandomi la vita.

Into the darknessWhere stories live. Discover now