CAPITOLO20

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Arrivammo in un locale, preceduto da una breve scalinata, dove ci aspettava un ragazzo alto e muscoloso, biondo, con gli occhi del colore del ghiaccio.
- Jordan! - esclamò Kyle - Sono felice di vederti finalmente. Come stai ? -
- Kyle! - rispose il ragazzo - io sto bene, tu? -
- Anche io - rispose il mio istruttore con un gran sorriso - Maya, Gabriel, venite a salutare nostro cugino -
I due si fecero avanti e, dopo svariati abbracci e chiacchiere, si voltarono verso di noi
- Lui è nostro cugino Jordan - introdusse Maya - Ci ha gentilmente concesso il suo locale, tenendolo chiuso un giorno, per continuare la nostra serata -
"Che cosa gentile" mi disse il demone
"Già" risposi io "mi sento quasi in imbarazzo a sapere che tutto questo è per me" confessai.
- Allora - disse Jordan - chi è il festeggiato ? - Mi feci avanti e, con molta timidezza, alzai la mano, introducendo il mio nome. - Bene; visto che il tuo amico Josh mi ha detto che il tuo diciottesimo compleanno non è stato uno in stile film, come appunto desideravi da tutta la vita, abbiamo deciso di fartelo passare quest'anno - mi annunciò il ragazzo - Tanti auguri - esclamò poi.
Jordan si diresse verso la porta e la aprì, facendoci un cenno di entrare, divaricando un braccio. Entrammo e ci trovammo davanti ad un piano bar, colmo di bicchieri, riempiti fino a metà di vino, e stuzzichini.
- Servitevi - ci annunciò Jordan - questo è un breve aperitivo prima del resto. -
C'era dell'altro? Stavo iniziando davvero a preoccuparmi delle nostre future condizioni.
Bevemmo tutti il nostro bicchiere di prosecco, tranne Sam, che fu costretto a rintanarsi nelle bibite gassate, è quasi tutti si ingozzarono di stuzzichini, tranne me e Clara, perché avevamo appena finito di mangiare. Passò all'incirca un'oretta, tra chiacchiere e bevute, prima che Jordan ci scortò al piano inferiore. Scendemmo delle scale scure, che portarono ad una sala riccamente addobbata. C'erano festoni con su scritto "tanti auguri" dappertutto e molte luci colorate.
Un lungo tavolo era posto in un angolo della stanza, dove sopra vi erano una console da DJ e delle bottiglie di vari superalcolici. Varie casse erano disposte ai lati alti della stanza.
"Okay, la serata sarà un po' movimentata" pensai tra me e me
- Ora è tempo di divertirsi - urlò a squarciagola Alex, preso dall'euforia.
Andò davanti ad una console per DJ e mise musica da discoteca a manetta per tutta la serata. Io non sapevo ballare, così restai in un angolo della stanza fermo con Josh.
Peter venne li, per prelevare il suo morosino pensai, invece no.
- Cosa fate lì immobili? Ballate ragazzi - ci esortò lui
- Non siamo capaci - confessò Josh - non l'abbiamo mai fatto prima.
Pere allora prese entrambe le nostre mani e ci portò al centro della pista insieme agli altri.
- Fate come me - ci consigliò lui - È facile, alla fine, è come saltare a ritmo -
Peter cominciò a ballare e noi cercammo di imitarlo. Un po' goffamente, alla fine ci riuscimmo e ci divertimmo parecchio.
Tra bevute e balli la serata stava finendo, ed anche bene.
La musica di fermò di botto e Peter stava armeggiando con un microfono.
- Scusatemi tutti - annunciò- Posso avere un attimo la vostra attenzione? Grazie. - Tutti rivolgemmo lo sguardo incuriositi verso Peter, tranne Josh che, probabilmente avendo già capito quale sarebbe stato il discorso, pareva preoccupato. - Questa sera, i regali non saranno solo per il festeggiato, perché si Will, ci sono anche dei regali per te - disse rivolgendomi un sorriso - Josh è stufo di nascondere una cosa, ma lo ho costretto io a farlo. Ma ora, che l'alcol mi dà finalmente un po' di coraggio, è il momento di confessare tutto. - prese un po' di fiato e guardò Josh; con lo sguardo il mio amico gli chiese "sei sicuro?" e Peter rispose con un cenno - Io e Josh ci frequentiamo. Siamo gay. -

Into the darknessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora