CAPITOLO17

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Mi avviai verso la palestra e li trovai Clara, seduta sopra una trave, le gambe a penzoloni, intenta a legarsi i capelli in un'ordinatissima coda.
- Ehi, ben arrivato. Un po' lento eh.-
- Ehi, si scusami, dovevo...- cercai di inventare una scusa diversa dallo "stavo origliando Josh e Peter" - pettinarmi i capelli!-
- Perché mai? - chiese Clara sospettosa ed allo stesso tempo divertita
- Perché...- "pensa Will, pensa" dissi tra me e me; un'idea mi piombò in testa, forte come un martello, e così fui in grado di reggere la scusa
- Perché quando ci siamo alzati dal letto, i capelli sulla mia nuca erano tutti scompigliati, ed in più fastidiosi. Erano anche piuttosto imbarazzanti, così li ho pettinati, non ci ho messo molto dai. -
- Mh non molto dai - disse Clara ormai alzatasi e mettendo le braccia attorno al mio collo. Feci per abbracciarla, quando mi ritrovai a faccia a terra con un braccio dietro alla schiena.
- Mai abbassare la guardia, potrei anche essere il nemico, prima o poi; -
- Si ma - dissi io ansimando - non riesco più a respirare, mi lasceresti andare? -
- Oh si, scusami. - disse Clara ridendo.
Mi alzai e divaricai le braccia, per chiedere un abbraccio.
- Adesso me lo merito un bacio? - Clara annuì e, sorridente come al solito, si avvicinò a me. In meno di due secondi quella a faccia a terra era lei. - Dicevi? - dissi io in tono di sfida
- Ah si? - Clara si liberò dalla mia presa e si diresse velocemente verso un cesto, dove tirò fuori varie imbottiture - mettitele. Così possiamo prenderci a pugni quanto vogliamo senza farci male; certo, ne sentiremo il colpo, ma sarà molto meno doloroso di uno vero.-
Dopo ciò, mi infilai le protezioni negli stinchi, addome, e gomiti. Erano fatte di gommapiuma, ma erano estremamente sottili, forse troppo.
- Ma non sono troppo fini? - domandai io
- Non ti preoccupare, sembrano sottili, ma in realtà sono super resistenti, così non c'è nemmeno un grande ingombro; anzi, è come non averle. Le ha inventate Russell; è un genio. -
Annuii e dopo riprendemmo il combattimento. Clara balzò verso di me e, con un rapido movimento, passò sotto le mie gambe e poi si girò, facendomi lo sgambetto. Caddi con la schiena a terra, ma mi girai subito ed afferrai la sua gamba. La tirai, facendole fare la spaccata, e poi la sollevai sulle mie spalle. Decisi infine di lanciarla sul grande materasso, che era disposto alla nostra destra, ed aspettai che si rialzasse.
Corse velocemente verso di me e mi afferrò per le spalle. Le bloccai subito i polsi e sogghignai
- adesso cosa hai intenzione di fare? -
Lei ammiccò e mantenne la presa sulle mie spalle. D'un tratto, con i piedi uniti, passò attraverso alle mie gambe divaricate, facendomi così fare una capriola in aria e facendomi cadere a terra. Rotolai su me stesso, per allontanarmi da lei, e mi rialzai. Le afferrai l'avambraccio sinistro con due mani e glie lo portai dietro alla schiena; con una lieve spinta poi la feci mettere in ginocchio e cominciai a ridere.
- Ti arrendi adesso? -
- Non ci giurerei - rispose lei
Riuscì a liberarsi il braccio, aiutandosi con la mano ancora libera, poi mi spinse violentemente a terra. Afferrò un mio braccio ed una gamba con le sue mani, nel mentre che si era seduta su di me, e cominciò a tirarli, quasi riuscendo a farli toccare.
- Mi arrendo! - esclamai dolorante - Mi arrendo Clara! Lasciami adesso! -
Clara mi liberò dalla presa, alquanto divertita.
- Non ci posso credere - disse schernendomi
- Per cosa? - domandai io facendo il finto tonto
- Ti sei fatto battere da una ragazza, bassa ed esile per di più. Tu che sei così alto e tutto muscoli. -
Dopo la beffa il danno.
"ha ragione però eh" mi disse il demone quasi mortificato "non ti ci mettere anche tu eh" lo rimproverai io.
- Ti va di uscire a cena? - mi domandò Clara
Solitamente non era il ragazzo a proporre alla ragazza di uscire? Questa mi fu nuova.
- Ehm...si, certamente -
- Allora adesso andiamo a prepararci e, vestiti elegante, ti porterò in un bel posticino. -
Annuii ed entrambi ci dirigemmo, completamente sudati, verso le nostre camere, ma Russell mi fermò nel tragitto.
- William, posso parlarti un secondo? -
Feci a Clara un cenno, per dirle di andare avanti e lei entrò nella sua stanza.
- Certamente, cosa mi devi dire ?-
Russell mi fece un sorriso malizioso e poi mi mise una mano sulla spalla.
- So che tu e Clara stasera andate a cena fuori - lo guardai incredulo - Tranquillo, mi ha chiesto poco fa un consiglio su un ristorante...Comunque, io le ho appunto detto un posticino di cui io conosco i proprietari. - mi ammiccò e continuò il discorso - Dato che mi devono alcuni favori, vi offriranno il miglior trattamento senza nemmeno farvi pagare; ci mancherebbe pure. -
- Grazie mille, oddio; non si come ringraziarti, davvero. - esclamai estasiato
- Non ce n'è bisogno William, voi dell'Accademia vi meritate il meglio. -
Mi congedai da Russell, ringraziandolo ancora una decina di volte, e mi diressi velocemente verso la mia stanza, catapultandomi sotto la doccia.
Strofinai velocemente i capelli per levare ogni singola traccia di sudore e sporcizia. Finita la doccia mi diressi verso l'armadio, pronto a vestirmi.
Notai felicemente che c'erano già pronti un completo di giacca e pantaloni, con una camicia bianca ed una cintura abbinata alle scarpe.
Mi vestii e poi mi diressi nuovamente in bagno, dove mi lavai i denti e mi pettinai i capelli. Spruzzai un po' di profumo intorno a me e uscii dalla stanza. Andai verso la porta principale, attendendo Clara con un mazzo di fiori che Russell mi aveva fatto avere mentre mi preparavo.
La notai scendere dalle scale e ne rimasi folgorato. Era vestita con un abitino giallo, fermato poco sopra alla vita da una cintura marrone, che le arrivava due dita sopra le ginocchia. Come scarpe Clara indossava delle stupende ballerine marroni, mente io ero rimasto più sul grezzo, indossando le mie Vans nere.

Into the darknessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora