Capitolo 11

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"Fingo di non essere offeso per quello che mi hai appena detto" Lando entra e nota la delusione sul mio volto: in questo momento avrei voluto essere tra le braccia del ragazzo monegasco, metterci sul letto ed addormentarci; invece sono qui, davanti al mio migliore amico, a fantasticare una vita utopica. "ho parlato con lui" immediatamente riesce ad ottenere la mia attenzione "Giulia, si sente in colpa per quello che ha fatto" non so se essere felice o irritata "voleva parlarti dal vivo ma questo gliel'ho impedito io perché non sarebbe stato giusto nei tuoi confronti: non posso prendere una decisione al posto tuo. Volevo ascoltare un tuo parere però prima mi ha detto che dovrai leggere questo messaggio" il telefono vibra e vedo che, ciò che mi ha mandato, è molto lungo "io non l'ho nemmeno visto perché sarei stato invadente, quindi ho preferito evitare. Quando hai finito, e magari anche riflettuto, decidi se chiamare me oppure chiamare direttamente lui" mi abbraccia ed esce di casa. Rimango a fissare la porta ancora dubbiosa se analizzare o meno il messaggio: in questo caso ho bisogno di Veronica vicino a me. La chiamerei se non fossero le due di notte. Scrivo velocemente un messaggio a Lando informandolo che non avrei letto quel messaggio per evitare ulteriori film mentali.
Io lo sapevo che aprendomi con gli altri piloti sarei finita così, adesso sono una stupida ragazza che è in crisi per un ragazzo al quale non frega nulla se non continuare ad illudere, non una, ma due ragazze.
Mi butto sul letto con la speranza che almeno quest'ultimo sappia darmi consiglio, ma niente. Non riesco a fare pace con il mio cervello: non appena mi convinco ad accedere il telefono sento la voce stridula di Charlotte che mi urla di uscire dalla casa di Charles. Vorrei provare ad addormentarmi ma non riesco, ogni volta che provo a chiudere gli occhi si susseguono tutte le immagini dei miei giorni a Monaco. Vorrei veramente uscire da questo loop ma non so come fare: un confronto sarebbe inutile perché, come ha dimostrato, non ha il coraggio di lasciarla o di, almeno, guardare in faccia alla realtà e capire che con lei non è felice, forse prima lo era, ma adesso si sta stufando perché, anche lui come me, non ha mai provato tutte quelle emozioni con un solo tocco.

"Fanculo" suona la sveglia e mi alzo controvoglia, guardo attentamente l'orario e solo ora noto che sono le nove meno dieci "perfetto ho cinque minuti per alzarmi, mangiare, farmi la doccia, sistemarmi ed uscire di casa" cerco di darmi la carica ma non riesco "Avrei dovuto dormire stanotte invece che stare a pensare ad un idiota che non sa nemmeno cosa vuole dalla propria vita. Io lo odio" urlo per poi scendere dal letto; se non dormo almeno quattro ore a notte posso essere veramente irritata ed antipatica durante la giornata, spero che questo non accada a lavoro con George o tantomeno con Toto.
Alla fine sono riuscita ad arrivare con solo dieci minuti di ritardo "Ieri ti avevo detto puntale" dice il mio pilota "sta zitto se non vuoi un calcio" calma Giulia, devi stare calma "Ci siamo alzate con il piede sbagliato?" Continua l'inglese a provocarmi "George se non la smetti giuro che venerdì entro nel box e ti manometto la macchina" a questa minaccia tace e si posiziona al suo simulatore cominciando la propria seduta di preparazione. Analizzo ogni dato che mi trovo davanti "Giulia hai bisogno di un po' di pausa" Si avvicina Lexi portandomi un bicchiere di caffè "No tranquilla sto bene" continuo a fissare lo schermo del mio computer "George perdi due decimi in curva quattro, cerca di frenare più tardi, per il resto stai andando bene" il ragazzo fa solo un cenno con la testa per poi tornare a concentrarsi.
Dopo poco più di mezz'ora stiamo analizzando i dati del simulatore insieme "direi che hai fatto il tuo miglior tempo rispetto alle due gare" si avvicina a me "mi dici perché non hai dormito stanotte?" Probabilmente abbiamo un rapporto così tanto stretto che si è accorto che ho fatto la notte in bianco, oppure ha visto le occhiaie che mi arrivano fino a sotto i piedi "Possiamo parlarne dopo?" Accenna e ricominciamo a parlare della sessione. "Domani mattina partiamo presto per Melbourne" fa un sorriso leggero per evitare una mia occhiataccia "Adesso togli via il broncio e raccontami perché sei così... poco gentile" soffoca una risata "promettimi che non ti arrabbi" fa cenno di si e comincio a raccontagli tutta la storia nei minimi dettagli. A fine racconti rimane quasi deluso "potevi benissimo parlarmene, sai che non voglio che ci siano segreti tra noi. La prima cosa che ci siamo detti è fiducia reciproca, non ti avrei mai giudicata" abbasso la testa, mi sento così stupida "non voglio metterti in crisi ma, secondo me, il messaggio dovresti leggerlo, anche se non gli rispondi, anche se non lo sblocchi, leggilo. È l'unico modo per scoprire la verità, o almeno la cosa che più gli ci si possa avvicinare" sorrido leggermente, aveva pienamente ragione "io senza di te non saprei come fare" lo abbraccio immediatamente "ti voglio tanto bene" quelle parole mi uscirono di bocca spontaneamente; di solito non sono una di quelle persone che dice cose così sdolcinate e non dimostro facilmente l'affetto che provo per una persona, quindi quello che ho appena detto è qualcosa per me di davvero speciale, segno della mia maturazione "anche io Morelli" alzo lo sguardo e gli tirò uno schiaffo sulla guancia, lui per tutta risposta sorride.

Same passion, different team|| Charles Leclerc Where stories live. Discover now