2. Fratelli e sorelle

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"...In fondo al corridoio".
Sukuna la ringraziò con un cenno del capo, dirigendosi verso la porta.
"Scusami..."
L'uomo si voltò verso di lei, cominciando a sbottonarsi la camicia. "Mh?"
Y/N deglutì. Cercò di non abbassare lo sguardo, puntando gli occhi nei suoi. "Davvero, non c'è problema. Puoi dormire nella stanza di Yuji e..."
Lui roteò gli occhi. Si avviò di nuovo verso il bagno, senza risponderle, e chiuse la porta alle sue spalle.

"Tuo fratello é proprio... Aaah!" Sbuffò Y/N, esasperata. Si buttò sulla sedia della cucina e tornò ad occuparsi del suo thé ormai freddo. "Voglio dire, prima ti rompe le palle per l'università, poi vuole decidere tutto lui... Sei sicuro di volerlo qui in casa?"
La sua lamentela sembrò agitare Yuko. "Y/N , capisco che sia casa vostra e non mi debba intromettere, ma penso che Sukuna voglia solo essere di meno disturbo possibile... Non credi, Yuji?"
Il ragazzo annuì. "Non essere dura con lui, Y/N. È molto provato dalla morte del nonno, e si sente in colpa per non essere venuto al funerale. Penso che ora voglia un po' prendersi cura di me". Alzò uno sguardo radioso verso le ragazze. "Per questo vi chiedo di non essere dure con lui, per favore. Vuole solo... sentirsi utile. Starmi vicino". Si grattò la nuca. "Cercate di portare pazienza, ok?"
Y/N si sentì una stupida. Quanto era stata egoista? Come si era permessa di giudicare a primo impatto una persona, per di più il fratello del suo migliore amico? Non era certo da lei. Tentò di giustificarsi.
"Scusami, Yuji-kun. Non volevo offendervi. É solo che..."
"Sì, lo so, anche tu ti preoccupi per lui". Yuko le accarezzò la spalla. "E non ti ringrazio mai abbastanza per stargli vicino".
La ragazza sorrise di rimando. Yuko era davvero favolosa: si fidava ciecamente del suo fidanzato, e non era per niente gelosa di lei. Potevano avere un rapporto... Normale. Un equilibrio.
"...Ma volere bene a Yuji significa anche volere bene alla sua famiglia" continuò, con una punta di severità nella voce "e accettare che altri lo aiutino nel modo che gli é più consono".

Y/N si strinse nelle spalle. Odiava ammetterlo, ma non sopportava proprio sentirsi fare la ramanzina dalla ragazza più giovane della compagnia. Fece del suo meglio per non apparire risentita, e le rivolse un sorriso rassicurante. Sì, avrebbe decisamente dovuto impegnarsi.

"Buonanotte, ragazzi".
Era ormai tardi, e Y/N si sarebbe svegliata presto la mattina dopo. Doveva decisamente addormentarsi.
Si ficcò a letto sotto le coperte. Fece un profondo respiro e immaginò, come ogni sera, di essere su un'isola deserta, in compagnia di qualche attore famoso. Lasciò che l'immaginazione la cullasse verso il sonno.
Focalizzò l'attenzione sull'attore.... Ed ebbe un sussulto: la faccia dell'uomo era pericolosamente simile a quella dell'armadio a due ante che si era appena stabilito sul loro divano del salotto.

No, non andava bene. Sognarlo non era decisamente un buon inizio.
Incolpò la sua momentanea fissazione al fatto che quello sconosciuto era l'unica novità che le era successa da un sacco di tempo a questa parte. Sì, era plausibile.
Già da quando Yuko era venuta a stare da loro, per quanto la situazione fosse temporanea e le volesse bene, qualcosa nell'equilibrio delle sue piccole abitudini era cambiato. Lei si rassicurava nei suoi rituali quotidiani, non amava i cambiamenti...
E ora questo ciclone - macché ciclone, controtifone africano - capitava nella loro vita, nel loro appartamento, nelle loro piccole abitudini...
'L'isola. Devo pensare all'isola.
... Forse é meglio se per stanotte la immagino da sola'.



Erano solo le cinque e quaranta quando il trillo insistente della sveglia illuminò lo schermo del telefono.
Y/N lo spense controvoglia, per niente soddisfatta della qualità del suo sonno. Non riusciva a ricordare di preciso cosa avesse sognato, ma una strana sensazione di malessere e inadeguatezza sembrava averla accompagnata nel risveglio.
"Che cazzo..." biascicò, prima di ricordarsi il perché di quello strano sentimento.
'Ah, già. La ramanzina di Yuko. Il fratello di Yuji'.
Buttò i piedi giù dal letto, stropicciandosi gli occhi. Sperando che la sua suoneria non avesse svegliato il nuovo ospite, si infilò un paio di ciabatte e aprì la porta della camera.
Senza volerlo lanciò un'occhiata al salotto ed al suo albero di Natale. Di fianco c'era il divano dove stava sicuramente dormendo...

Just wanna smash his faceOnde histórias criam vida. Descubra agora