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Quando arrivai a casa andai a controllare il computer per l'email.
Finalmente mi arrivò e lessi il messaggio.
«Signorina Price le informiamo che è stata assunta presso l'international Federation of the music! Il suo percorso lavorativo inizierà domani, alle otto.»

L'indomani, ore 8:00.
Ritornai in agenzia più felice che mai e incontrai Steven davanti il suo ufficio «Buongiorno.»
Smith «Buongiorno. Si accomodi, signorina Price.»
Mi accomodai insieme a lui e parlammo del contratto di lavoro.
Smith «Dunque, il contratto ha una durata di otto mesi, come prova. In base alle sue capacità lavorative, si potrà passare ad un contratto indeterminato.»
Annuì e lasciai che continuasse il discorso.
Smith «Bene, si occuperà di vestire, truccare, acconciare la band dei Black Holes e come tale deve seguirli ovunque, e con ovunque intendo i loro concerti. Deve essere la loro ombra. Linda la affiancherà per qualche settimana in modo tale da insegnarle le nozioni base.»
«Seguirli? Dovremmo partire?»
Smith «Certo. Il primo volo è domani mattina, alle otto. Ma si deve presentare alle sei in aereoporto. La aspetterò lí.»
«Dove andremo di preciso?»
Smith «Faremo diverse tappe ma non deve preoccuparsi. Alloggio e cibo sono inclusi.»
Annuì «Va bene...invece per quanto riguarda lo stipendio?»
Smith «C'è tutto scritto in questo contratto. Deve porre una firma qui e qua.»
Presi il foglio con la penna e lessi velocemente ciò che c'era scritto.
Mi accorsi di una piccola clausola alla fine dove era menzionato che non si potevano avere relazioni con i ragazzi della band.
Come se avessi tempo per una storia d'amore.
Levai il tappo dalla penna e poi misi la mia firma sul contratto.
«Fatto.» glielo restituì.
Smith «Perfetto. Benvenuta nella squadra.»
«Grazie, ci vediamo domani.» sorrisi e poi uscì da lì con una copia del contratto.
Non appena arrivai a casa raccontai tutto quanto ai miei genitori, partendo dal contratto fino al viaggio di domani mattina.
Greg «Quindi ti dovrai spostare.»
Annuì «So che sarei dovuta rimanere a Manchester ma...pensandoci bene è l'unica opportunità che ho.»
Grace «Tesoro, va benissimo. Io e tuo padre ti appoggeremo su tutto.»
Greg «Se avrai bisogno di qualunque cosa basta che chiami.»
Sorrisi e, dopo averli abbracciati, sciolsi l'abbraccio.
«Stavo pensando...che ne dite se invitiamo Peter, insieme ai bambini, e a Cloe?»
Grace «Si! Tuo fratello dovrebbe essere libero stasera. Vado subito a chiamarlo.»
Prese il telefono e poi andò a chiamarlo in cucina.

Alla fine quella sera vennero mio fratello Peter, i miei bellissimi nipoti e mia cognata Cloe.
Peter «E quindi la mia sorellina adesso ha un lavoro.»
«Te l'avevo detto che l'avrei trovato.» sorrisi e poi mi sedetti a tavola come tutti gli altri.
Mia madre aveva preparato, per la cena, l'arrosto con contorno di patate.
Mangiammo tutto in fretta e poi passammo al dolce, ovvero una crostata di mirtilli.
Cloe «Allora, parlaci di questo lavoro. Di cosa ti occuperai?»
«Mi occuperò dei costumi e del trucco di una band. Non ricordo in questo minuto come si chiami...»
Cloe «Quindi è una cosa importante.»
«Si, direi di sì.»
Peter «Allora brindiamo a questa assunzione!»
I bambini mangiarono la torta mentre noi brindammo con dei calici di vino bianco.

L'indomani mattina mi sveglia alle cinque.
Ero morta dal sonno...
Mi passai una mano sul viso e raggiunsi il bagno a passo lento...molto lento.
Sembravo una lumaca.
Appena finì di fare la doccia ritornai in camera e mi vestì con una semplice camicetta rosa e una gonna aderente.
Pronta!
Spero di non aver dimenticato nulla.
Trascinai la valigia piena al piano di sotto e trovai mia madre, con ancora la vestaglia da notte addosso, preparare i pancake.
Grace «Non potevi andare senza aver mangiato.»
«Mamma...non c'è bisogno. Sto bene così.»
Grace «E se poi ti senti male in aereo?»
«Che sciocchezza. Tranquilla, non devi preoccuparti.»
Grace «E va bene...»
Le diedi un bacio sulla guancia e lei continuò a parlare.
Grace «C'è tuo padre che ti aspetta in macchina.»
Annuì, e dopo esserci salutate, andai da mio padre per riporre la valigia nel bagagliaio.
Salì in macchina e poi ci recammo all'aereoporto.
Prima di scendere dall'auto salutai mio padre e poi mi diressi dagli altri che mi aspettavano, ovvero Smith e la signora Linda.
Steven «Ben arrivata.»
Linda «Eccoti! Dai, dobbiamo entrare.»
Spostai lo sguardo su di lei e salì con gli altri dentro il jet privato.
Ognuno aveva i posti assegnati.
Linda «Sarà un viaggio molto lungo.»
«Dove andremo?»
Linda «A New Orleans.»
«Wow...non ci sono mai stata.»
Linda «Ti piacerà.»
Mi sorrise e in quel momento pensai a quanto fossi fortunata.
Avevo un lavoro e potevo viaggiare pure gratis!
Era, forse, un sogno?

Le Note del mio CuoreWhere stories live. Discover now