117. Ultimamente sto provando a smettere di respirare

476 28 27
                                    

Pov's Carlotta
Ero a cavalcioni su Alex ed ero completamente andata essendo quel che feci poco dopo.

Unii le nostre labbra in un bacio, ma non come quelli che ci davamo di solito, quelli dolci, delicati e romantici, piuttosto questo fu abbastanza rude.

Dopodiché mi staccai, lo guardai e con in mano il piccolo porcellino di Carola tornai nella mia stanza.

Decisi di prendermi il letto della mia migliore amica, lasciando quindi il mio vuoto.

Dopodiché mi ci stesi sopra, facendomi piccola piccola in un angolo e stringendo forte al petto Porky, abbandonandomi poi fra le braccia di Morfeo.

I giorni passavano ed il dolore aumentava. Non riuscivo più a mangiare e appena lo facevo sentivo il bisogno di andare in bagno a vomitare. Avevo anche ripreso ad avere gli incubi, facendo sì che le mie ore di sonno diminuissero a vista d'occhio.

E inoltre, a distanza di anni, avevo iniziato nuovamente a tagliarmi, per far sì che il dolore fisico superasse quello morale, pensando che quest'ultimo potesse passare più in fretta.

Cercavo poi di stare in sala 10 ad allenarmi il più possibile, per non dover stare in casetta, dove ogni angolo dava il via ai ricordi costruiti con Carola, la mia Carola.

Mi sentivo completamente sola da quando quest'ultima se ne era andata, nonostante fossi circondata da persone che provavano ad aiutarmi in tutti i modi.

Persone dalla quale mi ero allontanata, per  cercare di concentrarmi il più possibile sulla danza e di fare del mio meglio anche se ogni giorno che passava diventava tutto sempre più difficile.

Ma dopotutto avevo promesso alla ballerina di classico che sarei rimasta concentrata e che avrei alzato quella coppa e non mi importava come ma avrei mantenuto le mie promesse facendo ogni cosa in mio potere.

<<possiamo parlare?>> mi domandò per l'ennesima volta Alex, prima che io potessi uscire dalla casetta.

Dopo quel bacio non gli avevo più nemmeno rivolto uno sguardo, ma non era l'unico. Avevo preso le distanze anche dai componenti della mia squadra che erano diventati per davvero come una famiglia per me.

<<Alessandro non ho tempo>> gli risposi, ma lui non gettò la spugna, difatti decise di seguirmi e di fermarmi afferrandomi delicatamente il polso destro.

Quel gesto mi fece provare un po' di dolore a causa del taglio proprio lì situato, coperto però dalla felpa rossa che indossavo.

<<è questo il problema, non hai mai tempo per me, Carlotta!>> esclamò.

<<non ti rendi conto che comportandoti così stai facendo del male a tutti quelli che ci tengono a te e che stai mandando a puttane un percorso di 5 mesi e mezzo?!>> chiese.

<<hai lavorato tanto per riuscire a riprendere a mangiare normalmente, per far smettere i tuoi incubi di tormentarti, ma soprattutto di superare questa tua cosa di allontanarti dalle persone quando anche solo una minima cosa va storta>> continuò.

<<io voglio passare la mia vita con te, ma credo sia chiaro che tu non mi voglia e questo mi porta a star male, ma non più male di quanto mi faccia vederti in questo modo. Stai cercando di ucciderti Carlotta e io non te lo permetterò, magari non mi vorrai ma io ti salverò da tutto questo, non lascerò che la persona che amo si ammazzi con le sue stesse mani, te lo giuro>> concluse per poi lasciarmi andare e rientrare velocemente in casetta senza darmi modo di replicare.

L'avevo presa davvero così male da condizionare il benessere degli altri?
Mi domandai mentalmente, avviandomi verso gli studios.

MerakiWhere stories live. Discover now