22. Mi sento trascurata

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Pov's Carlotta
I giorni prima delle puntate non mi ero mai sentita così tanto in ansia, ma sta volta era tutto diverso.

Matt, nei due giorni in cui mi ero distaccata da tutti aveva ricevuto una busta rossa da parte della Celentano.

Quindi adesso erano in due a dover affrontare una sfida, due degli alunni fra cui avevo legato di più, quindi ero terrorizzata.

Inoltre Luigi ed Lda avevano ricevuto i pareri delle radio e mi dispiaceva un botto non aver potuto essergli vicino in un momento così importante, infatti mi sentii molto in colpa quando lo venni a sapere.

<<ciao>> sussurrò Luigi.

Come mio solito ero in cucina alle 6 di mattina a prepararmi una tisana. Ero già lavata, vestita e pronta per andare a lezione di classico.

Lui si sedette al bancone della cucina, mentre io lo fissavo da vicino al lavandino, in piedi.

<<buongiorno>> sussurrai di rimando.

<<ora mi parli?>> chiesi stranita.

<<non riesco a starti lontano, lo sai. Sei la mia migliore amica Carlotta>> affermò.

Lo guardai, notando il suo sguardo già fisso su di me. Era sincero.

Sorrisi.

<<mi spiace per tutto Gigi. Mai avrei dovuto risponderti in quel modo sarcastico, eri preoccupato e io in questa settimana sono stata parecchio nervosa per la situazione di Elisabetta, sai lei è molto importante per me>> mi confidai, facendo il mio "discorso" di scuse, il quale mi ero preparata durante la notte passata in bianco.

<<tranquilla, so del tuo rapporto con Elisabetta e so che sei molto turbata, l'avevo capito. Però Carlotta, non trascurarti, ti fa male pensare solo a gli altri>> mi rispose.

<<lo so, devo trovare ancora un equilibrio>> sussurrai.

<<ed io ti aiuterò>> affermò alzandosi e venendo verso di me, per poi stringermi a se. Mi era mancato, davvero tanto.

I suoi abbracci mi tranquillizzavano, come se lui fosse la mia camomilla.

<<che bello vedervi di nuovo così>> sbucò Alex dal nulla.

<<oddio!>> esclamai allontanandomi di colpo da Luigi e portarmi una mano vicino al cuore.

I due cantanti, invece, scoppiarono a ridere sotto il mio sguardo minaccioso, che ai loro occhi, però, risultava la cosa più buffa del mondo.

<<da quanto tempo ci osservavi?>> domandai, quando le risate dei due cessarono.

<<dall'inizio. Gigi mi aveva detto che avrebbe voluto parlarti e sono stato io a consigliargli di presentarsi qui alle 6 di mattina per risolvere>> disse.

<<Alex stringi, vai al punto>> lo interruppi io. Non mi piace quando la gente perde tempo a raccontare cose che non c'entrano molto, anche se in questo caso il gesto di Ale era sospetto, nel senso: come faceva lui a sapere che alle 6 sono qui in cucina?

<<beh per assicurarmi che nessuno venisse menato vi ho spiato, perché sappiamo tutti e tre che avete dei caratteri simili e che se avreste alimentato ancor di più il litigio sareste stati capaci di tutto>> affermò.

Sorrisi. In quasi cinque settimane Ale, forse, era quello che mi aveva studiato di più mentalmente.

Aveva imparato a conoscermi attraverso i miei modi di fare, le risposte che davo, i gesti che compievo, ma soprattutto dal modo in cui mi esprimevo o mi relazionavo con gli altri.

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