Capitolo 6

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Il tipo dell'ascensore.
Il tipo delle chiavi è il mio capo.

Mi precipito a stringere la sua mano protesa verso di me, sorridendo.

"Piacere mio Signor Styles." La sua stretta è potente e sicura. La sua mano è calda. Indossa anche'egli un completo grigio. Un gilet avvolge il suo tronco tonico, il quale al di sopra si trova una camicia bianca ben incastrata dal panciotto. Delle scarpe eleganti scure ai piedi. Nessuna giacca sulle spalle.

"Mi dispiace di non essere riuscito a incontrarla prima. Generalmente è mio solito organizzare un appuntamento per conoscerci meglio, con le mie assistenti."  Ha un'aria seria e composta. Sa quello che dice e certamente sa anche l'effetto che produce nei suoi interlocutori.

"Non si preoccupi assolutamente." Scuoto una mano davanti a me, facendogli cenno di non preoccuparsene.

Lui annuisce scrutandomi per qualche secondo

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Lui annuisce scrutandomi per qualche secondo.

"Si sta trovando bene?" Chiede, spingendo all'indietro la sua chioma mora.

Con un sorriso mi guardo attorno, annuendo poi.

"Assolutamente si." Cade il silenzio. Il suo sguardo è ancora su di me.

"Posso esserle d'aiuto in qualche modo?" Unisco le mani davanti al mio bacino, osservandolo.

"Sarà mia premura cercarla, se avrò bisogno di lei." Afferma, camminando verso la porta. Annuisco lentamente.

"Oh Signor Styles, la prego di darmi del tu." Lui si volta, con un piccolo sorriso.

"D'accordo Alba. Buon lavoro." Mi stringe la mano, lasciando una scia di profumo dietro di se, quando abbandona la stanza.

" Mi stringe la mano, lasciando una scia di profumo dietro di se, quando abbandona la stanza

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Professionale. Incredibilmente professionale. Probabilmente uno dei primi uomini che non si presenta come un diavolo di predatore sessuale.

Torno a respirare nel momento in cui mi ritrovo da sola.

Il Signor Styles è diverso da come me lo aspettavo, e non mi riferisco al suo aspetto fisico. Le mie aspettative erano completamente differenti, non che viaggiassero sulla stessa linea d'onda. Erano piuttosto confuse: non so perché ma me lo immaginavo o come un austero uomo tutto d'un pezzo, o come uno di quei frivoli datori di lavoro che si vedono nei film. Insomma quelli che ci provano non appena capiscono che sei una donna e respiri.

Con un respiro, mi riaccomodo dietro la mia scrivania, riprendendo il possesso del Pc. Una volta aver sistemato la sua agenda, procedo a mettermi in contatto con il Signor Willen, con cui stiamo cercando di concludere la trattativa.

Le otto ore passano velocemente. Il Signor Styles mi ha chiamato più volte, una tra queste per ringraziarmi della colazione e le altre per discutere di faccende lavorative.

Era sempre stato estremamente professionale, cordiale. Mai una parola in più o che uscisse fuori dall'ambito lavorativo. Qualità essenziali e difficili da riscontrare soprattutto in un imprenditore affermato come lui.

Lo apprezzavo davvero tanto.

Nonostante ciò forse a causa del fatto che ho fatto la sua conoscenza da poco, mi è molto difficile capire cosa pensi o che tipo di persona sia.

Il Signor Styles è certamente molto ermetico. Anche se credo che in questo momento mi vada bene.

"Ti volevo ringraziare per prima." Mi sporgo sull'uscio della porta dell'ufficio di Martin.

"Sei stato prezioso." Sorrido, tenendo la borsa stretta davanti a me.

Martin, col telefono contro l'orecchio e intento a spengere la luce poggiata sul mobile, si gira verso di me.

"Sisi ci vediamo a casa, a dopo." Borbotta attaccando.

"Scusa ero al telefono col mio ragazzo." Gira gli occhi.

"E comunque sono contento che sia andato bene. Ripeto che per me è stato un piacere. Odio quando gli altri si accaniscono contro i nuovi arrivati." Mi lascia una carezza sulla spalla, camminando al mio fianco nel corridoio.

"Com'è stato incontrare il Signor Styles?" Domanda mentre chiama l'ascensore.

"Molto positivo. Lavoriamo molto bene insieme." Annuisco dondolando sui miei talloni.

"Non so perché me lo immaginavo come uno stronzo dominatore, spocchioso." Alzo le spalle. Martin ridacchia, entrando nell'ascensore con me.

Una volta giunti al piano terra, ci salutiamo. Lui si dirige verso il parcheggio dell'azienda, mentre io mi sposto sulla strada per fermare un taxi, come mio solito.

The New York times h.sWhere stories live. Discover now