Capitolo 9

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"Non so cosa mi sia preso. Ti prego di perdonarmi, è stato totalmente inappropriato. Sono costernata, mi dispiace." Incespico agitata, una volta rimasti soli, sotto il suo sguardo severo.

"È stato un grosso errore, ma prometto che non accadrà più. Ti prego non licenziarmi." Il Signor Styles mi guarda, con le gambe leggermente accavallate e una mano ad avvolgere i suoi capelli mossi.

"Alba fa silenzio." Deglutisco di fronte al suo tono perentorio. Annuisco, abbassando gli occhi sul pavimento, mentre stritolo le dita delle mani dietro la schiena.

"Non ti licenzierò, se è quello che stai pensando. È stato sicuramente inappropriato il tuo comportamento." Si prende un attimo, fissando le pupille nelle mie. La lingua solca il suo labbro inferiore, perfettamente disteso e gonfio. Lo stringe unendolo in una linea, respirando forte, tanto da allargare leggermente le narici del naso.

"Ma mi è piaciuta la tua determinazione, la tua caparbietà. Sei stata temeraria e tutto ciò che hai detto, è stato particolarmente giusto." Sento le mie ciglia svolazzare, quando sbatto le iridi più volte, sorpresa.

"Perciò vorrei che alle prossime riunioni, tu partecipassi assieme a me. E non in piedi come una guardia del corpo accanto alla porta." Un piccolo sorriso sorge, creando delle piccole rughette attorno alla zona dei suoi occhi.

"Oh-wow." È l'unica cosa che riesco a dire.

Grosso figlio di puttana devi essere il diavolo in persona, per darmi addirittura una promozione dopo quello che ho fatto.

"Grazie Harry." È l'unica cosa più corretta e sincera che riesco a dire.

"Non ti deluderò." Gli dico a testa alta, non riuscendo a trattenere un sorriso.

"Fino ad ora non l'hai mai fatto Alba, cerca di non iniziare ora." Ghigna, con il suo solito fare estremamente affascinante. Si piega all'indietro, poggiando completamente la schiena sulla poltrona.

"Adesso vai." Mi congeda con un cenno della mano, liberandosi della giacca che abbandona sul divanetto accanto alla grande vetrata.

"È mezzogiorno. Ti porto il solito?" Domando, conoscendo ormai a memoria i suoi gusti e le sue scelte culinarie. Lui annuisce semplicemente, con lo sguardo sullo schermo del computer.

"Perfetto, a dopo." Sorrido cordiale, chiudendo la porta alle mie spalle. Pochi minuti ritorno nella stessa stanza abbandonando il contenitore colmo di riso, salmone e verdure, comprato al solito ristorantino giapponese distante pochi isolati dal The New York Times, sotto il suo naso. Le posate ben sigillate in un pacchetto di carta, una bottiglia d'acqua rigorosamente naturale e il suo solito frullato energizzante allo zenzero.

***

"È stato folle Blair, era come se fossi impazzita. Ma allo stesso tempo, si cazzo, mi sono sentita una dannata eroina." Straparlo, stringendo sotto il braccio malamente la busta in carta da cui fuoriescono coste di sedano e ciuffetti di prezzemolo.

Blair dall'altro capo del telefono, ride.

"E capisci lui mi ha promossa. Dopo la mia scenata, ho ricevuto una promozione. Dimmi se questa non è un'ingiustizia." Rido anche io, infilando con difficoltà le chiavi nella serratura della porta.

"Come sempre sei una puttana fortunata." Afferma, accompagnata dal sottofondo delle sue risate.

"E lo sai perché sei fortunata inoltre?" Il suo tono di voce cambia improvvisamente. So già dove vuole andare arrivare.

"Già so cosa stai per dire." Giro gli occhi con un sorriso, abbandonando le buste sulla penisola della cucina. Mantengo il telefono tra la spalla e l'orecchio, mentre mi libero della giacca e la lancio sul divano.

"Sei fottutamente fortuanta perchè il tuo capo è ufficialmente l'uomo più selvaggiamente sexy che esista sulla faccia della terra." Lo dice quasi con un ringhio, aumentando il mio divertimento.

"Lo so. So quanto lui sia assolutamente porno. Ma è il mio capo Blair ed è sposato."

"Pft, come se questa informazione in passato ti avesse mai fermato." Sottolinea lei, facendomi ridacchiare e alludendo alla mia piccola e passata frequentazione con un uomo italiano, molto sposato.

"Oh ti prego, a mia discolpa posso dire che solo dopo ho scoperto che era sposato."

"Beh questo non ti ha fermato però, dal cadere accidentalmente sul suo cazzo, anche dopo l'averlo scoperto." Pungente. La amo.

Rido fragorosamente, addentando la carota sotto i denti.

"In ogni caso però, - dico nel vano tentativo di tenere ben distinte le situazioni - sai bene che ho sempre tenuto divisa la sfera personale da quella lavorativa. E non vorrei mai un qualche tipo di relazione a lavoro." Affermo ben sicura, ritornando sul primo punto, ovvero quello nel quale il Signor Styles è il mio capo.

Piccolo dettaglio non determinante.

"Diventerebbe tutto più difficile e inizierei ad essere valutata non per quella che sono, ma per quello che do." Specifico, svuotando gli ortaggi dalle buste.

"Fingerò di crederti. In ogni caso, visto che sono la tua migliore amica e ci tengo alla vita sessuale: mi auguro che inciamperai sul pene del tuo capo sposato."

"Non una, ma tante volte Alba."

The New York times h.sWhere stories live. Discover now