𝐏𝐑𝐎𝐋𝐎𝐆𝐔𝐄.

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4 luglio, 2022.

L'ultima cosa che Adele riuscì a vedere fu la macchina che da lì a poco si sarebbe scontrata con la sua, chiuse gli occhi in un istante e lasciò la sua vita in balia al destino. Il suo corpo esile giaceva sull'asfalto ricoperto di vetri e sangue accanto a quello della sua migliore amica mentre, inconsciamente, attendeva i soccorsi e la sua mente cominciava a riportare a galla ricordi d'infanzia. La vita di Adele non fu di certo una delle più semplici; nacque in una famiglia per niente nobile, i genitori erano troppo giovani per poterla mantenere quindi la affidarono all'orfanotrofio della città di Hawkins sperando che la bambina potesse trovare una famiglia in grado di poterla mantenere, e così fu. Steve Harrington, assieme alla sua migliore amica Robin Buckley, decise di adottare la piccola Adele per poterle regalare una vita degna di esperienze e, soprattutto, di regalarle una "famiglia". Steve e Robin non erano di certo una coppia, la loro era un'amicizia platonica, ma prendersi cura di Adele era ormai alla base dei loro giorni da 17 anni.

Nel silenzio e nel buio di quella notte d'estate, Adele potè udire le sirene dell'ambulanza in lontananza ma non riuscì ad aprire gli occhi. Udì i dottori parlare, caricarla su un lettino e metterla sull'ambulanza, ora in viaggio per arrivare al più presto all'ospedale locale.

QUALCHE ORA DOPO IN OSPEDALE.

"Dov'è?" Quasi urlò Steve mentre percorse i corridoi dell'ospedale di corsa con Robin per poter arrivare al centralino. "Ho chiesto dove cazzo è!" Alzò la voce, Robin posò una mano sulla sua spalla e gli fece cenno di calmarsi.

"Harrington, giusto?" Domandò la dottoressa guardando l'elenco nel quaderno appoggiato sulla scrivania. "Nella 428." I due cominciarono a camminare verso la stanza e spalancarono la porta, trovando Adele sul lettino. Steve si passò le mani nei capelli ben curati mentre la dottoressa, dietro di loro, li raggiunse. "Mi dispiace dirvi che vostra figlia ha subito varie micro fratture e un trauma cranico, ha sbattuto molto forte la testa al momento dell'impatto e attualmente è in coma." Robin si voltò verso Steve e sospirò prima di guardare Adele.

"La prego, ci tenga aggiornati." Disse prima che la dottoressa uscisse dalla stanza, si avvicinò al letto e si sedette accanto alla più piccola. "Sono sicura che si sveglierà, Steve." Robin si voltò a guardare il ragazzo in piedi al fondo del letto con gli occhi lucidi. "Steve, hey." Sussurrò prima di avvicinarsi a lui e carezzargli la schiena. "Si riprenderà, probabilmente sta solo... riposando molto intensamente? Avrà avuto bisogno di dormire." Scherzò sperando di strappare un sorriso al ragazzo difronte a lei, cosa che riuscì a fare. "Vedi? Non vorrebbe vederci stare male. Si sveglierà presto Steve, te lo assicuro."

Steve sospirò prima di avvicinarsi alla sedia posta accanto al letto della figlia, si sedette e chinò la testa prima di parlare. "Potevi dormire quanto volevi a casa, Adie." Disse accennando una leggera e ironica risata. La guardò e allungò la mano verso la sua, stringendola.

Adele percepì quella stretta di mano come una scossa di energia lungo tutto il suo corpo, un bagliore di luce bianca si presentò davanti ai suoi occhi chiusi e il suo corpo le sembrò leggero come una piuma. Pochi istanti dopo, la dolce sensazione del materasso morbido sotto la sua schiena sparì, lasciando spazio alla sensazione dura e scomoda di quella che sembrava poter essere una panchina. La ragazza non riuscì a capire cosa stesse succedendo, ma una voce la risvegliò.

"Ti senti bene?"

𝐁𝐀𝐂𝐊 𝐓𝐎 𝐓𝐇𝐄 '𝟖𝟎𝐒 | Eddie Munson.Where stories live. Discover now