Capitolo 29

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Sono la prima a svegliarmi il giorno dopo. Sono distesa su un fianco, le mie dita ancora intrecciate con quelle del ragazzo di fronte a me. È ancora profondamente addormentato, con la bocca leggermente aperta e i capelli spettinati che gli contornano il viso. Alzo lievemente la testa dal cuscino per leggere l'ora sulla sveglia, che segna appena le 5 di mattina.
Cercando di non fare rumore mi alzo dal letto e mi dirigo in bagno. Dopo essermi cambiata esco dalla stanza per raggiungere la cucina, che a quest'ora è ancora deserta. Decido di sedermi su una delle sedie mentre osservo la vita fuori cominciare a rianimarsi. Il silenzio mi avvolge: a quest'ora nessuno è ancora sveglio e questo mi permette di avere tempo per me stessa e per riflettere su quanto mi sta accadendo nell'ultimo periodo. Tanti cambiamenti sono stati apportati nella mia vita: prima l'incidente e poi... questo. Un nuovo mondo e una nuova realtà per me. Una completamente diversa esperienza che mi sta spaventando molto. Troppi cambiamenti sono avvenuti nell'ultimo periodo e solo ora sembro realizzarlo. Scossa, decido di alzarmi. Basta pensieri negativi. Stop. È tempo di distrarmi e spegnere le voci nella mia testa. Mi guardo in giro, per poi iniziare a lavorare.

POV. MATTIA
Mi sveglio con la luce del sole che entra dalle finestre della stanza. Ci metto qualche minuto ad abituarmi alla luminosità della camera, per poi accorgermi del letto vuoto accanto al mio. Mi metto seduto sul letto, entrando lievemente in panico. Dove si sarà cacciata Francesca? Guardo la sveglia poggiata sul comò accanto al letto, che segna le 7 del mattino. Lentamente mi alzo e mi dirigo in bagno per prepararmi per la giornata, il pensiero della ragazza in testa. Forse mi sono solo immaginato gli eventi di ieri pomeriggio? Forse era tutto uno strano sogno? In effetti è molto surreale. Perché mai farebbero entrare una persona esterna all'interno della casetta?

Con questi pensieri che mi frullano per la testa mi dirigo fuori dalla stanza, per poi bloccarmi di scatto. Che cos'è questo odore? Sono solo le 7, solitamente nessuno è sveglio a quest'ora nel nostro giorno libero. Cautamente raggiungo la cucina, trovandola imbandita da una moltitudine di cibi e bevande per la colazione, in quantità tale da sfamare un intero esercito. Ogni sorta di leccornia è posta sui tavoli, ognuno di loro aventi un aspetto ed un odore molto invitanti. Inoltre, tutto l'ambiente del salotto e della cucina sono stati puliti e sono a dir poco impeccabili ora. Davanti ai fornelli c'è Francesca, che si muove da una padella all'altra facendo attenzione a non bruciare nulla. Non sembra ancora avermi notato, mentre attentamente toglie dal forno una teglia contenente una torta che si affretta ad appoggiare sul bancone. Decido di non disturbarla, appoggiandomi al muro e continuando a guardarla. Soltanto nel momento in cui spegne i fornelli e si pulisce le mani su di uno strofinaccio decido di rendere nota la mia presenza nella stanza.
"Hey" - dico, facendola spaventare tanto da farle cadere l'asciugamano.

POV. FRANCESCA
"Scusa, non volevo spaventarti" - mi dice Mattia, mentre si avvicina per raccogliere lo strofinaccio, rimettendolo a posto.
"Non preoccuparti" - rispondo, guardando ogni suo singolo movimento, ancora evidentemente scossa. Mille pensieri iniziano a farsi spazio nella mia mente, mentre le mie mani iniziano lievemente a tramare.
"Cosa...? Perché tutto questo?" - mi chiede balbettando, facendo incrociare il mio sguardo con il suo. Rimango in silenzio a guardarlo, non sapendo bene cosa rispondere. Chiudo gli occhi e respiro profondamente un paio di volte, cercando di calmarmi. Non capisco cosa stia succedendo e non so cosa fare. Continuo a ripetermi che sto bene, che è solo Mattia, che non sta accadendo nulla di male, soltanto una semplice conversazione. Nelle ultime settimane mi ero abituata al silenzio della mia casa: dopo tutto quello che era successo passavo giorni da sola, non volendo parlare con nessuno. Devo ancora abituarmi all'idea di convivere con altre persone e il bisogno di parlare necessariamente con gli altri per comunicare.
La testa comincia a girarmi. Sto entrando in panico. Una semplice domanda che richiede una alquanto semplice risposta. Riapro gli occhi e Mattia mi fissa con sguardo preoccupato. Vedo le sue labbra muoversi ma non lo sento. Cerco di calmarmi, utilizzando ogni metodo che mi ha insegnato papà durante i miei attacchi di panico, ma nulla sembra funzionare. Tutto mi torna in mente e i traumi e gli incubi del passato tornano a farmi visita dopo tanto tempo. Sento le mie gambe cedere, mentre tutto il mio corpo inizia a tremare. Sento delle braccia avvolgermi, prima di cadere nel buio e nel silenzio più totali.

La mia rosa rossa / Mattia ZenzolaWhere stories live. Discover now