terzo

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Una, due, tre sigarette contava sul posacenere posto sul muretto dell'area fumatori. Una zona interamente inventata dagli studenti poiché fumare era severamente vietato persino all'aria aperta. Il venticello tirava e il cielo sembrava minacciare pioggia, non che gli dispiacesse. Baekhyun trovava pace nella pioggia, nei vestiti umidicci e grondanti, nell'intenso odore d'erba bagnata e le strade della città desolate, dove le gocce imperterrite battevano sull'asfalto. Qualcosa fuori dal mondo, unico, difficilmente paragonabile. Ritornava bambino, spensierato, felice e libero da ogni tipo di preoccupazione, ma dopo, però, era necessario ritornare a fare i conti con la realtà, e probabilmente la parte peggiore. Immergersi troppo in quel continuo scorrimento di ricordi e dolore non poteva che provocarne altro ulteriormente, ma era così difficile abbandonare il passato, o anche il sol pensarci dipingendolo come una cosa lontana ed irraggiungibile che aveva sempre desiderato cambiare. Ma chi, dopotutto, non vorrebbe cambiare il proprio passato?

E così entrò in gioco la quarta sigaretta, che portò alle labbra. La porta si spalancò, e di nuovo, nell'arco di pochi giorni, si scontrò con quel viso dannatamente familiare di cui conosceva ogni dettaglio. Per sua fortuna e anche grazie alla distanza, l'altro non si accorse minimamente della sua presenza. Si fermò sul posto, poggiando le spalle contro il muro dopo aver tirato fuori un pacchetto di sigarette e poi alzato il viso al cielo, lasciando che la pioggia lo bagnasse.
Forse anche lui l'amava, forse anche lui era capace di ritornare bambino entrandone in contatto, ma erano tante le cose che ancora non sapeva di Chanyeol. Dietro la grazia del suo viso vi si celavano una miriade di segreti che mai avrebbero incontrato la luce.
Poi lo squillo di un telefono, apparentemente suo, lo fece sussultare. Posò il proprio pacchetto dentro una tasca e, come nel bel mezzo di un investigazione segreta, si nascose dietro uno dei tanti pilastri di colore bianco che reggevano la piccola tettoia. A quel punto la pioggia non poteva più colpirlo.

La voce era lontana e bassa, difficilmente le sue parole riuscivano a distinguersi formando frasi di senso compiuto, ma sporgendosi dal blocco di marmo innalzato dinanzi a lui, si accorse del cambio repentino di espressioni, che variavano dal viso corrucciato ad uno più sereno. Cambiava così velocemente che studiarlo accuratamente era un vero e proprio lavoro, al quale poi rinunciò ritornando con le spalle al muro e tirando del fumo dalla sigaretta ancora accesa.
E fu proprio per del fumo proveniente da un angolo della terrazza e una mano dalle dimensioni piccole che teneva la cicca, che l'attenzione di Chanyeol si riversò interamente su quei particolari. Che qualcuno lo stesse ascoltando? Spiando, o si trattava di un innocuo fumatore che saltava le lezioni di quell'ora? Non avrebbe mai immaginato si trattasse del bassino, e l'idea, in realtà, non gli aveva nemmeno sfiorato l'anti camera del cervello. Così, con una risposta secca e veloce riattaccò al telefono per avviarsi verso la tettoia poco più avanti.

Baekhyun d'improvviso avvertì silenzio, solo il piacevole crepitìo della pioggia, pensò dunque che il maggiore avesse lasciato il posto nella più totale tranquillità. Così, credendo di essere finalmente libero girò l'angolo, ma ciò che non si aspettava era di ritrovarlo proprio lì, immobile davanti a lui. Sgranò gli occhi ma qualsiasi tentativo per scappare risultò vano.

«Sei basso, piccolo ma non invisibile. Ti ho visto» Disse Chanyeol, piegando leggermente in busto in avanti, in modo da raggiungere la sua altezza. L'altro sbuffò. «Cosa hai sentito?» Continuò, voltandosi di tanto in tanto per controllare che nessuno li vedesse, o meglio, che nessuno lo vedesse. Spinse delicatamente il minore all'indietro, in modo da nascondersi ulteriormente dal resto e dare più spazio ad entrambi per respirare. Le sigarette ormai si erano spente, ma nessuno dei due sembrò accorgersene.

«Niente. Cosa avrei dovuto sentire?» E non mentiva. Per quanto curioso fosse, la distanza e il tono basso dell'altro non gli aveva permesso di sentire altro, oltre un comune ' Pronto? '. Già solo dal suo sguardo capì l'innocenza, e allora sospirò sollevato. «Non mi impiccio delle chiamate degli altri» Chanyeol annuì e poi alzò di poco il viso, notando la pioggia arrestarsi e le nuvole aprire le porte ad un azzurro tenue che pian piano si estese dinanzi a loro. Era quasi triste quello scenario, soprattutto se non rifletteva il tuo stato d'animo. Improvvisamente il sole fece il suo ingresso illuminando parte di quella terrazza bagnata, e forse fu proprio quest'ultimo a ricordare a Baekhyun che sarebbero mancati solo pochi minuti alla lezione successiva. Egli non sembrava per nulla intenzionato a lasciare il posto e rinchiudersi in un aula col solito vecchio professore dalla barba lunga e folta, piuttosto riprese in mano il pacchetto di sigarette che però il maggiore gli rubò l'attimo dopo. Ne estrasse una, visto che la precedente era già terminata, e con un movimento veloce la portò alle labbra, accendendola.

«Cerchi di scappare dalla tua prossima lezione?» Baekhyun annuì, tentando in ogni modo di non incontrare il suo sguardo. Erano oramai minuti che lo sentiva addosso, e purtroppo la sua scomoda posizione, tra il muro e il suo corpo, non gli permetteva di fare grandi cose. «Sto bene qui, anche se so che poi dovrò vedermela con Junmyeon. È tremendo quando vuole, soprattutto quando mi minaccia di cacciarmi di casa. Dio, se solo- » Ma si ricordò solo dopo che davanti non aveva altro che Chanyeol e non un semplice amico di vecchia data con il quale raccontare fatti della sua vita. Si bloccò nell'immediato, e l'altro corrucciò la fronte alle sue parole.
Delle piccole rughe si intravedevano sulla pelle, poco sopra le sopracciglia. «Non sapevo vivessi con lui. E la tua vecchia casa?»

«Quella è la casa di mio padre, la sua nuova moglie e i suoi figli. Io sono un intralcio, mi ha cacciato» Chanyeol poté giurare d'aver sentito il tono di voce abbassarsi di colpo all'ultima frase, divenendo quasi un mormorio, perché lui in parte poteva immaginare. Aveva il viso rivolto alla punta delle scarpe consumate, e il sol pensare a ciò che gli aveva appena rivelato, lasciò che del suo cuore si rompesse l'ennesimo pezzo. Cercò di ricomporsi subito, anche dopo aver avvertito un magone alla gola. Non era debole, non avrebbe dovuto lasciare che le emozioni straripassero così tanto da renderlo visibile. Ancor più trasparente. Doveva pur sempre tenere conto dell'esistenza di quella maschera, l'unica cosa alla quale era sicuro di poter aggrapparsi per scappare dai problemi.

«Cose che non hanno la minima importanza. Sto bene così. Ciao, Chanyeol» Disse bruscamente, cambiando del tutto tono, pronto a girarsi per andar via. Ma a fermarlo ci pensò la salda stretta sul polso da parte dell'altro. Baekhyun sorpreso sussultò.
Come solo poteva pensare di potersi liberare da quel macigno che teneva stretto al cuore. Se solo Junmyeon l'avesse visto in quell'istante, se avesse notato il modo in cui lo guardava e la luce viva nei suoi occhi spenti, avrebbe pensato di certo che la promessa che si erano fatti era già stata infranta.

«Un giorno mi dirai come stai veramente?»
La sua voce sembrava calma ma con un tocco di angustia difficile, da parte di Baekhyun, da percepire. Mentre quest'ultimo continuava a dimenarsi, avvertì un calore pervadergli le guance. Era rabbia, frustrazione, miscuglio di emozioni capaci di dar voce ai suoi pensieri e di colpire in pieno l'oscuro cuore di Chanyeol.
«Non sono nemmeno sicuro che la tua sia preoccupazione o semplice pena nei miei confronti. Non so se tu voglia portarmi di nuovo a letto o darmi una spiegazione che giustifica il tuo continuo tira e molla come
fossi il gioco più divertente della giostra.
Sei un fottuto mistero Park Chanyeol»
Baekhyun si liberò dalla stretta improvvisamente più debole rivolgendogli uno sguardo intriso di amarezza. Pensò d'aver detto troppo, d'aver dato troppa voce a ciò che ronzava nella sua testa, ma tutto oramai era successo, e forse, un piccolo, un minimo spiraglio di libertà aveva raggiunto finalmente il suo cuore.
Lasciò Chanyeol fermo sul posto, ancora immobile e illuminato parzialmente dalla luce del sole che metteva in risalto i tratti del suo viso, e dopo secondi di esitazione scappò, ancora una volta, da lui.

Non so veramente come proteggerti se
non mi lasci restare vicino a te, Baekhyun.

trigger of love ; chanbaekWhere stories live. Discover now