secondo

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Lì, Baekhyun se ne rese conto. La maschera di ghiaccio non bastava a coprire il viso arrossato e gli occhi celati dalle lacrime, nemmeno a procurargli un espressione da duro che tanto aveva desiderato. Lui, come un libro aperto, scritto in una lingua leggibile da qualunque essere vivente dell'intero universo, era e rimaneva, agli occhi di Chanyeol, lo stesso ragazzino di quel ventitré di novembre. Vulnerabile ed estremamente sensibile, fragile, debole e dal dolce profumo capace di inebriarti e lasciarti in totale estasi. Se solo la sua mano non l'avesse intimorito, l'avrebbe posata un'altra volta sul viso divenuto pallido e macchiato d'un ombra rosea tenue, l'avrebbe accarezzata, e forse, avrebbe sentito meno colpe addosso. Ma Chanyeol era pieno zeppo di colpe, così come lo era di orgoglio, un'anima irrecuperabile ed estremamente corrotta.
Il basso fece un passo indietro ed abbassò il capo.

«... Ed è curioso, Chanyeol, incontrarti proprio qui. Non credo che la biblioteca sia il luogo più adatto a te, non ti sono mai piaciuti i libri. Cerchi una vittima? » Mormorò, rompendo in parte il silenzio creatosi tra i due, anche se di per se, quel luogo era già silenzioso. Poi, però, alzò il viso. Scontrarsi con i suoi occhi non lo aiutò per nulla, perché sapeva, sapeva bene che prima o poco più tardi sarebbe crollato dinanzi ad essi.
Ma cosa davvero lo portava lì, si chiedeva Baekhyun. Perché uno dei suoi demoni più grandi si ritrovava di fronte a lui, come nel bel mezzo di un atroce incubo?

«Posso sapere qual'è il tuo obiettivo adesso?»
Ciò che ottenne in risposta nient'altro che un sorriso dalle sembianze innocue, per poi distogliere lo sguardo.
Chanyeol sapeva perfettamente quanto fosse stato stupido attirarlo fin lì, dopotutto non aveva nemmeno una ragione o una scusa per giustificarsi, e poi provocarlo in tal modo.
Si ritrovò a guardarsi intorno, rendendosi effettivamente conto della grandezza della sala rispetto ai due che ne erano al centro. Metteva quasi in soggezione.

Sospirò, rifocalizzando secondi dopo l'attenzione sul più basso apparentemente calmo. Ciò, in realtà, era solo una grossa, gigantesca copertura.
Chanyeol trattenne il labbro inferiore tra i denti, era nervoso così come lo era l'altro e l'atmosfera che aveva iniziato a crearsi attorno ai loro corpi. Due anime incastrate in una bolla fatta di freddezza, distacco e tanta malinconia.

«Non ho secondi fini, volevo solo parlare
con te. Puoi ascoltarmi?»
Il battito di Baekhyun si rivelò incontrollabile, il più grande, che approfittò di quel giusto attimo di debolezza, posò entrambe le mani sulle sue guance scottanti e rosate, appena sfiorate dai ciuffi bianchi. Ma bastò un piccolo movimento, uno strattone, e il ragazzo dalla statura più bassa si allontanò dalla sua stretta. Indietreggiò fino a scontrarsi contro uno dei tanti tavoli in legno scuro posti qua e là. E fu così che si strinse nella giacca, lo guardò e senza esitare un attimo di più si diresse verso la maestosa porta.
Aveva già posato una mano sulla maniglia lucida, bastava solo abbassarla, perché risultava tremendamente difficile? Era come se stesse per dire addio ad una delle sue cose più care. Eppure, dopo qualche attimo e con qualche pensiero intrusivo, Baekhyun fece la sua scelta.

Lanciò un'ultima occhiata al più alto e poi di getto uscì dalla sala, avvertendo sin da subito una bizzarra sensazione, come un vuoto, come se la grande bolla opprimente che lo aveva tenuto prigioniero fino a quel momento l'avesse finalmente liberato.
Non ci pensò due volte a correre verso la strada di casa, dopo aver notato l'orario. Il tempo era passato talmente velocemente da far calare il sole, permettendo al cielo di tingersi d'un colore aranciato misto al rosa. Lo spettacolo che offriva l'esterno dell'enorme accademia dallo stile classico ed elegante, andava oltre ogni cosa, poiché oltre una fila di cespugli si estendeva una verde valle sull'oceano.
Baekhyun riprese a camminare calciando i sassolini posti per terra lungo il sentiero estremamente curato che si prolungò fino alla zona più alta della città, dove vi si trovava l'abitazione che condivideva con Junmyeon.

«Giuro che prima o poi troverò un'altra sistemazione» Gli disse durante la cena, posando le bacchette ai lati del piatto e sorseggiando la bevanda poco alcolica. L'amico lo guardò un po' confuso, non tanto per la frase pronunciata ma per l'espressione cupa che oramai teneva su da ore. Ripensò alla mattina stessa ricordandosi del bizzarro comportamento, e del fantomatico fantasma di cui aveva parlato. Era stato piuttosto vago persino sulle domande inerenti alla giornata, e poi lo sguardo perennemente puntato sul piatto durante la cena.

«Puoi restare quanto ti pare, alla fine questa casa è troppo grande per una sola persona.
Ma ora, mi spieghi cosa ti succede?»
Baekhyun era troppo pensieroso, aveva la testa in un pianeta completamente diverso e vuoto, e questo preoccupava moltissimo il ragazzo di fronte, che per tutto il tempo sembrò parlare da solo. Quel continuo flusso di pensieri pareva abbatterlo, come fossero una sfilza di tanti pugni dritti in faccia in un ring di wrestling. Solo quando si accorse di star bevendo da un bicchiere vuoto si risvegliò, portando finalmente lo sguardo sull'altro che con trepidazione aspettava un suo segno di vita.

«Oggi ho visto Chanyeol»
Al sol udire quel nome, Junmyeon scattò. Spalancò gli occhi e posò di colpo la bottiglia dalla quale versava del vino rosso dentro il proprio calice. «Chanyeol? E l'hai visto in accademia?» Baekhyun rispose con un flebile
' sì ' accennato con la testa, prima di alzarsi in piedi e raccogliere le sue cose. L'intenzione per tutto il resto della serata era giacere sul suo letto a fissare il vuoto, scelta per qualche ragione appagante piuttosto che riversarsi ancora sull'alcol, acerrimo nemico. Junmyeon non si diede pace. Il fatto che una delle cause dei mali di Baekhyun fosse ritornato in azione, e più vicino che mai, non gli avrebbe fatto fare sogni tranquilli.

«Vado a letto» Ma lui lo fermò, afferrando il suo polso. «Non avrai intenzione di avvicinarti a lui, vero? Lo sai quanto abbiamo lavorato per arrivare fino a qui, vero? Promettimi che non cederai» Oramai l'agitazione aveva preso parte del suo corpo, lasciando che i mille avvenimenti temporaneamente dimenticati ritornassero a galla. Però Junmyeon nel profondo immaginava, sapeva che Chanyeol, nonostante tutta la sua distruzione, sarebbe per sempre rimasto il suo punto più debole. Sarebbe stato ancora capace di girarlo e rigirarlo come più gli pareva, e Baekhyun, con o senza maschera di ghiaccio, non avrebbe aperto bocca, lasciandolo fare. Questo era ciò che più temeva, e il pensiero che non lo lasciò dal momento in cui la piccola figura dell'altro, dopo aver annuito, si avviò verso la camera degli ospiti, chiudendo la porta.

Manterrai la tua promessa, Baekhyun?

trigger of love ; chanbaekDove le storie prendono vita. Scoprilo ora